Nixon e il Watergate, l’ombra di un Presidente

di Mirko fadda
22 Aprile 2025 11:59 Aggiornato: 22 Aprile 2025 11:59

Il 22 aprile 1994 moriva a New York Richard Milhous Nixon, il 37esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Era nato nel 1913 a Yorba Linda, in California.

Richard Nixon è ricordato per una presidenza che segna profondi cambiamenti nella politica interna ed estera degli Stati Uniti. Durante il suo mandato (1969-1974), e per una politica estera volta a ridurre le tensioni con l’Unione Sovietica. Ma anche è stato responsabile dell’apertura diplomatica (attraverso il suo ministro degli Esteri Henry Kissinger) verso la Cina e della fine della guerra in Vietnam, culminata con gli Accordi di Parigi del 1973. Tuttavia, il suo nome è indissolubilmente legato allo scandalo Watergate, un evento che ridefinisce la fiducia del pubblico nelle istituzioni americane.

LO SCANDALO WATERGATE

Lo scandalo Watergate, scoppiato nel 1972, rimane il fulcro delle discussioni sulla presidenza di Nixon. Tutto inizia il 17 giugno di quell’anno, quando cinque uomini vengono arrestati per aver tentato di installare dei dispositivi di intercettazione negli uffici del Comitato elettorale nazionale

Il Watergate Complex, il complesso di fabbricati tra i quali quello dove avvenne l’effrazione il 17 giugno 1972. Foto: Wikimedia

Democratico, situati nel complesso Watergate a Washington. Le indagini successive – pubblicate dai giornalisti del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein a loro volta guidati dal vicedirettore dell’Fbi (e braccio destro di John Edgar Hoover) Mark Felt, rivelano che l’effrazione è, in realtà, parte di un’ampia operazione di spionaggio politico orchestrata dal Comitato per la rielezione del Presidente, con legami diretti all’amministrazione Nixon.

Il lavoro instancabile di Woodward e Bernstein, supportato dalla misteriosa fonte, “Gola Profonda”– rivelatasi nel 2005, per ammissione del diretto interessato, essere appunto il vicedirettore dell’Fbi Mark Felt – porta alla luce un vero e proprio sistema di attività illegali che prevede intercettazioni, sabotaggi e finanziamenti occulti.  «La fonte nota come Gola Profonda ci ha fornito una sorta di “mappa” per  orientarsi nello scandalo. Quello che cercava di farci capire costantemente era che l’effrazione al Watergate era solo la punta dell’iceberg», dichiara Woodward.

«Cosa sapeva il Presidente, e quando ne è venuto a conoscenza?» chiede il senatore Howard Baker durante le udienze in Senato del 1973. Una domanda che sintetizza l’essenza dell’intera indagine.

La scoperta di un sistema di registrazione segreto nell’Ufficio Ovale, e in particolare la pubblicazione della registrazione nota come “pistola fumante”, una conversazione del 23 giugno 1972 tra Nixon e il suo capo di gabinetto H.R. Haldeman, è la prova decisiva. In essa, Nixon approva un piano per chiedere alla Cia di contrastare l’Fbi, sostenendo falsamente che l’indagine minacci la sicurezza nazionale. Resa pubblica dopo una sentenza della Corte Suprema, questa registrazione azzera ogni sostegno politico a Nixon, portando alle sue dimissioni il 9 agosto 1974. Nixon è il primo e finora unico Presidente statunitense ad aver lasciato l’incarico prima della fine del mandato.

Il Watergate non è solo uno scandalo politico, ma un punto di svolta per il giornalismo investigativo. L’inchiesta di Woodward e Bernstein dimostra il ruolo della stampa come “quarto potere”, capace di sfidare e abbattere il potere esecutivo. Il film Tutti gli uomini del Presidente (1976) immortala questa storia romanzandola,  e rendendo il Watergate un simbolo della lotta per la verità.

 

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