La magistratura brasiliana ha incriminato l’ex presidente Jair Bolsonaro accusandolo di complotto per rovesciare il risultato delle elezioni del 2022. Il procuratore generale Paulo Gonet ha accusato Bolsonaro e altre 33 persone, tra cui alti funzionari della sua amministrazione, del tentato golpe. L’accusa sostiene che il piano prevedesse anche l’avvelenamento del successore di Bolsonaro, e attuale presidente, Luiz Inácio “Lula” da Silva, nonché l’assassinio del giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes.
«I membri dell’organizzazione criminale hanno strutturato un piano nel palazzo presidenziale per attaccare le istituzioni, con l’obiettivo di abbattere il sistema dei poteri e l’ordine democratico, il quale ha ricevuto il sinistro nome di “Pugnale Verde e Giallo”» ha scritto Gonet nell’atto d’accusa di 272 pagine», il piano sarebbe stato «concepito e portato a conoscenza del presidente, che vi ha acconsentito».
«La responsabilità per atti dannosi all’ordine democratico ricade su un’organizzazione criminale guidata da Jair Messias Bolsonaro, basata su un disegno di potere autoritario» si legge anche nell’atto d’accusa.
Tra gli altri imputati figurano l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Bolsonaro, il generale in pensione Augusto Heleno, e l’ex capo di stato maggiore della Marina Almir Garnier Santos, secondo quanto riportato dall’ufficio del procuratore generale brasiliano.
Le accuse arrivano a mesi di distanza dalla conclusione, nel novembre 2024, di un’indagine durata due anni della polizia federale del Brasile sul presunto coinvolgimento di Bolsonaro nel complotto. Il rapporto sostiene che l’ex presidente fosse coinvolto in un’operazione sistematica per minare la fiducia nel sistema elettorale del Paese, culminata infine nelle rivolte dei suoi sostenitori nella capitale nel gennaio 2023, una settimana dopo il giuramento del suo successore.
Le accuse presentate martedì contestano ai 34 imputati i reati di: appartenenza ad associazione a delinquere armata, sovversione dell’ordine democratico, gravi minacce contro i beni dello Stato e danneggiamento di patrimonio vincolato.
L’avvocato di Bolsonaro, Paolo Cunha Bueno, ha negato qualsiasi illecito da parte dell’ex presidente e ha dichiarato, in un comunicato pubblicato su X, che le accuse mancano di fondamento: «il presidente non ha mai sostenuto alcun movimento mirato a sovvertire lo Stato di diritto democratico o le istituzioni che lo garantiscono». La competenza a giudicare sarà in capo alla Corte Suprema del Brasile.