Attivisti per i diritti umani negli Usa: le autorità cinesi hanno minacciato i nostri familiari in Cina

Di Mary Hong

Minacce dalla Cina a Los Angeles: degli attivisti per i diritti umani in America hanno informato Epoch Times che le autorità cinesi hanno minacciato i loro familiari in Cina a causa della loro partecipazione a un evento che celebrava l’anniversario del massacro di piazza Tiananmen all’inizio di questo mese.

Zhang Ren, ex avvocato per i diritti umani residente a Los Angeles, ha sottolineato che le azioni delle autorità cinesi sono illegali e ha incoraggiato un numero maggiore di giovani cinesi a opporsi alle atrocità del Partito Comunista Cinese (Pcc).

Il 4 giugno, centinaia di persone di vari gruppi si erano riunite davanti al consolato cinese a Los Angeles per commemorare il 35° anniversario del massacro di piazza Tiananmen del 1989.

Il portavoce dell’Hong Kong Forum di Los Angeles ha affermato che, nonostante gli sforzi del Pcc per reprimere e intimidire i suoi critici, il gruppo rimane fermo nel commemorare questo importante capitolo della storia, segnato da spargimenti di sangue e lacrime.

Il 4 giugno 1989, infatti, il regime cinese aveva risposto alla richiesta di democrazia e libertà di parola degli studenti manifestanti con armi da fuoco e carri armati. Un dispaccio diplomatico britannico segreto affermava che almeno 10 mila persone sono state uccise in piazza Tiananmen e migliaia sono state ferite, arrestate, incarcerate e torturate.

In seguito all’evento commemorativo di Los Angeles, alcuni membri del Partito Democratico Cinese presenti hanno dichiarato all’edizione cinese di Epoch Times che tra il 15 e il 21 giugno le autorità cinesi hanno minacciato le loro famiglie in patria.

Le autorità minacciano i familiari

Xiang Guiyuan, originaria di Huaihua, nella provincia dell’Hunan, ha raccontato come i suoi genitori avrebbero ricevuto telefonate minacciose dalla polizia cinese dopo aver partecipato alle commemorazioni del 4 giugno quest’anno e l’anno scorso: «La polizia cinese [ha detto ai miei genitori che, ndr] ero coinvolta in attività illegali all’estero».

La signora Xiang ha dichiarato che i tentativi del Pcc di tenerla sotto controlla non la intimidiscono, e la sua decisione di venire negli Stati Uniti ha solo rafforzato la sua determinazione a resistere all’influenza comunista e ad abbracciare la libertà di parola tanto cara in America: «Se pensano di potermi minacciare in questo modo, si sbagliano».

La signora Xiang è arrivata negli Stati Uniti l’anno scorso e attualmente sta richiedendo asilo.

Spinti da una crescente consapevolezza dell’oppressione del Pcc, altri immigrati cinesi come la signora Xiang si impegnano attivamente in manifestazioni anti-Pcc in diverse città degli Stati Uniti. Tuttavia, subiscono spesso molestie da parte del regime, che impiega vari metodi di sorveglianza per monitorare le loro attività e intimidire i loro parenti in Cina.

Yang Zhiang, originario di Hefei, nella provincia di Anhui, ha raccontato che tre poliziotti e un membro dello staff della comunità hanno fatto visita per la prima volta ai suoi genitori nella sua città natale l’8 giugno.

A partire dal 21 giugno, la polizia ha fatto visita ai suoi genitori tre volte, accusandoli di non aver educato bene il figlio: «Mia madre è analfabeta ed era molto spaventata, pensando che avessi commesso un crimine grave». Il signor Yang si chiede se il regime arresterebbe anche i genitori dei funzionari corrotti.

Il signor Yang ha anche condiviso un fatto avvenuto prima di fuggire dalla Cina alla fine del 2022: subito dopo aver espresso le sue opinioni sulla piattaforma di social media cinese WeChat, esprimendo frustrazione per essere stato confinato a casa durante il lockdown dovuto alla pandemia, è stato «invitato per un tè», cioè interrogato dalle autorità, presso la stazione di polizia.

Li Jicheng, proprietario di una start-up informatica della provincia dello Shandong, ha raccontato di come la polizia abbia fatto visita ai suoi genitori a Tai’an e li abbia minacciati, per via della sua partecipazione all’evento davanti al consolato cinese a Los Angeles. «Il 7 giugno, la polizia è andata a casa dei miei genitori e li ha minacciati, esortandoli a convincermi a tornare in Cina e ad arrendermi».

«Mi hanno avvertito di una possibile incarcerazione e dato istruzioni su come comportarmi e di cessare le attività che avrebbero potuto offuscare l’immagine del Pcc. Tutto ciò che faccio all’estero è in linea con i diritti umani fondamentali e con la normale condotta».

«Speranza per la Cina»

In risposta alle autorità che accusano i genitori di non aver educato adeguatamente i propri figli e di non aver impedito loro di opporsi al Pcc, il signor Zhang ha spiegato: «Una volta che un figlio compie 18 anni, diventa un individuo legalmente indipendente e responsabile delle proprie azioni. I genitori non dovrebbero essere implicati o ritenuti responsabili».

Ha sottolineato che invece la capacità delle generazioni più giovani di discernere il giusto dallo sbagliato e di pensare in modo indipendente indica una genitorialità di successo.

In qualità di esperto di diritto cinese, il signor Zhang ha affermato: «Secondo il codice civile cinese, ogni persona possiede dignità e una personalità indipendente con cui non si dovrebbe interferire. Le accuse della polizia cinese contro i genitori sono prive di fondamento legale».

Sottolineando l’importanza della legalità giurisdizionale, il signor Zhang ha sottolineato che le proteste presso i consolati cinesi negli Stati Uniti non rientrano nell’autorità del Pcc.

Ha inoltre visto un numero crescente di giovani cinesi parlare contro il Partito, e ciò gli dà speranza. «Dovrebbero essere incoraggiati. Quando più giovani in Cina riusciranno a resistere all’indottrinamento e ad opporsi coraggiosamente all’oppressione, ci sarà speranza per la Cina».

Il 15 giugno, il Partito Democratico Cinese ha organizzato a Los Angeles una «Mostra fotografica sui 100 anni di atrocità del Pcc». Durante l’evento, il gruppo ha incoraggiato i partecipanti a documentare casi di enti o individui che eseguono gli ordini di Pechino, come le molestie e minacce contro i loro parenti in Cina, e a denunciare questi fatti all’Fbi. L’organizzatore dell’evento ha affermato che tale documentazione potrebbe portare a future restrizioni sui visti e misure di responsabilità nei confronti degli autori coinvolti.

 

Versione in inglese: Rights Activists Call Out Chinese Authorities for Allegedly Harassing Their Family Members in China

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