Il ministro degli Esteri americano Marco Rubio ha dichiarato che il presidente Trump interromperà ogni sforzo di mediazione di un accordo di pace tra Russia e Ucraina, se non si vedranno progressi concreti a breve.
«Non possiamo passare mesi o settimane a cercare un accordo» ha dichiarato Rubio ai giornalisti a Parigi venerdì, al summit con i leader europei e ucraini, «Dobbiamo stabilire rapidamente, entro pochi giorni, se possiamo chiudere un accordo nelle prossime settimane».
Per spingere entrambe le fazioni a negoziare, Trump ha ventilato la possibilità di imporre dazi ancora più pesanti contro la Russia e di tagliare ogni supporto militare all’Ucraina. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito i contatti diplomatici «molto complessi», data la delicatezza della questione. «La Russia è impegnata a risolvere il conflitto, tutelando i propri interessi, ma è aperta al dialogo», ha aggiunto, sottolineando che gli sforzi continuano. Ma nonostante i recenti colloqui diplomatici, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato alla stampa russa che è «difficile arrivare a un accordo di pace» sulle «questioni più importanti». Mosca e Washington non hanno ancora gettato le basi per un cessate il fuoco, ma Lavrov ha confermato che «i negoziati proseguono».
Le condizioni richieste dalla Russia per porre fine alla guerra includono il riconoscimento della sua sovranità su quattro regioni ucraine, invase nel 2022 e considerate da Mosca territorio russo, il ritiro dell’esercito ucraino da queste aree e infine la garanzia che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato. Ma Kiev, diversi Paesi europei e alcuni funzionari dell’amministrazione Trump giudicano queste richieste inaccettabili: equivalenti di fatto a una resa totale da parte dell’Ucraina.
QUESTIONE DI GIORNI
Il mese scorso in Arabia Saudita, diversi funzionari statunitensi hanno tenuto colloqui con omologhi russi e ucraini, raggiungendo una tregua temporanea per cessare il fuoco nel Mar Nero. Il Cremlino ha però aggiunto delle condizioni a questa tregua, che Rubio ha detto sarebbero state «valutate» dagli Stati Uniti, senza però dare ulteriori dettagli.
Ai negoziati in Arabia Saudita, mediati da Washington, Mosca e Kiev avevano promesso di rispettare una tregua di 30 giorni sugli attacchi alle rispettive infrastrutture energetiche. Tuttavia, entrambe le parti si sono accusate a vicenda di aver violato più volte l’intesa.
Dopo proficui incontri a Parigi con i leader europei e ucraini, Rubio ha dichiarato di aver parlato con Lavrov, illustrandogli i punti principali del piano di pace americano. A suo avviso, le capitali europee saranno decisive in qualsiasi accordo, poiché le sanzioni contro la Russia, indipendenti da Washington, andranno probabilmente revocate per arrivare a un’intesa.
«Nessuno sta dicendo che sia possibile avere un accordo in poche ore», ha dichiarato Rubio a Parigi. «Ma entro pochi giorni dobbiamo stabilire se sia fattibile farlo il prima possibile. Altrimenti, passiamo oltre». Il Cremlino non ha ancora commentato.