Calderone: senza reddito di cittadinanza vola l’occupazione

di Agenzia Nova
6 Marzo 2025 9:39 Aggiornato: 6 Marzo 2025 9:39

Il mercato del lavoro non è mai stato così in salute. L’occupazione continua a segnare nuovi record – a gennaio ha toccato 1162,8 per cento -, la disoccupazione è ai minimi dal 2008 e in un anno sono stati creati oltre mezzo milione di posti di lavoro. «Il merito è sempre di chi produce e di chi lavora» dice a Libero Quotidiano il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone.

«Noi come governo abbiamo cercato di mettere in campo tante misure per aiutare imprese e lavoratori, eliminando tante storture, come il reddito di cittadinanza, e creando incentivi al lavoro». Quindi ha inciso anche l’abolizione del reddito di cittadinanza: «Gli effetti sono certificati dai dati Istat di questi ultimi due anni: abbiamo aiutato le imprese ad assumere e i lavoratori a trovare lavoro. Se il 26 per cento di chi nel 2023 hanno preso il reddito di cittadinanza nel 2024 ha poi trovato lavoro, qualcosa vorrà pur dire. Meno assistenzialismo e più lavoro. Noi – aggiunge – abbiamo agito di conseguenza e i numeri ci stanno dando ragione: a inizio 2025 abbiamo raggiunto il nuovo record di occupazione». I due strumenti che hanno sostituito il Reddito di cittadinanza (Adi e Sfl) funzionano: «Direi di sì. Non mi risulta alcuna rivolta sociale, come tanti avevano preconizzato se non auspicato. Le persone che avevano bisogno di tutela sono state giustamente difese, chi poteva lavorare è stato indirizzato verso il lavoro. E ha trovato un lavoro. Specialmente al sud, dove l’occupazione cresce più del nord, smentendo tanti luoghi comuni».

Al contrario di quanto continua a sostenere l’opposizione, il precariato è in picchiata: in un anno i posti fissi sono cresciuti di oltre 700 mila unità, mentre quelli a termine sono calati di 230 mila: «Se le assunzioni a tempo indeterminato crescono e invece crollano i contratti ‘precari’, se a inizio 2025 c’è stato il boom dei contratti di produttività, se abbiamo ridotto il cuneo fiscale in favore dei lavoratori e la Commissione Ue ha approvato i bonus per giovani e donne, vuol dire che alle spalle c’è un grande lavoro del Ministero e del Governo Meloni nel suo insieme. Noi – osserva il ministro – dobbiamo aiutare imprese e lavoratori. E quello che ci chiedono, è quello che proviamo a fare tutti i giorni. D’altronde faccio questo da una vita, ieri come consulente del lavoro e oggi come ministro del lavoro». Pensa infine che questa tendenza a una maggiore stabilità lavorativa possa proseguire? «Sì, lo certifica Istat. In questo è di aiuto anche la questione demografica: i lavoratori saranno sempre di meno e quindi le aziende cercano di formare e assumere figure professionali a tempo indeterminato, perché in futuro il turnover sarà sempre più difficile da realizzare. Parliamo di un fenomeno storico, di cui oggi vediamo solo gli albori».

Nonostante i record, ci sono ancora delle grosse criticità. A cominciare dall’elevato numero di inattivi: «Noi stiamo facendo un grande lavoro di sensibilizzazione e gli ultimi dati Istat ci dicono che gli inattivi a gennaio 2025 sono calati di 146 mila unità, in particolare giovani e donne. I Neet (giovani che non studiano e non lavorano) sono diminuiti di un milione dal 2018 a oggi. Ma siamo anche consapevoli che sono ancora troppi e al contempo sono la vera opportunità da intercettare per rafforzare il nostro tessuto produttivo. Non a caso – conclude Calderone – stiamo sviluppando un’implementazione della piattaforma Siisl (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) che sarà dedicata proprio ai Neet».

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