Migliaia di praticanti del Falun Gong, con i loro valori morali di vita quotidiana fondati su verità, compassione e tolleranza, arrivano da tutto il mondo e per qualche giorno ogni anno sfilano nelle maggiori città americane [e di tutto l’Occidente, ndt], indossando magliette gialle su cui è stampato ‘la Falun Dafa è buona’. Fanno raduni e sfilate, parlano con i politici, e distribuiscono volantini per informare e risvegliare le coscienze delle persone. Questa mobilitazione di massa è iniziata quando, il 20 luglio 1999, il Partito Comunista Cinese ha iniziato a perseguitare 100 milioni di praticanti in tutto il Paese.
Fino a poco tempo fa, la risposta a una persecuzione del genere avrebbe potuto generare l’imposizione di sanzioni commerciali, accesi dibattiti alla Commissione diritti umani delle Nazioni Unite, la solidarietà del Parlamento e una grande copertura mediatica. La situazione lo giustificherebbe senza dubbio, ma molti Paesi si sono trovati a fare affari con la Cina, e di conseguenza nessuno ha voluto esporsi.
Negli ultimi sedici anni, è stato fatto uno sforzo ininterrotto per informare e smuovere le coscienze delle persone: da una parte l’impegno individuale di migliaia e migliaia di infaticabili praticanti del Falun Gong (dentro e fuori dalla Cina), dall’altra un gruppo di investigatori che hanno scritto libri o realizzato accurati documentari.
Sforzi di questo genere hanno portato buoni risultati in passato; la Storia moderna ha infatti dimostrato come mezzi non violenti siano riusciti a ottenere risultati considerati impossibili, come l’indipendenza dell’India nel 1947 e la caduta del comunismo (con il crollo del Muro di Berlino nel 1989 e dell’Urss nel 1991).
L’ultimo grande evento organizzato dai praticanti del Falun Gong è stato a Los Angeles il 14 ottobre 2015. In un raduno autorizzato, i praticanti in maglietta gialla informavano le persone sulla spietata e massiccia persecuzione del Falun Gong in Cina, che include l’autorizzazione del Partito comunista al prelievo forzato degli organi da praticanti del Falun Gong in vita. Un business conosciuto col nome di ‘turismo dei trapianti’.
IL TURISMO DEI TRAPIANTI IN CINA
Il turismo dei trapianti è di fatto un omicidio su richiesta, che viene commesso nell’ambito della compravendita di un organo da parte di un malato, che va in Cina con l’obiettivo di sottoporsi a un trapianto. È un notevole giro di affari, sia per i militari cinesi che per le cliniche private, come spiega chi ha indagato su questo crimine: i due candidati al premio Nobel David Matas (avvocato internazionale per i diritti umani) e David Kilgour, ex ministro degli esteri canadese per la regione Asia-Pacifico.
Le prove del prelievo forzato di organi da prigionieri di coscienza in Cina sono diventate sempre più numerose, da quando Matas e Kilgour hanno pubblicato la loro indagine nel 2006. Un’inchiesta in cui si conclude che la stragrande maggioranza degli organi prelevati non proviene da criminali condannati a morte, ma da prigionieri di coscienza, soprattutto praticanti del Falun Gong, che fra l’altro rappresentano la ‘comunità’ più grande nelle carceri cinesi.
Nella sua indagine del 2006, Matas definisce questo sistematico prelievo forzato di organi da Parte del Partito Comunista Cinese come una «nuova forma di Male, che non si era mai vista prima su questo pianeta».
Il Dottor Dana Churchill è un naturopata di Pasadena, ed è anche uno dei membri fondatori della Ong con sede a Washington Dottori contro il Prelievo forzato di Organi [Doctors Against Forced Organ Harvesting, Dafoh, ndt]; il dottor Churchill è intervenuto ai raduni di Los Angeles e Santa Monica dello scorso ottobre: «Il mondo non ha mai visto un crimine più orribile e barbarico di quello che il Partito Comunista Cinese commette contro il Falun Gong. Ma non solo: anche gli uiguri, i cristiani, i tibetani sono vittime del prelievo forzato dei loro organi. Contro la loro volontà, mentre sono ancora vivi, quando sono nella fase migliore delle loro vite, tra i 20 e i 40 anni».
Secondo le ultime informazioni il numero delle persone uccise va molto oltre le stime originarie di diversi investigatori e organizzazioni; il dottor Churchill infatti ha detto che «per quanto riguarda il Falun Gong, secondo la Dafoh ci sarebbero approssimativamente 65 mila morti».
Il 17 luglio 2015 la Woipfg [World Organization to Investigate the Persecution of Falun Gong, Organizzazione mondiale di indagine sulla persecuzione del Falun Gong, ndt] ha dichiarato che «la conclusione è che dal 20 luglio 1999 il Partito Comunista Cinese, diretto dall’ex capo Jiang Zemin, si è servito dell’intero apparato statale per prelevare con la forza gli organi da praticanti del Falun Gong ancora in vita nell’ambito della campagna di Jiang tesa a ‘distruggere fisicamente’ i praticanti. Questo è un genocidio, un crimine contro l’umanità».
MESSAGGIO AL PUBBLICO
Il messaggio dei praticanti del Falun Gong che si riuniscono nei parchi e nelle strade degli Stati Uniti e di tutto l’Occidente, è espresso in modo chiaro diretto dalle loro stesse parole, dagli striscioni, dai volantini: portare Jiang Zemin di fronte alla legge e, per chi vive nella Cina continentale, annullare la propria iscrizione al Pcc.
Judy, che è venuta dal New Jersey per dare volantini alle persone di Santa Monica, spiega che l’obiettivo è «rendere di pubblico dominio quello che sta succedendo in Cina per porvi fine». Judy è una delle centinaia di praticanti del Falun Gong in maglietta gialla radunati a Santa Monica.
Affinché un movimento spontaneo abbia successo, è essenziale che l’opinione pubblica sia più che informata: le persone devono venire toccate e divenire un supporto attivo alla causa umanitaria.
Il messaggio del dottor Churchill è stato infatti di partecipare coinvolgendo anche altre persone: «Attivatevi. Fate tutto quello che potete per informare altre persone: parlatene ai vostri partentie e amici, ai politici; tutti devono sapere. Parlatene a tutti senza fermarvi finché non sarà finita la persecuzione. Non arrendetevi».
LE SCOPERTE DEI RICERCATORI DIVENTANO FILM INDIPENDENTI
Il lavoro di Matas e Kilgour ha ricevuto un premio Peabody per il documentario Human Harvest (o David and Goliath).
Ethan Gutmann, un giornalista investigativo specializzato sulla Cina, ha trovato le prove del fatto che la prassi di uccidere i dissidenti politici per prelevarne gli organi era già iniziata prima del 1999. Gutmann sostiene che, quando i praticanti del Falun Gong – messi fuori legge – hanno iniziato a riempire le carceri cinesi, il Pcc si è trovato una fornitura di organi pronta all’uso.
Nel recente film della Pbs [l’ente pubblico di informazione statunitense simile alla Rai, ndt], Hard to believe, il giornalista dichiara inoltre che ci sono mezzo milione di praticanti del Falun Gong detenuti. Gutmann ha raccolto quello che ha scoperto nel libro The Slaughter: Mass Killings, Organ Harvesting, and China’s Secret Solution to Its Dissident Problem.
LAVORARE PARTENDO DALLA BASE FUNZIONA
Sembra che le persone stiano ascoltando gli attivisti del Falun Gong: nel 2013 la Dafoh ha raccolto 1 milione e mezzo di firme in 50 nazioni; una petizione cartacea e internet ha chiesto all’alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite di intervenire per porre fine al prelievo forzato di organi e alla persecuzione. Ma l’Onu, nonostante la mobilitazione popolare, non ha risposto.
Il dottor Churchill ha dichiarato che «la Dafoh ha moltissimi iscritti in giro per il mondo. È possibile verificare la lista del comitato direttivo sul sito internet; ci sono moltissimi medici, professori, presidi di facoltà delle maggiori università al mondo. Tutte persone che hanno fatto un ottimo lavoro. Ma dobbiamo fare di più, perché non è ancora finita».
Uno dei progetti in corso della Dafoh è la raccolta di altre firme via internet, sul sito dafoh.org.
Dopo aver saputo del turismo dei trapianti in Cina, anche altri si sono attivati dal punto di vista legislativo. Israele, come spiega il sito Woipfg, ha proibito l’intermediazione di organi e abolito il rimborso assicurativo per chi si sottoponga a trapianto in Cina.
Il ministro della Salute australiano, ha posto fine sia ai corsi di formazione in trapianto di organi per i medici cinesi sia alla ricerca congiunta in questo campo.
Nel 2006, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che condanna la persecuzione dei praticanti del Falun Gong e che esprime preoccupazione per i report che dimostrano il prelievo forzato di organi. Otto anni dopo, nel 2014, una risoluzione/proposta di legge simile non è stata convertita in legge dalla Camera dei deputati degli Stati Uniti perché non è mai stata inserita a calendario per il voto, nonostante il numero record di deputati che la presentavano. Un secondo tentativo, la Risoluzione 343, è stata proposta per il 2015, ma rischia di subire la stessa sorte se qualcosa non cambia.
Finché la persecuzione e il turismo dei trapianti non saranno finiti, i praticanti del Falun Gong continueranno a portare il loro messaggio nelle strade.
IL FALUN GONG COME PRATICA SPIRITUALE
Il Falun Gong era relativamente sconosciuto in Occidente, fino a prima dell’inizio della persecuzione. Leggendo il sito della Falun Dafa si può vedere come si tratti di una pratica di coltivazione interiore del corpo e della mente che affonda le proprie radici nella scuola buddista. Prevede elevati standard morali a cui ispirare la propria vita, diversi esercizi fisici e di una pratica di meditazione.
La persecuzione è iniziata in parte a causa della sua immensa popolarità, quando il numero dei praticanti del Falun Gong ha superato di gran lunga quello degli iscritti al Partito comunista; Jiang Zemin, allora leader del partito, secondo il sito di informazione della Falun Dafa mosso fondamentalmente da ‘invidia’, ha creato quindi l’Ufficio 6-10 con l’obiettivo di eliminare il Falun Gong. Questa struttura compenetra ogni aspetto della società cinese, ed noto per brutalità e pratiche di tortura, al punto che – come spiega il sito della Falun Dafa – «Le proporzioni e l’obiettivo degli abusi in atto sono tali da renderli probabilmente la più grande persecuzione religiosa al mondo».
Le opinioni espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times.
Articolo in inglese: China’s Transplant Tourism Is Murder on Demand