Bellucci: facilitiamo l’applicazione del nuovo fisco del Terzo settore

di Agenzia Nova
11 Marzo 2025 8:44 Aggiornato: 11 Marzo 2025 8:44

Dalla Commissione europea il riconoscimento di una normativa fiscale per il Terzo settore sul presupposto che gli enti e le imprese sociali appartenenti al Registro unico (132 mila iscritti a gennaio 2025) abbiano come finalità non il profitto ma il perseguimento di interessi generali.

Il viceministro al Lavoro e alle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, che ha coordinato il team per l’autorizzazione di Bruxelles, spiega al Sole 24 Ore cosa significa per il Terzo settore e per le imprese sociali la lettera di approvazione dei regimi fiscali ‹agevolati›: «Si tratta di un segnale di grande attenzione, che ha una significativa valenza economica e sociale. È una svolta epocale e non ho timore di utilizzare questo aggettivo: per la prima volta la Commissione riconosce la specificità e l’importanza del Terzo settore. La via italiana all’economia sociale diventa un valore anche in Europa. È il riconoscimento – aggiunge – per l’opera di solidarietà e innovazione perseguita dagli enti del Terzo settore e dai loro operatori e volontari, un tesoro che rappresenta un unicum».

Bellucci racconta che «all’inizio c’è stata, da parte della Commissione, un po’ di sorpresa, tramutata presto in interesse, perché in Europa non esiste un sistema di solidarietà, rivolto all’interesse generale, come il Terzo settore. Si è trattato di comunicare, con una ricca e precisa base dati, una realtà organizzata che opera al di fuori dei criteri della concorrenza. Il Terzo settore – osserva la viceministra – è ricco e diversificato, dalle cooperative e imprese sociali alle fondazioni, dalle associazioni di promozione sociale alle organizzazioni di volontariato, fino alle società di mutuo soccorso. Una realtà che affonda le radici nel Medioevo che non ha riscontri in altri Paesi».

È stato quindi necessario descrivere il Terzo settore in modo comprensibile alla Commissione, alla Dg Competition: «Sì, abbiamo raccolto le informazioni grazie alla struttura del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, al ministero dell’Economia e all’agenzia delle Entrate. Senza l’apporto di tutti, nonostante la mia dedizione e la priorità per questa azione, non saremmo riusciti nel risultato».

La Comfort letter è sufficiente per attivare i nuovi regimi fiscali da gennaio 2026: «È sufficiente. Da parte nostra faremo una comunicazione ufficiale, chiara e trasparente, per mettere gli enti nella condizione di applicare il nuovo regime». È già aperto il tavolo con il ministero dell’Economia per l’attuazione dei regimi fiscali di favore: «Sì. Dall’aprile 2023 con il ministero dell’Economia e con l’agenzia delle Entrate abbiamo avuto un confronto costante e su questa base l’amministrazione finanziaria garantirà l’applicazione delle nuove norme fiscali, prevenendo eventuali abusi. D’altra parte, grazie al dialogo con il ministero dell’Economia, abbiamo guadagnato un anno di tempo per risolvere la questione del regime Iva, soprattutto per i piccoli enti. Siamo pronti a definire le misure di semplificazione che saranno necessarie. Non vogliamo – conclude Bellucci – che alcuna realtà sia costretta a dire ‹non possiamo più lavorare per la solidarietà› a causa di difficoltà normative».

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