Cossiga (Aiad): la politica spieghi che armarsi per difesa è una necessità

di Agenzia Nova
28 Aprile 2025 16:44 Aggiornato: 28 Aprile 2025 16:44

«30 anni fa esistevano due mondi: il blocco occidentale, con Usa ed Europa, e chi comprava da Mosca. Poi sono arrivati i cinesi. Oggi c’è un terzo gruppo di Paesi – Corea del Sud, Turchia, persino Portogallo – che producono sistemi magari meno sofisticati, ma subito disponibili. La Polonia, per esempio, ha ordinato artiglieria semovente ai coreani: forse meno raffinata, ma pronta per la consegna. Se la minaccia è oggi, non puoi aspettare tre anni. E i turchi, all’inizio del conflitto ucraino, erano gli unici ad avere droni subito pronti. Questi nuovi attori sanno cosa serve e lo producono in fretta. E stanno prendendo fette di mercato importanti, anche in Europa». Spiega Giuseppe Cossiga, già sottosegretario alla Difesa e oggi presidente di Aiad (la Federazione delle imprese italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza) nonché presidente di Mbda Italia, in una intervista al quotidiano Il Tempo.

«In Italia il tema della difesa resta socialmente delicato. C’è una cultura pacifista radicata – prosegue Cossiga – che viene da due mondi molto diversi ma oggi convergenti: quello cattolico e quello della sinistra storica. Non è una critica, è una constatazione. Ma se non maturiamo la consapevolezza di ciò che sta accadendo, se la politica non trova il coraggio di raccontare la realtà e spiegare la necessità degli investimenti in difesa, allora saranno i fatti a travolgerci. E se lo si capisce troppo tardi, il conto da pagare è sempre molto salato», conclude.

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