Benjamin Franklin, dalle taverne alla guerra di indipendenza

di Leo Salvatore
3 Marzo 2025 17:25 Aggiornato: 3 Marzo 2025 17:25

«Quale nuova storia avete sentito di recente che sia piacevole da raccontare in una conversazione? Avete sentito ultimamente di qualche cittadino che prospera bene, e con quali mezzi?».
I membri del Junto erano soliti discutere su questi argomenti. Benjamin Franklin fondò il club nel 1727, quasi tre secoli prima che il miglioramento personale diventasse un’industria multimilionaria. Il Padre Fondatore aveva capito che un individuo non può diventare virtuoso da solo: abbiamo bisogno degli altri per migliorare noi stessi e le nostre comunità.
Come ha fatto il suo club a mettere in pratica questa idea?

Dibattiti, discussioni e riflessioni sensate

Scrive Franklin nella sua autobiografia: «Avrei dovuto menzionare prima che nell’autunno dell’anno precedente [1727], avevo formato la maggior parte delle mie conoscenze ingegnose in un club di miglioramento reciproco, che chiamavamo Junto».
Chiamato anche Club dei grembiuli di pelle, il gruppo si riuniva regolarmente a Filadelfia. Il ventunenne Franklin era il più giovane dei 12 membri. Il gruppo era eclettico e comprendeva gli uomini d’affari Hugh Meredith, Stephen Potts, George Webb e Robert Grace, il mercante e scrivano Joseph Breintnall, l’impiegato William Coleman, l’inventore e matematico Thomas Godfrey, i cartografi Nicholas Scull II e William Parsons, l’ebanista William Maugridge e il calzolaio John Jones Jr. il cui nome è rimasto sconosciuto fino al 2007, quando lo storico della Pennsylvania State University George Boudreau lo ha scoperto tra i documenti dimenticati da tempo.

Ogni venerdì sera, un membro del Junto doveva presiedere alla riunione con «uno o più quesiti su qualsiasi aspetto della morale, della politica o della filosofia naturale, da discutere nella junta», che in spagnolo significa assemblea. Le riunioni si svolgevano nelle taverne locali o nelle residenze private dei membri. Alcune delle domande guida di Franklin per le riunioni furono pubblicate postume nei suoi Pezzi politici, vari e filosofici.

Ne citiamo cinque che danno un’idea dell’ampia gamma di argomenti trattati:

• Conoscete qualche concittadino che ultimamente ha compiuto un’azione degna, meritevole di lode e di imitazione? O che ha commesso un errore dal quale dobbiamo essere messi in guardia ed evitare?
• Quali effetti infelici dell’intemperanza avete osservato o sentito di recente? Dell’imprudenza? Della passione? O di qualsiasi altro vizio o follia?
• Conosce qualche giovane debuttante meritevole che si è affermato e che l’Assemblea possa in qualche modo incoraggiare?
• Avete sentito di recente attaccare il carattere di qualche membro e come lo avete difeso?
• C’è qualche questione in materia di giustizia o ingiustizia che vorreste discutere in questo momento?

Le discussioni dovevano aiutare i membri a riflettere sui loro fallimenti e sui risultati, a pensare a come aiutarsi a vicenda e a perfezionare il loro pensiero. Oltre ad arricchire le conversazioni, i partecipanti dovevano anche scrivere dei saggi su Morale, politica e filosofia naturale. Ogni tre mesi, i partecipanti leggevano i saggi ai soci del Junto, che esprimevano critiche e suggerimenti su contenuti, stile e altri aspetti rilevanti.

I dibattiti informali sostituivano occasionalmente le discussioni. Anche se la posta in gioco era bassa, sembra che i membri prendessero molto sul serio la loro pratica retorica. L’obiettivo dei dibattiti non era la “disputa” o la “vittoria”, ma una maggiore comprensione di qualsiasi questione si trattasse. Per scoraggiare i dogmi e le opinioni acritiche, Franklin stabilì persino «piccole sanzioni pecuniarie» per l’uso di parole come “sicuramente” e “indubbiamente”, che «implicano un’opinione preconcetta nel sincero spirito di ricerca della verità», quindi da evitare.

L’atteggiamento di Franklin è stata una guida esemplare per garantire l’onestà intellettuale. Continua Franklin: «Quando un altro affermava qualcosa che ritenevo un errore mi negavo il piacere di contraddirlo bruscamente. … Presto scoprii il vantaggio di questo cambiamento nel mio modo di fare, le nostre conversazioni si svolgevano più piacevolmente. Il modo modesto in cui proponevo le mie opinioni otteneva un’accoglienza più rapida e meno contrasti; mi sentivo meno mortificato quando mi trovavo nel torto e convincevo più facilmente gli altri a rinunciare ai loro errori e a unirsi a me quando mi capitava di avere ragione».
Onestà, modestia e curiosità erano i principi guida del Junto.

Dovere civico: servire la comunità tramite l’intelletto

Dalle riunioni del Junto nacquero le proposte per la creazione della prima biblioteca a prestito, della milizia volontaria, dell’Università della Pennsylvania e del Pennsylvania Hospital, il secondo ospedale più antico degli Stati Uniti. Anche l’American Philosophical Society fu concepita nel 1743 come estensione del Junto. Oggi collega decine di migliaia di studenti e professori di filosofia in tutto il mondo.

Altra fondazione del Club fu la prima compagnia antincendio di Filadelfia e una delle prime nelle colonie americane, e rappresenta l’importanza di incoraggiare la partecipazione attiva nelle comunità locali, da sempre obiettivo principale del Club: individui migliori significa comunità migliori.

Dopo aver visto l’inefficienza nella gestione della sicurezza a Filadelfia, Franklin scrisse un saggio in cui chiedeva «l’assunzione di uomini adeguati che si occupassero costantemente di tale attività». L’idea rimase in sospeso fino a quando non scrisse nuovamente sull’incuria come causa degli incendi. Il sostegno incondizionato dei membri del Junto, la sua influenza e il suo contributo finanziario permisero la creazione di quella che divenne la Union Fire Company.

Diverse compagnie simili furono fondate da gruppi di cittadini di Filadelfia ispirati dall’impegno di Junto per una cittadinanza proattiva. Nella sua biografia Franklin scrisse che dalla formazione di queste istituzioni «la città non ha mai perso per un incendio più di una o due case alla volta, e spesso le fiamme sono state spente prima che la casa in cui erano iniziate fosse consumata per metà».

Philippe de Champaigne, Sant’Agostino, 1645-1650, di Olio su tela. Museo d’arte della contea di Los Angeles. Pubblico dominio

I predecessori di Junto

Società simili a Junto esistono da millenni: le prime accademie di Atene nacquero da uomini come Franklin che volevano conversare con i loro amici a beneficio di tutti, e Agostino d’Ippona, dopo essersi convertito al cristianesimo, trascorse l’autunno del 386 a Cassiciaco, (forse Casciago, nei pressi di Varese) dove teneva conversazioni mattutine e serali intorno a un testo condiviso con i suoi amici più giovani. Sono solo due degli innumerevoli esempi della Storia.

Inoltre, le “società di beneficenza di quartiere” di Cotton Mather e il Dry Club, entrambi conosciuti da Franklin. La società di Mather ebbe inizio intorno al 1700. Il religioso puritano invitava 12 coppie sposate a incontrarsi a rotazione nelle rispettive case per pregare, cenare e conversare e ricordava loro di astenersi da azioni o discorsi «che possano avere una qualche traccia di maldicenza o vanità». In Inghilterra il Dry Club, inaugurato nello stesso periodo dal filosofo John Locke, organizzava incontri settimanali per incoraggiare il libero scambio di idee su questioni di attualità. Sebbene i due gruppi fossero stati fondati con scopi diversi,  il loro obiettivo era lo stesso: promuovere il miglioramento morale attraverso la partecipazione a una comunità che la pensasse allo stesso modo.

Junto nell’era digitale

Se Franklin fosse vissuto oggi, le sue idee avrebbero raggiunto milioni di persone in tutto il mondo in tempi record. L’incredibile vantaggio dei media digitali è che non dobbiamo essere senatori, ricchi filosofi o imprenditori di successo per formare o unirci in gruppi come Junto. Ma Franklin avrebbe scelto di limitare il suo lavoro alla sfera online?

L’interesse di questo Padre Fondatore per la cittadinanza proattiva ci ricorda che il vero miglioramento di sé si sviluppa nell’applicazione delle idee che è più tangibile ed efficace nel mondo fisico, dove influisce direttamente sulle vite umane. Internet offre risorse illimitate, ci permette di connetterci al di là dei confini fisici, tuttavia preclude le interazioni essenziali tra le persone.

C’è qualcosa di speciale nell’incontrare gli amici, nel condividere le idee attorno allo stesso tavolo e nell’incoraggiarsi a riflettere, ad agire con ponderazione e ad assistere con più impegno chi ha bisogno, guardandosi negli occhi. Ma forse Franklin ci avrebbe detto di non preoccuparci troppo dei nostri metodi: qualsiasi mezzo va bene, purché la nostra aspirazione sia quella di diventare ogni giorno migliori.

Consigliati