I cristiani del Medio Oriente celebrano la Risurrezione tra speranza e angoscia

di Agenzia Nova
20 Aprile 2025 15:25 Aggiornato: 20 Aprile 2025 15:25

In occasione della Pasqua le comunità cristiane del Medio Oriente si preparano a celebrare la Risurrezione di Cristo in un clima sospeso tra la speranza di pace e l’inquietudine per l’assenza di concreti segnali di distensione. Per la prima volta dopo 11 anni, la Pasqua viene celebrata oggi, 20 aprile, da tutte le principali confessioni cristiane – cattolici, ortodossi e protestanti – grazie a una rara coincidenza tra il calendario gregoriano (usato da cattolici e protestanti) e il calendario giuliano (usato da molte Chiese ortodosse per il calcolo delle festività religiose). La data della Pasqua è stabilita secondo la regola del Concilio di Nicea (325 d.C.), che la fissa come la prima domenica dopo il primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera (convenzionalmente il 21 marzo). Tuttavia, poiché il calendario giuliano è in ritardo di 13 giorni rispetto al gregoriano, la Pasqua ortodossa cade spesso in una data diversa. Nel 2025, però, il plenilunio (13 aprile) e la successiva domenica (oggi, 20 aprile) risultano allineati in entrambi i calendari, portando a questa coincidenza.

Questa unità simbolica è stata sottolineata da Papa Francesco e altri leader cristiani come un’opportunità ecumenica per promuovere il dialogo verso una data comune per la Pasqua in futuro. L’ultima volta che ciò è accaduto è stato nel 2014, e la prossima sarà nel 2028. In Terra Santa, le celebrazioni pasquali si svolgono in un clima di grave tensione. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno già annunciato che continueranno “la loro attività operativa” nella Striscia di Gaza, in Siria e in Libano anche durante la settimana della Pasqua ebraica che si conclude proprio oggi. Nella notte della domenica delle palme, i caccia israeliani hanno colpito, e distrutto, in parte, l’ospedale di al Ahli, l’unica struttura sanitaria cristiana nella Striscia di Gaza. “Nessun posto è sicuro”, ha detto Gabriel Romanelli, il parroco della chiesa latina della Sacra Famiglia a Gaza, ad “Asia News”.

In Siria e Iraq, le comunità cristiane continuano a fronteggiare le conseguenze di anni di conflitti. Organizzazioni come “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (Acs) stanno promuovendo campagne per sostenere i cristiani perseguitati, evidenziando come, nonostante le difficoltà, molti fedeli mantengano una fede incrollabile. In Siria, ad esempio, le scuole cattoliche continuano a offrire un’educazione di qualità, rappresentando un faro di speranza per le nuove generazioni nel dopo Assad. La caduta del regime di Bashar al Assad ha generato nei cristiani siriani un cauto ottimismo verso un futuro di uguaglianza, pur in presenza di forti preoccupazioni per la sicurezza. In diverse aree, infatti, gruppi armati radicali continuano a limitare libertà fondamentali e a minacciare apertamente la popolazione cristiana.

L’unità nella celebrazione della Pasqua di quest’anno è vista come un passo significativo verso una maggiore coesione tra le diverse confessioni cristiane. Il gruppo ecumenico “Pasqua Together 2025” ha lavorato per promuovere questa unione, incontrando leader religiosi come il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli e Papa Francesco. L’obiettivo è che questa celebrazione comune non rimanga un’eccezione, ma diventi una consuetudine, rafforzando i legami tra le diverse Chiese cristiane. Lo stesso Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di garantire i diritti dei cristiani in Medio Oriente, in particolare la libertà religiosa e la piena cittadinanza. Durante un incontro con il Catholicos Mar Awa III, Patriarca della Chiesa Assira d’Oriente, il Pontefice ha espresso il desiderio di celebrare la Risurrezione di Gesù in un’unica data, come segno di unità tra i cristiani. In questo contesto, la Pasqua 2025 rappresenta non solo una celebrazione religiosa, ma anche un momento di riflessione sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente.

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