Il 17 aprile, il presidente Trump ha annunciato che la Cina ha avviato negoziati per un accordo commerciale con la sua amministrazione in risposta all’aumento dei dazi americani al 145% sulle importazioni cinesi. Trump ha confermato che, dopo l’aumento dei dazi, i vertici del Pcc si sono fatti vivi più volte.
Il ministro del Commercio, Howard Lutnick, si è detto ottimista su un accordo vantaggioso per entrambe le nazioni. Il regime cinese, in risposta ai dazi americani, ha infatti alzato i dazi sulle merci statunitensi dall’84% al 125%, mentre alcuni prodotti, come veicoli elettrici e siringhe, subiscono dazi fino al 245%. Trump ha dichiarato che la Cina potrebbe non alzare ulteriormente i dazi, poiché ciò rischierebbe di ridurre la domanda per i prodotti americani: «Non voglio che i dazi cinesi salgano ancora, perché a un certo punto i consumatori smetteranno di comprare».
Sul fronte TikTok, Trump ha lasciato intendere che l’accordo sulla sua cessione dalla società madre cinese, ByteDance potrebbe essere rinviato fino alla conclusione dei negoziati sui dazi. Una legge del 2024 obbliga TikTok a tagliare i legami con la Cina, pena il divieto negli Stati Uniti per motivi di sicurezza. Il Pcc ha notoriamente dimostrato interesse a un accordo su TikTok, data l’importanza dell’app nel mercato americano.
Il presidente si è detto fiducioso di poter chiudere la guerra commerciale con la Cina «entro tre o quattro settimane», citando colloqui anche con Giappone e Messico: «Gli Stati Uniti sono come un grande magazzino: tutti vogliono qualcosa» a sottolineare il potere del consumatore americano. Gli Stati Uniti sono ora in grado di raggiungere un accordo con la Cina e altri Paesi. Ma se questo non avvenisse, Trump ha già preannunciato nuovi dazi e barriere commerciali contro la Cina, finché il regime non si convincerà a trattare seriamente e a commerciare i prodotti cinesi in modo onesto.