L’ex capo del comitato di Sicurezza del regine cinese della città di Guangzhou, Wu Sha, è stato formalmente destituito. La commissione centrale per il Controllo della disciplina (l’ente anticorruzione cinese) in una dichiarazione del 26 febbraio ha infatti dichiarato che Wo è stato espulso dal partito, a causa di una serie di reati: «gravi violazioni» della condotta politica, «relazioni indecenti», «complicità in arricchimento illegale di terzi», «favoreggiamento della prostituzione» e «gioco d’azzardo sotto falsa identità».
La carriera di Wo ha attraversato oltre 30 anni di attività negli apparati di sicurezza del regime cinese: era stato trasferito all’ufficio di pubblica sicurezza della città di Guangzhou nel 1984 ed era stato promosso capo nel settembre 2015. Poco dopo un anno, Wo era stato promosso a incarichi superiori: segretario della Commissione affari legali e politici del Partito di Guangzhou (che controlla gli apparati di sicurezza, il sistema giudiziario e le carceri del Partito Comunista) e membro del Comitato permanente della sezione del Partito di Guangzhou.
Durante la direzione degli uffici chiave di Guangzhou, Wo è stato anche responsabile di torture e abusi contro i praticanti del Falun Gong detenuti presso i centri di lavaggio del cervello.
ABUSI INVALIDANTI
Il Falun Gong è una pratica di auto-miglioramento che comprende esercizi di meditazione e insegnamenti morali di verità-compassione-tolleranza; i praticanti del Falun Gong sono da 16 anni soggetti alla persecuzione del Partito. Da quando, infatti, l’ex capo del Partito Jaing Zemin ha ordinato di sradicare il Falun Gong il 20 luglio del 1999, secondo quanto riportato da Minghui.org (organo di informazione obiettivo sulla persecuzione) un gran numero di praticanti ha perso il proprio lavoro, oltre 3.900 sono stati uccisi e centinaia di migliaia di altri sono stati imprigionati.
Diversi investigatori sostengono che il regime sia responsabile del prelievo forzato di organi da praticanti del Falun Gong ancora vivi, del loro decesso in conseguenza del prelievo, e di arricchimento derivante dalla vendita degli organi stessi.
Minghui riporta in dettaglio due casi di persecuzione particolarmente strazianti verificatisi tra il 2005 e il 2015, gli anni in cui Wo Sha dominava gli apparati di sicurezza a Guangzhou.
Il primo: mentre era detenuto presso il centro di lavaggio del cervello San Shui nel 2010, Zhang Fengqian professore di filosofia antica cinese all’università di Sun Yat-Sen di Guangzhou, è stato sottoposto a un lavaggio del cervello così violento da danneggiare le sue capacità mentali.
Un altro praticante del Falun Gong, detenuto presso lo stesso centro di lavaggio del cervello, ha riferito che oltre 20 persone monitoravano Zhang giorno e notte e che gli legavano mani e piedi agli angoli del letto: Zhang era costretto a stare a faccia in giù, con braccia e gambe aperte fino a che i suoi carcerieri non lo slegavano il giorno successivo.
Il personale del centro di lavaggio del cervello lo costringeva a vedere video e leggere libri diffamatori nei confronti del Falun Gong, per costringerlo ad abbandonare la pratica e giurare fedeltà al Partito Comunista. Zhang è stato rilasciato nel 2011, ma secondo un rapporto di Minghui del dicembre dello stesso anno, è stato riarrestato poco dopo. Attualmente risulta ancora scomparso.
Il secondo caso di particolare efferatezza è quello di Deng Fangchen, una praticante originaria di Hunan che aveva un negozio di design d’arredo in pelle nella provincia di Guangdong. Deng è stata arrestata per la prima volta nel gennaio 2010 ed è stata detenuta per un certo periodo prima di essere trasferita al centro di lavaggio del cervello di Guangzhou. Gli agenti dell’Ufficio 610 locale (una sorta di Gestapo al di sopra della legge creata espressamente per perseguitare il Falun Gong) hanno successivamente chiuso il suo negozio, proibendo al proprietario di riaffittarlo alla donna.
Tre anni dopo, dieci agenti di polizia in abiti civili hanno fatto irruzione nell’appartamento di Deng Fangchen, le hanno confiscato materiali del Falun Gong, hanno sfrattato la sua famiglia (incluso il padre anziano e malato) e l’hanno incarcerata presso il centro di detenzione del distretto Panyu.
Deng ha allora iniziato uno sciopero della fame per protestare contro gli abusi subiti; i secondini l’hanno quindi torturata: Deng Fangchen è stata legata alla sedia e costretta a nutrirsi forzatamente attraverso un tubo infilato nella narice; Deng è stata perfino costretta a giacere in mezzo alle sue stesse feci, dopo essersi sporcata a causa del fatto che non le era concesso di utilizzare il bagno.
Secondo Minghui, Deng è tuttora illegalmente detenuta presso la prigione femminile di Guangdong.
Sempre secondo alcuni dati parziali di Minghui, a Guangzhoug cinque praticanti sono stati uccisi durante l’amministrazione di Wo Sha, e si sono verificati 26 casi di morte e 2.591 di persecuzione in tutta la provincia del Guangdong.
L’Organizzazione mondiale di indagine sulla persecuzione del Falun Gong (un’organizzazione internazionale no-profit che tiene traccia di organismi e individui responsabili di abuso contro i praticanti del Falun Gong) ritiene Wo Sha direttamente responsabile della persecuzione contro Deng Fangchen e Zhang Fengqian.
Articolo in inglese: Security boss of Chinese City who over saw brutal persecution is hauled away