In America torna l’oro nero

di Redazione ETI/Naveen Athrappully
20 Aprile 2025 16:02 Aggiornato: 20 Aprile 2025 16:02

Il ministero del Territorio degli Stati Uniti ha annunciato un significativo aumento delle stime di riserve di petrolio e gas nella Piattaforma Continentale del Golfo d’America (già Golfo del Messico). Un’analisi recente ha stimato 1 miliardo e 300 milioni di barili di petrolio in più, per un totale di 7 miliardi e 400 milioni di barili.

Le riserve comprendono 5 miliardi e 700 milioni di barili di petrolio e 7 mila miliardi e 150 milioni di metri cubi di gas naturale: un aumento del 22,6% delle risorse estraibili. «Questi dati dimostrano quello che sapevamo già: l’America è ricca di energia, e con il Presidente Trump la stiamo valorizzando», ha dichiarato il ministro dell’Interno Doug Burgum. «Il Golfo d’America è una miniera d’oro: semplificando i permessi e lavorando su nuove aree vogliamo stimolare l’economia, rafforzare la sicurezza nazionale e creare migliaia di posti di lavoro».

Il Golfo d’America, con i suoi 65 milioni di ettari di fondali, produce il 14% del petrolio grezzo americano. Secondo l’Agenzia per l’Informazione sull’Energia, oltre il 48% della raffinazione di petrolio e il 51% della lavorazione di gas naturale del Paese si concentrano lungo la sua costa. L’amministrazione Trump ha fatto dell’energia americana una priorità, puntando su esplorazione e produzione. Con un ordine esecutivo del 20 gennaio, il Presidente ha criticato le «normative restrittive e ideologiche» degli ultimi anni, che hanno bloccato lo sfruttamento delle risorse energetiche e ha incentivato le trivellazioni su terre e acque federali, incluso il Golfo, al fine da affermare gli Stati Uniti come prima potenza energetica internazionale.

Il 4 aprile scorso, il ministro dell’Interno Doug Burgum ha ordinato all’Agenzia per l’Energia Oceanica di indire una gara d’appalto per nuove concessioni di petrolio e gas nel Golfo d’America, definito «un pilastro dell’energia nazionale». Secondo le ultime stime del Boem, la regione potrebbe fruttare 29 miliardi e 590 milioni di barili di petrolio e mille miliardi e 552 milioni di metri cubi di gas. Sfruttare queste risorse «abbasserà i prezzi di benzina, generi alimentari e della qualità di vita degli americani», ha dichiarato Burgum.

Il ministero dell’Interno ha esentato il Bureau of Land Management dall’obbligo di condurre valutazioni ambientali per circa 3244 concessioni di petrolio e gas in sette Stati occidentali americani, come annunciato il 10 aprile scorso. La misura, che si basa sull’ordine esecutivo di Trump e su un successivo decreto emesso per promuovere l’estrazione energetica semplificando la burocrazia, riguarda 1 milione e 400 mila ettari in Colorado, Montana, New Mexico, Nord Dakota, Sud Dakota, Utah e Wyoming. «Non saranno effettuate dal Bureau alcune valutazioni ambientali in merito alle concessioni, ma saranno prese in considerazione delle alternative nel rispetto della legge federale sull’ambiente», ha dichiarato il ministero.

 

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