Verso un nuovo assetto del commercio internazionale

di Redazione ETI/Jacob Burg
24 Aprile 2025 7:49 Aggiornato: 24 Aprile 2025 9:49

L’amministrazione Trump ha intrapreso un ambizioso percorso di ridefinizione delle relazioni commerciali internazionali, avviando negoziati con oltre 90 Paesi. L’iniziativa segue l’imposizione di dazi doganali su larga scala, una misura che segna un punto di svolta nella strategia economica degli Stati Uniti.

Il 23 aprile, durante la cerimonia per la firma di un ordine esecutivo nello Studio Ovale, il ministro del Commercio Howard Lutnick ha riferito che, finora, 90 partner commerciali degli Stati Uniti si sono messi in comunicazione con la Casa Bianca.

Secondo quanto riferito, l’obiettivo dell’esecutivo è negoziare nuovi accordi commerciali «equi», sulla base di criteri di reciprocità e tutela dell’industria nazionale. Per i paesi che non troveranno un’intesa, l’amministrazione è pronta a fissare dazi specifici, con tempistiche che potrebbero concretizzarsi nelle prossime settimane.

Un’attenzione particolare è riservata alla Cina, con cui gli Stati Uniti sono impegnati in una complessa guerra commerciale. Se da un lato il presidente non ha escluso la possibilità di un «accordo speciale» con Pechino, dall’altro il ministro del Tesoro Scott Bessent ha smentito le ipotesi di una riduzione unilaterale dei dazi, suggerendo invece che eventuali abbassamenti potrebbero avvenire solo su base reciproca. A inizio anno, la Casa Bianca aveva imposto dazi più bassi per esercitare pressioni sul regime cinese affinché limitasse l’esportazione di precursori del fentanyl. In risposta, la Cina ha applicato dazi del 125% sulle importazioni statunitensi, accompagnati da altre misure restrittive.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha reso noto che questa settimana l’amministrazione sta discutendo accordi commerciali con 34 Stati e che 18 proposte formali sono già state avanzate. Nel frattempo, dazi mirati su settori strategici come acciaio, alluminio, automobili e semiconduttori sono stati sospesi fino al 9 luglio, in attesa di ulteriori sviluppi negoziali.

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