Capobianco (Conflavoro): nuove politiche a sostegno Pmi per frenare fuga giovani all’estero

di Agenzia Nova
12 Febbraio 2025 10:29 Aggiornato: 12 Febbraio 2025 10:29

«Occorre sostenere con più risorse e interventi di carattere strutturale il sistema imprenditoriale italiano, con l’obiettivo di rendere il lavoro in Italia più attrattivo». Lo afferma il presidente nazionale di Conflavoro, Roberto Capobianco. «Servono politiche che permettano alle Pmi di investire con serie e concrete prospettive di crescita – prosegue -, innovando e creando nuove opportunità di impiego. Una necessità impellente, inderogabile, considerata la grande fuga dei giovani italiani all’estero, solleticati da lavori più qualificati e remunerati».

«Una preoccupazione che emerge chiaramente dai dati della Fondazione Nord Est: tra il 2022 e il 2023, almeno 100 mila giovani hanno lasciato l’Italia, quasi tre volte quelli che sono tornati, circa 37mila, mentre in tredici anni, dal 2011 al 2023, a lasciare il nostro Paese sono stati 377mila giovani. Il valore economico del capitale umano perso con i 18-34enni emigrati è stato di 134 miliardi di euro. Sono numeri impressionanti, che fotografano drammaticamente la situazione italiana. Un problema diffuso su tutto il territorio, dalla Lombardia alla Sicilia», continua.

«Un aspetto rilevante di questa fuga dei giovani all’estero riguarda le mansioni lavorative – osserva Capobianco – manca personale specializzato, per le imprese questo rappresenta una grande difficoltà. Bisogna invertire la rotta e per farlo bisogna intervenire anche sul fronte imprenditoriale, riducendo, ad esempio, una pressione fiscale ormai insostenibile, che limita la capacità di investimento, in particolare in settori strategici come l’innovazione tecnologica, la sostenibilità e la digitalizzazione. Per favorire e migliorare la competitività, inoltre, è necessario attuare un reale taglio del costo del lavoro a carico delle imprese, in questo modo è possibile affrontare con buone prospettive di successo la sfida della transizione ecologica e digitale”. “Le Pmi – conclude – sono l’asse portante della nostra economia e solo con misure strutturali e politiche di medio e lungo periodo possiamo assicurare loro una crescita stabile a beneficio del Sistema Paese».

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