Disbiosi intestinale Sintomi, cause e trattamenti naturali

di Redazione ETI/Terri Ward
28 Aprile 2025 16:36 Aggiornato: 28 Aprile 2025 16:36

La disbiosi, disturbo che affligge milioni di persone, rimane spesso non diagnosticata. Consiste in uno squilibrio nei microrganismi che popolano il corpo umano, capace di incidere profondamente sulla salute. La varietà dei sintomi e l’assenza di test standardizzati rendono complesso riconoscerla, favorendo la sua sottovalutazione.

L’alterazione del microbiota intestinale, ovvero la flora batterica, scatena infiammazioni croniche e contribuisce allo sviluppo di patologie gastrointestinali, mentali, neurodegenerative, autoimmuni e metaboliche. Anche una sola cura antibiotica o un’alimentazione squilibrata possono compromettere l’equilibrio microbico. Un approccio mirato permette tuttavia di individuarla e correggerla, favorendo il ripristino del microbiota e il miglioramento della salute generale attraverso un’alimentazione adeguata, modifiche dello stile di vita e terapie naturali.

QUALI SONO LE CAUSE DELLA DISBIOSI?

La disbiosi si verifica quando la composizione o la funzionalità del microbiota intestinale viene alterata. Una riduzione della diversità microbica, la perdita di microrganismi benefici o la proliferazione di agenti patogeni possono manifestarsi isolatamente o congiuntamente, provocando effetti differenti a seconda della loro localizzazione. Una minore varietà intestinale può, ad esempio, influire sul cervello causando alterazioni dell’umore o problemi di memoria, mentre una crescita batterica eccessiva sulla pelle può favorire l’eczema.

In alcuni casi, la disbiosi deriva dalla presenza di microrganismi in aree del corpo non appropriate. Nei pazienti affetti da cirrosi epatica, batteri orali possono colonizzare l’intestino alterandone l’equilibrio; nella sovracrescita batterica dell’intestino tenue, microrganismi normalmente presenti nel colon si moltiplicano in una sede inadatta, provocando gonfiore, dolore e malassorbimento. Il rapporto tra disbiosi e malattia è spesso bidirezionale: alterazioni del microbiota possono favorire patologie come il diabete di tipo 1 o il morbo di Parkinson, ma allo stesso tempo alcune malattie possono indurre disbiosi.

Numerosi fattori favoriscono l’insorgenza di questo squilibrio, tra cui infezioni virali o batteriche, patologie preesistenti come le malattie infiammatorie intestinali, l’obesità o le epatopatie croniche. E abitudini scorrette come fumo, consumo di alcol, sedentarietà, mancanza di sonno e stress. Anche un’igiene inadeguata o eccessiva, diete sbilanciate, l’uso di farmaci come antibiotici, statine o antidepressivi, nonché una predisposizione genetica o esposizioni ambientali a pesticidi e inquinamento, risultano determinanti. Fattori come il parto cesareo, l’allattamento artificiale e cambiamenti ormonali durante pubertà, gravidanza o menopausa incidono ulteriormente sul rischio di sviluppare disbiosi.

QUALI SONO I SINTOMI DELLA DISBIOSI?

Benché spesso associata al tratto intestinale, la disbiosi coinvolge anche il microbiota cutaneo, orale e vaginale. Il corpo umano ospita un numero di cellule batteriche paragonabile a quello delle cellule umane, e il loro patrimonio genetico supera quello umano di 100 volte. Quando l’equilibrio microbico si altera, possono manifestarsi sintomi inattesi, compromettendo l’assorbimento dei nutrienti, la risposta immunitaria e l’integrità delle barriere protettive.

I primi segnali si presentano generalmente come disturbi gastrointestinali, quali alitosi, meteorismo, gonfiore, intolleranze alimentari, crampi, diarrea e presenza di muco nelle feci. Al di fuori dell’intestino, si osservano disturbi genitourinari, come prurito o secrezioni vaginali, problemi dermatologici come eruzioni cutanee, patologie orali come carie e gengive sanguinanti, oltre a sintomi sistemici quali stanchezza cronica e alterazioni del benessere mentale, che includono depressione, ansia e difficoltà cognitive. In alcuni casi, la disbiosi può progredire senza sintomi evidenti, esercitando comunque un impatto significativo sulla salute.

QUALI SONO I TIPI DI DISBIOSI?

La disbiosi può essere classificata in base alla sede, alla causa o agli assi di interconnessione tra microbiota e organi. La forma più studiata è quella intestinale, associata a patologie come le malattie infiammatorie intestinali e la sindrome dell’intestino irritabile. La disbiosi orale si manifesta con problemi come gengivite e parodontite; quella vaginale con alterazioni che includono la vaginosi batterica; mentre la disbiosi cutanea contribuisce a condizioni come eczema e acne.

COME VIENE DIAGNOSTICATA LA DISBIOSI?

La mancanza di linee guida diagnostiche chiare rende complesso identificare la disbiosi. I test variano da struttura a struttura e analizzano le interazioni tra microbi, metaboliti e ospite umano, richiedendo interpretazioni esperte. Tra gli strumenti diagnostici, la coltura fecale rileva specifici patogeni senza cogliere l’intero ecosistema microbico, mentre il test del respiro è utile nella sovracrescita batterica dell’intestino tenue. Endoscopia e colonscopia consentono di osservare direttamente l’intestino ma non valutano la disbiosi.

Test di medicina funzionale, come l’analisi completa delle feci, i test di permeabilità intestinale, gli acidi organici urinari e le analisi di sensibilità alimentare, offrono una valutazione più dettagliata degli squilibri microbici.

QUALI SONO LE COMPLICAZIONI DELLA DISBIOSI?

La disbiosi promuove infiammazioni croniche, compromette le barriere mucose e altera la risposta immunitaria e metabolica. La prevalenza di agenti patogeni può aggravare o innescare numerose patologie. Tra queste si annoverano malattie orali, disturbi gastrointestinali, patologie neurodegenerative, cardiovascolari, respiratorie, renali, uro-genitali, psichiatriche, cutanee, metaboliche, autoimmuni e diversi tipi di tumori. Ulteriori complicanze includono l’endotossiemia, provocata dal passaggio di tossine batteriche nel sangue, e la risorzione ossea — processo in cui il tessuto osseo viene degradato e riassorbito — favorita dall’infiammazione e dalla carenza di nutrienti.

QUALI SONO I TRATTAMENTI PER LA DISBIOSI?

Le terapie convenzionali si concentrano sulla gestione delle infezioni e degli squilibri gravi. L’eliminazione dei ceppi nocivi avviene tramite antibiotici o antifungini, mentre il trapianto di microbiota fecale rappresenta un trattamento efficace, soprattutto contro le infezioni da Clostridioides difficile. In caso di disbiosi indotta da farmaci, si può intervenire sospendendo o modificando la terapia.

Approcci emergenti puntano alla modulazione del microbiota mediante farmaci mirati. I probiotici, sebbene ampiamente utilizzati, presentano un’efficacia variabile a seconda del ceppo e delle condizioni individuali e dovrebbero essere selezionati sulla base di analisi specifiche.

QUALI SONO GLI APPROCCI NATURALI ALLA DISBIOSI?

Contrastare la disbiosi richiede interventi dietetici e modifiche dello stile di vita. Una dieta priva di alimenti processati e zuccheri aggiunti, ma ricca di proteine nobili, grassi naturali, frutta, noci e olio d’oliva, favorisce la diversità microbica, aumentando la presenza di batteri benefici e riducendo l’infiammazione. Alimenti fermentati, fibre prebiotiche e polifenoli rafforzano ulteriormente il microbiota.

La medicina funzionale applica il modello delle “5 R”: rimuovere i fattori dannosi, reintegrare nutrienti e supporti digestivi, reintrodurre microrganismi benefici, riparare le barriere mucose e riequilibrare lo stile di vita. Rimedi naturali come aglio, melograno ed estratto di tè verde, insieme alla gestione dello stress, all’attività fisica e al contatto con la natura, completano l’approccio.

COME INFLUISCE LA MENTALITÀ SULLA DISBIOSI?

Lo stress psicologico altera l’equilibrio microbico, aumentando la permeabilità intestinale e riducendo la diversità batterica. Il circuito dinamico tra intestino, cervello e microbiota sottolinea l’importanza di pratiche come la mindfulness e la respirazione profonda per mantenere un ambiente interno favorevole alla salute microbica.

COME PREVENIRE LA DISBIOSI?

La prevenzione della disbiosi passa attraverso abitudini corrette in ogni fase della vita. Durante la gravidanza, una dieta equilibrata, l’uso di probiotici e il parto naturale favoriscono lo sviluppo di un microbiota sano. Nell’infanzia e nell’adolescenza, un’alimentazione ricca di fibre, un’igiene regolare e la riduzione dell’esposizione a zuccheri e antibiotici rafforzano l’equilibrio microbico. In età adulta, uno stile di vita sano, la gestione dello stress, una dieta low carb e un sonno adeguato rappresentano strumenti efficaci per mantenere il microbiota in salute.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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