«Sono perfettamente d’accordo con Elly Schlein che ha definito questa giornata triste». Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, spiega al Corriere della Sera in che senso è d’accordo: «Per il motivo opposto a quello che ha sostenuto lei: è vero che lo scontro dialettico tra maggioranza e opposizione è il sale della democrazia, ma su temi di interesse nazionale come la sicurezza, l’interesse del Paese, la politica estera, non si deve essere faziosi. In Parlamento invece è stato evidente che dell’informativa di Piantedosi e Nordio non interessava a nessuno dell’opposizione, si volevano solo alzare i toni contro Meloni». Dopo giorni e giorni di polemiche incrociate si aspettava «molto di più. Si è persa un’occasione per confrontarsi davvero sulle politiche di contrasto all’immigrazione clandestina e anche sul tema della giustizia, che è sempre più cruciale».
Dall’opposizione dicono il contrario: che si è liberato l’assassino Almasri giustificandolo con cavilli, che non si fa politica estera piegandosi al volere di torturatori: «Ma nessuno si è piegato a nulla. Chi ha liberato Almasri è stata la Corte d’appello, Piantedosi ha espulso un soggetto pericoloso. Nordio ha fatto una informativa puntuale sulla richiesta dalla Corte penale internazionale, sbagliata nel merito: quindi, valutandola, non ha potuto dare il suo assenso alla carcerazione. L’opposizione si decida: si accusa Nordio di essere entrato nel merito, ma il ministro deve essere solo un passacarte o fare valutazioni? Noi – aggiunge – sosteniamo che debba fare valutazioni, come avrebbe dovuto fare il procuratore Lo Voi, per il suo ruolo, verificando se l’esposto con ritagli dei giornali fosse credibile o no».
Il ministro però ha chiuso con una sorta di rivendicazione della ‘guerra’ governo-magistrati: «E’ stata una conclusione di un discorso politico. Come ha detto Mantovano due settimane fa, noi andremo avanti con la riforma della giustizia: la magistratura, nella sua gran parte, vuole dialogare o ritirarsi in un assurdo Aventino? Non deve essere una guerra, c’è sempre spazio per il dialogo politico, ma bisogna volerlo. Poi sarà la politica a decidere, come è logico e costituzionale che sia«. Meloni non era in Aula: «Se avessi dovuto darle un consiglio, le avrei detto di non venire in Aula. Era tutto preordinato, accuse già pronte, con Conte che ormai ha preso il posto di Grillo nei toni apocalittici, la sua presenza sarebbe stata solo utile all’opposizione per alzare il tiro al di là del merito delle cose, che sono chiarissime. Non interessava la verità» ha concluso Lupi.