Hong Kong perseguita come Pechino

di Redazione ETI/Ben Lam
18 Aprile 2025 18:00 Aggiornato: 18 Aprile 2025 22:36

I genitori di Frances Hui Wing-ting, attivista democratica hongkongese in esilio negli Stati Uniti, sono stati sottoposti a interrogatorio dal Dipartimento di Sicurezza Nazionale della polizia di Hong Kong. La coppia è stata rilasciata lo stesso giorno senza essere arrestata.

Fuggita da Hong Kong nel luglio 2020, l’attivista è membro della Fondazione per la Libertà a Hong Kong e ha ottenuto asilo politico negli Stati Uniti. Nel 2023, il Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha emesso una taglia da un milione di dollari di Hong Kong (circa 120 mila euro) su cinque hongkonghesi residenti all’estero, tra cui Hui Wing-ting, accusati di una non meglio precisata “violazione” della Legge sulla Sicurezza Nazionale di Hong Kong. L’anno scorso, Hui è stata definita una «fuggitiva» dalla polizia, procedendo a revocarle il passaporto.

L’11 aprile scorso, la polizia di Hong Kong ha dichiarato che il Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha «convocato» due persone in una stazione di polizia per un interrogatorio. L’indagine è ancora in corso e non sono stati effettuati arresti.

Hui ha commentato su Facebook: «Prima di diventare un’attivista in esilio, ero una persona semplice, una figlia». Ha raccontato di aver imparato dai genitori a prendersi cura dei più deboli, come anziani e persone in difficoltà, sviluppando una sensibilità per le ingiustizie sociali che l’ha spinta a partecipare a movimenti e gruppi di protesta, nonostante le obiezioni familiari.

«Come ho detto pubblicamente in passato, la scelta di unirmi al movimento sociale e agli studenti è stata mia», ha precisato.
Hui ha aggiunto che non si aspettava di causare problemi ai genitori da Oltreoceano. Non conoscendo i dettagli della loro vita quotidiana, ha appreso dell’interrogatorio attraverso contatti giornalistici. Si è poi chiesta perché le autorità trattino così i suoi genitori, descritti come persone semplici e dedite alla comunità.
Oltre al rimorso per non poter essere vicina ai genitori, ha espresso rammarico per il tentativo del regime comunista di sfruttarli per intimorirla.

L’attivista ha ribadito la sua determinazione: «Di fronte alla paura, ho scelto di non piegarmi e di proseguire con la mia battaglia». «Abbiamo scelto questa strada, dobbiamo avanzare con decisione e sostenerci a vicenda, fino a quando non vedremo la luce alla fine del tunnel», ha aggiunto.

Dal 2020, con l’entrata in vigore della Legge sulla Sicurezza Nazionale, il governo di Hong Kong ha emesso mandati di arresto per 19 ricercati residenti all’estero.

A gennaio, la polizia ha perquisito l’Istituto di Ricerca sull’Opinione Pubblica di Hong Kong, dove lavorava l’ex professore, ora in esilio e ricercato, Chung Kim-wah. Il fondatore e amministratore delegato dell’Istituto di Ricerca, Robert Chung Ting-yiu, è stato interrogato due volte insieme a due colleghi dell’ex professore.
A febbraio, gli zii dell’ex consigliera distrettuale Carmen Lau Ka-man sono stati portati in una stazione di polizia, e un mese dopo è successa la stessa cosa al patrigno di Tony Chung Han-lam, in esilio nel Regno Unito.

 

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