Il noto avvocato per i diritti umani Wang Yu è stata portata via con la forza dalla sua casa il 9 luglio 2015 dagli agenti di polizia. La Wang ha difeso numerosi clienti in casi politicamente sensibili, come quelli che coinvolgono gli attivisti per i diritti umani o i praticanti religiosi.
L’ambasciatore del Canada in Cina ha chiesto il rilascio di oltre cento persone tra avvocati dei diritti umani e attivisti, un’azione che alcuni descrivono come una violazione del protocollo.
Il Dipartimento per gli Affari Esteri canadese ha anche sollevato pubblicamente la situazione del noto avvocato Wang Yu. La Wang è un avvocato che si occupa di quei gruppi di persone presi di mira dal regime cinese.
«Il Canada è seriamente preoccupato per le situazioni di detenzione, arresto, interrogatorio o scomparsa degli avvocati e degli attivisti che difendono i diritti legali dei cittadini cinesi, che attualmente si stanno verificando in Cina. Al giorno d’oggi, sono state prese di mira oltre cento persone», ha dichiarato Guy Saint-Jacques, ambasciatore del Canada in Cina, in un comunicato pubblicato il 16 luglio sul sito web dell’ambasciata canadese a Pechino.
«Questo generale giro di vite è iniziato subito dopo che un gruppo di avvocati e attivisti ha rilasciato una dichiarazione pubblica di condanna della scomparsa dell’avvocato per i diritti umani Wang Yu, di suo marito Bao Longjun e del loro figlio 16enne».
«Questo metodo di rilasciare una dichiarazione pubblica è una tendenza importante e sicuramente indica la frustrazione del nostro Governo riguardo agli eventi recenti», ha dichiarato Carole Samdup, direttrice esecutiva del Comitato del Tibet in Canada.
La 44enne Yu ha attirato l’attenzione internazionale nel 2014 dopo aver affrontato la feroce resistenza del regime nei confronti del suo tentativo di difendere, nella provincia Nord-orientale dell’Heilongjiang, quattro praticanti della disciplina spirituale del Falun Gong. La Wang ha pubblicamente criticato le forze della sicurezza cinesi per averle impedito di contattare i suoi clienti e per averla intimidita.
Ha anche denunciato il giudice per il modo in cui ha interrotto le normali procedure e ha ignorato la legge cinese nell’interagire con i suoi clienti.
Secondo alcune testimonianze, la Wang è stata violentemente buttata fuori dal tribunale dopo aver sollevato questioni analoghe. Il caso è avvenuto il 2 luglio nella città di Sanhe, nella provincia dell’Hebei. L’avvocato ha presentato una denuncia alla Procura di Sanhe accusandola di aver commesso atti illegali.
Il 9 luglio, la Wang è stata trascinata fuori dalla sua casa di Pechino da oltre una dozzina di poliziotti.
ALTRO:
- Forze di sicurezza cinesi cercano di reprimere avvocati dei diritti umani
- In Cina lo Stato di diritto è minato dai processi giudiziari
La Chinese Human Rights Defenders, un’ong che si occupa dei diritti umani, ha riferito che Wang Yu aveva inviato urgentemente un messaggio:
«Subito dopo che ho salutato mio figlio e mio marito in partenza per l’aeroporto, l’elettricità in casa è saltata improvvisamente… Poi, ho sentito qualcuno bussare alla porta. Attraverso lo spioncino non sono riuscita a vedere nessuno, solo il buio. Di tanto in tanto, ho sentito alcune voci basse e soffocate. Non riesco a contattare telefonicamente né mio marito né mio figlio. Che cosa gli è accaduto?»
La Chinese Human Rights Defenders non ha specificato in che modo il messaggio è stato inviato.
«Il Canada chiede alla Cina di rispettare i suoi obblighi riguardo ai diritti umani, di liberare gli avvocati e gli attivisti detenuti e di intraprendere significative azioni volte ad attuare e a rispettare lo Stato di diritto in Cina», ha specificato l’ambasciatore del Canada nella sua dichiarazione.
A giugno il regime cinese ha effettuato la seconda revisione delle leggi penali, prevedendo di aggiungere alla lista dei comportamenti criminalizzati nell’aula giudiziaria, le seguenti voci: «grave disturbo dell’ordine dell’aula giudiziaria», «insulto, diffamazione o minaccia dei funzionari giudiziari o dei partecipanti al processo» e «disinteressamento degli ammonimenti della corte».
A ottobre 2014 più di cinquecento avvocati hanno protestato firmando una lettera aperta, dopo che per la prima volta gli emendamenti erano stati inseriti in un disegno di legge. Questi avvocati hano detto che parole come «diffamazione» e «insulto» erano troppo vaghe e potrebbero essere utilizzate per accusare gli avvocati per qualunque cosa potrebbero dire in difesa dei loro clienti o per attirare l’attenzione sugli illeciti commessi dai giudici.
Articolo in inglese: ‘Canada ‘Gravely Concerned’ for Detained Chinese Rights Lawyer‘