Bambin Gesù: più 60 per cento di disturbi alimentari dal 2019

di Agenzia Nova
10 Marzo 2025 16:48 Aggiornato: 10 Marzo 2025 19:07

Dal 2019, ultimo anno prima della pandemia di Covid 19, al Bambino Gesù di Roma le diagnosi annuali di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna) sono aumentate del 64 per cento circa. In Italia secondo i dati del ministero l’aumento è stato di circa il 35 per cento.

È quanto emerge dai dati aggiornati dell’ospedale pediatrico, sulla presa in carico dei pazienti e le strategie terapeutiche adottate per affrontare questa crescente emergenza, in occasione della Settimana del Fiocchetto Lilla (10-15 marzo). «I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell’incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale», spiega la dottoressa Valeria Zanna responsabile dell’Unità operativa semplice di anoressia e disturbi alimentari dell’ospedale.

Anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo (Arfid), disturbi alimentari non altrimenti specificati (Nas). In Italia circa 3,5 milioni di persone, pari al 6 per cento della popolazione, soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: il 90 per cento sono donne, anche se sempre più numerosi sono gli uomini che manifestano questi sintomi e si rivolgono a strutture specializzate (sono il 20 per cento nella fascia di età 12-17 anni). L’esordio di questi disturbi è sempre più precoce.

Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell’età fino agli 8/9 anni. Ciò è verosimilmente dovuto sia all’abbassamento dell’età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili. Per la loro complessità, si tratta di disturbi che richiedono la maggiore collaborazione possibile tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna eccetera).

Sia l’anoressia che la bulimia possono essere causa di complicanze mediche gravi se non trattate tempestivamente e adeguatamente. I disturbi alimentari nell’ambito delle patologie psichiatriche presentano il più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell’anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. In Italia, i Dna causano ogni anno circa 4 mila morti.

Secondo l’analisi del Bambin Gesù, dal 2020, l’Unità operativa semplice di Anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù ha registrato un incremento del 38 per cento nell’attività clinica: i day hospital sono infatti passati da 1.820 a 2.420 del 2024. I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell’incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale.

L’andamento annuale per età e diagnosi dimostra un incremento significativo dei nuovi accessi tra le fasce d’età più giovani (minori di 10 anni e 11-13 anni) che sono passati dai 59 del 2019 agli 89 del 2024 (+50 per cento). Inoltre, la distribuzione delle diagnosi mostra un’incidenza rilevante di anoressia nervosa (An-R, An-Bp e An-A) e Arfid che dal 2019 sono rispettivamente aumentate del 68 per cento e del 65 per cento, confermando la necessità di protocolli di intervento sempre più mirati.

Nel complesso, le nuove diagnosi di Dna sono aumentate del 64 per cento, passando dalle 138 del 2019 alle 226 del 2024.

Le principali linee guida nazionali e internazionali sul trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolutiva (quali le linee guida della Society for adolescent health and Medicine, del National institute for health and Care Excellence – Nice, e della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza – Sinpia) sottolineano l’importanza del coinvolgimento familiare per un buon esito del trattamento.

Il modello terapeutico adottato dal Bambino Gesù si basa su un lavoro multidisciplinare che coinvolge professionisti delle aree psicologica, nutrizionale, psichiatrica, endocrinologica e cardiologica, al fine di garantire un approccio integrato ed efficace. «Un recente studio condotto dalla nostra equipe, attualmente in fase di revisione, ha messo in luce una preoccupante evoluzione dei disturbi alimentari» spiega la dottoressa Valeria Zanna «Negli ultimi anni, i pazienti più giovani presentano quadri psicopatologici più gravi, sia per la sintomatologia alimentare che per le caratteristiche psicologiche associate. Inoltre, i nuclei familiari di questi pazienti risultano più sofferenti, con difficoltà comunicative, una maggiore fragilità emotiva e un funzionamento complessivo compromesso».

Per far fronte a questa sfida, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù adotta un trattamento calibrato su diversi livelli di intensità e frequenza, garantendo una presa in carico tempestiva e personalizzata. Il programma di Alta Assistenza, in particolare, prevede accessi in day hospital con pasto assistito, monitoraggio psichiatrico e nutrizionale, psicoterapia di gruppo per genitori e pazienti e incontri di psicoterapia familiare. Con il miglioramento clinico, l’intensità della frequenza si riduce e il trattamento si concentra sul potenziamento delle risorse individuali e genitoriali.

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