L’inviato speciale aggiunta del presidente statunitense Donald Trump per la pace in Medio Oriente, Morgan Ortagus, ha tenuto ieri una serie di colloqui a Beirut con i vertici istituzionali libanesi. Secondo fonti ufficiali citate da The Times of Israel e da L’Orient-Le Jour, i colloqui hanno avuto un carattere positivo e hanno riguardato la situazione nel sud del Paese, le riforme economiche e l’attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
In particolare, la Ortagus avrebbe discusso con i suoi interlocutori – tra cui il presidente Joseph Aoun, il premier Nawaf Salam, il presidente del Parlamento Nabih Berri e il comandante dell’esercito Rodolphe Haykal – della necessità di rafforzare il ruolo delle forze armate libanesi nel disarmo di Hezbollah, senza tuttavia stabilire una scadenza precisa per tale obiettivo. Le discussioni hanno incluso anche la possibilità di creare un comitato tecnico militare o ricorrere a una diplomazia “a navetta” (shuttle diplomacy, una forma di mediazione diplomatica indiretta) per gestire i dossier aperti con Israele, come già avvenuto nel negoziato sulla delimitazione della frontiera marittima.
Secondo la stampa libanese, l’inviata statunitense ha accolto con favore queste proposte, insistendo sull’importanza di estendere l’autorità dello Stato su tutto il territorio nazionale e di limitare il possesso delle armi alle forze legittime. Durante l’incontro con il leader delle Forze libanesi, Samir Geagea, è stata ribadita la necessità di attuare pienamente la risoluzione 1701, compreso il disarmo delle milizie, il controllo dei confini e il ritiro israeliano dalle aree residue nel sud del Libano. L’inviato Usa ha inoltre espresso apprezzamento per le riforme avviate dal governo, in particolare nel settore bancario e amministrativo, e ha ribadito il sostegno di Washington a un accordo tra Beirut e il Fondo monetario internazionale.
