Durante un discorso tenuto presso una compagnia di navigazione statale, Xu Aisheng, un importante quadro del Partito Comunista ha condannato la corruzione nelle aziende e nel Partito, millantando l’abilità di abbattere i potenti quadri. Di solito tali interventi sono considerati riservati, ma in questa circostanza le parole sono trapelate online.
Dalla lettura del discorso emerge una comprensione senza precedenti della campagna anti-corruzione in Cina, che dal 2012 Xi Jinping e i suoi luogotenenti stanno conducendo per tentare di cambiare la cultura dell’illegalità all’interno del Partito Comunista e delle sue ramificazioni. L’intervento costituisce inoltre un vivido sguardo ai membri di questa campagna, infervorati da lotte e da sprazzi di millanteria.
All’inizio alcuni utenti cinesi di internet hanno gioito nel vedere pubblicate online svariate sintesi del discorso, che mettevano in evidenza le parole e i modi di pensare di un alto funzionario di Stato, ma sono state subito eliminate. Tuttavia, la versione completa è rimasta disponibile su alcuni siti cinesi all’estero; sebbene non sia stato possibile verificarne la veridicità, molte persone la ritengono autentica.
Xu è un alto funzionario della Commissione centrale di Disciplina e d’Ispezione, un’agenzia di polizia segreta gestita dal Partito che si concentra specificamente sui crimini e sulle infrazioni che investono i membri del Partito Comunista. Questa commissione invia delle squadre investigative in tutta la Cina e, allo scopo di revisionare i conti e individuare comportamenti avidi di guadagno, colloca delle piccole squadre di agenti all’interno delle imprese statali e degli organi del Partito.
Tutto è cominciato due mesi fa, quando Xu era stato promosso leader del gruppo d’indagine all’interno della China Ocean Shipping Company, una compagnia di navigazione statale che dà lavoro a quasi 40 mila persone e che, nei primi tempi, fatturava circa nove miliardi di euro l’anno. Dall’alto della sua posizione, l’importante dirigente aveva manifestato un certo ardore nello stabilire la sua autorità all’interno dell’azienda, che viene chiamata abitualmente Cosco. Per fare un esempio Xu si vantava di come avesse sradicato e abbattuto numerose ‘grandi tigri’, un termine utilizzato per definire i potenti funzionari corrotti. Tra i nomi ‘eccellenti’ figuravano l’ex ministro delle Ferrovie Liu Zhijun e Shuai Junqing, vice direttore generale della State Grid Corporation of China, la più grande società elettrica al mondo.
I quadri direttivi che ricoprono simili cariche detengono il controllo di un patrimonio di miliardi di euro e solitamente alleggeriscono enormi somme di denaro dalle casse pubbliche. Liu Zhijun, che si dice abbia sottratto oltre 125 milioni di euro, era stato uno dei più importanti successi di Xu. «Sappiamo tutti che Liu fosse attivo nei suoi ‘impegni sociali’ e sappiamo tutti che avesse protettori di alto livello. Tuttavia, ciò nonostante è finito in carcere. Qualcuno ha detto qualcosa in sua difesa? Qualcuno ha avuto il coraggio di dire qualcosa del genere?», aveva avvertito Xu nel suo discorso trapelato online. «Io in persona ho consegnato Liu in prigione».
Xu aveva ricordato con scherno un altro funzionario di nome Ma Jian, ex viceministro del Ministero della Sicurezza di Stato, una carica abitualmente ritenuta molto potente. Ma aveva messo in guardia Xu dall’indagare su un funzionario della State Grid Corporation of China, in quanto spia protetta dal Ministero della Sicurezza. Ma Xu avrebbe poi respinto la richiesta, imperterrito: «Nessun problema, se vuoi che delle persone mi seguano, allora fa che mi seguano. Se vuoi che qualcuno mi spii, allora fa che mi spii. Non mi importa». Xu aveva poi raccontato che altri colleghi, inclusi quelli della State Grid Corporation of China, gli avevano consigliato di non offendere Ma, in quanto membro del Ministero della Sicurezza. Ma alla fine, sei mesi dopo, anche lui sarebbe stato incarcerato. «Quello che ho intenzione di dire a tutti voi, in qualità di capo del gruppo d’ispezione disciplinare all’interno di questa azienda, è che io non ho paura di offendere nessuno».
Per prendere di mira delle reti clientelari con stretti legami con una fazione, gli analisti sospettano che Xu abbia avuto il sostegno diretto di Wang Qishan, direttore della State Grid Corporation of China. Funzionari del calibro di Liu Zhijun e Ma Jian hanno operato nell’ombra per decenni, grazie alla loro appartenenza a una vasta rete di clientelismo e d’influenza connessa alla dinastia politica di Jiang Zemin, ex leader del Partito Comunista Cinese attualmente anche lui nei guai per svariati crimini – primi tra tutti genocidio e crimini contro l’umanità per il ruolo avuto nella persecuzione del Falun Gong.
Il primo a voler smantellare questa cricca di compari è stato Xi Jinping, da quando è salito al potere alla fine del 2012. Per fare un esempio sul rapporto tra questi legami, si ritiene che Ma Jian abbia avuto stretti legami con Zeng Qinghong, mente politica di Jiang Zemin per oltre due decenni, mentre Liu Zhijun, eliminato nel 2011, è noto per aver goduto di una stretta relazione con Jiang Zemin.
Xu aveva scoperto che una delle forme di corruzione all’interno della Cosco riguardava il pagamento per il gioco del golf con i fondi aziendali. Infatti, dalle statistiche del 2013, risultava una spesa di circa 500 mila euro da parte di 198 funzionari in 118 attività connesse al golf. L’indignazione di Xu non si è fatta attendere, dichiarando di non aver mai sentito parlare di «una qualunque azienda occidentale dove i suoi dirigenti mangiano, bevano e giocano a golf con i fondi pubblici. È impossibile! Sono solo i nostri funzionari del Partito Comunista che sfruttano le scappatoie amministrative». A un certo punto del discorso aveva detto che «persino Xi Jinping è a conoscenza del fatto che giochiate a golf».
Xu ha poi fatto l’esempio di Phil Heatley, un ex ministro della Nuova Zelanda che aveva rinunciato al suo portafoglio inerente alle spese d’alloggio e di pesca. Heatley era stato infatti scoperto mentre utilizzava indebitamente il suo conto spese ministeriale per acquistare due bottiglie di vino (per un valore di circa 60 euro), facendo passare la spesa per una cena. «Persino un incidente del genere è stato considerato un caso importante di corruzione – aveva redarguito Xu – Pensateci bene ancora tutti quanti: se ha mangiato e bevuto con il denaro pubblico, era giusto che finisse il suo pasto? Sarebbe stato corretto che usasse il suo conto spese per giocare a golf?».
La serietà di Xu nella lotta contro la corruzione, tuttavia, è stata controbilanciata dalla sua discutibile spiegazione riguardo a come risolvere il problema alla radice. Non tramite un sistema giudiziario indipendente, una condizione di vero Stato di diritto o di trasparenza verso la popolazione, ma aumentando il controllo del Partito Comunista sulle funzioni statali e delle aziende e attraverso la cosiddetta «disciplina di Partito», un termine che identifica una serie di misure coercitive adottate dai membri del Partito in accordo alla sua ideologia.
Il quadro del Partito ha anche raccontato l’aneddoto di quando non era riuscito a farsi consegnare la bandiera ufficiale del Partito Comunista Cinese nel suo ufficio da un suo subalterno, dopo un’intera settimana di attesa. Quando aveva chiesto spiegazioni al direttore generale per il ritardo, gli era stato spiegato che le bandiere del Partito sarebbero state difficili da reperire. «Ero indignato – aveva ricordato Xu – Ho detto che questo è il mondo del Partito Comunista. Com’è possibile che non si riesca a comprare una bandiera del Partito? Che assurdità!».
Articolo in inglese: ‘China Party Investigator’s Bravado on Display in Leaked Internal Speech‘