Il presidente della Commissione degli Stati Uniti per le Comunicazioni Brendan Carr, manda un messaggio all’Europa: scegliere tra la tecnologia statunitense o quella cinese. In un’intervista al Financial Times del 14 aprile scorso, il funzionario americano ha detto che l’Europa dovrà a breve affrontare «la vera minaccia», ossia «l’ascesa del Partito Comunista Cinese».
Carr ha sottolineato che Bruxelles è «intrappolata» tra Washington e Pechino, prevedendo una «enorme spaccatura» tra i Paesi allineati al Partito Comunista Cinese e le altre nazioni, soprattutto in settori come l’intelligenza artificiale e la tecnologia satellitare.
L’Ucraina per esempio, usa il sistema satellitare Starlink di Elon Musk per garantire le comunicazioni al fronte. A inizio marzo, però, Musk ha provocato l’ira di leader europei, tutti sostenitori di Kiev, scrivendo su X che senza Starlink «il fronte ucraino sarebbe già crollato». Il ministro degli Esteri polacco Radek Sikorski ha subito replicato su X: «Se SpaceX dovesse risultare un alleato inaffidabile, cercheremo di sicuro altri fornitori»
L’Unione Europea non sta attualmente adottando tecnologie satellitari cinesi, sta sviluppando un sistema alternativo a Starlink. Ma in passato ci sono state effettivamente delle collaborazioni tra Ue e Pechino in campo satellitare. Nel 2017, il sito dell’Agenzia dell’Unione Europea per il Programma Spaziale parlava del partenariato Ue-Cina, promuovendo le relazioni tra le aziende europee e l’Associazione cinese dei Servizi di Localizzazione, un ente di regime – e quindi al servizio del Partito comunista cinese – che si occupa di sviluppo di tecnologie di localizzazione e di tracciamento.
Secondo uno studio del 2023 degli esperti tedeschi Mercator Institute for China Studies, Cina ed Europa stanno «rafforzando sempre più la loro collaborazione» nel campo della ricerca sull’intelligenza artificiale. Numerosi progetti congiunti includono applicazioni militari o di sorveglianza, come studi su localizzazione di bersagli, sicurezza informatica e riconoscimento biometrico.
«Se Starlink vi preoccupa, aspettate di vedere la versione del Partito Comunista Cinese: allora sì che comincerete ad avere paura!» ha osservato Carr parlando al Financial Times, «Se l’Europa avrà [in futuro, ndr] un proprio sistema satellitare, meglio. Ma io credo che ora sia il momento di prendere una decisione: o Stati Uniti o Cina. È ora di scegliere».
L’Ue sta negoziando con Washington sui dazi. Il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic ha sottolineato che serve «impegno» da entrambe le parti: «A Washington, noi puntiamo a sfruttare la pausa dei dazi di 90 giorni per arrivare a una soluzione sui dazi, che noi consideriamo ingiustificati» ha scritto su X dopo aver incontrato il ministro del Commercio americano Howard Lutnick e la rappresentante al Commercio Jamieson Greer.
«L’Ue è aperta e determinata a raggiungere un’intesa equa, proponendo l’azzeramento dei dazi sui beni industriali in cambio di reciprocità e lavorando per ridurre le barriere commerciali», ha poi dichiarato Maros Sefcovic.
La pausa temporanea mantiene comunque i dazi base al 10% sulla maggior parte dei beni Ue e del 25% su acciaio e alluminio. Parallelamente, il presidente Trump ha alzato i dazi sui prodotti cinesi al 145%. In risposta, il Pcc ha imposto a sua volta dazi su importazioni americane pari al 125%.
Anche l’Ue ha sospeso per 90 giorni i controdazi su acciaio e alluminio americani. L’8 aprile scorso, in una chiamata tra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il premier cinese Li Qiang, la von der Leyen ha chiesto a Pechino di cercare una «soluzione negoziata» ai dazi americani. La von der Leyen ha inoltre enfatizzato «la responsabilità di Europa e Cina, che sono tra i maggiori mercati mondiali, di sostenere un sistema commerciale forte, riformato, libero ed equo». I due leader hanno discusso questioni internazionali, valutando un sistema per monitorare eventuali deviazioni commerciali e affrontarle.
Nel frattempo, mentre la von der Leyen parla di commercio internazionale con un collaboratore di Xi Jinping, il presidente del Consiglio italiano lavora alla mediazione di un accordo sui dazi che sia reciprocamente vantaggioso per Europa e America, incontrando, a distanza di un giorno, prima il presidente Trump a Washington e poi il vicepresidente Vance in visita ufficiale a Roma.