Trump ha invitato gli americani a «tenere duro» in un momento di adattamento che ha definito complesso ma indispensabile, dopo l’introduzione della sua politica sui dazi che ha rivoluzionato la strategia commerciale degli Stati Uniti e innescato un crollo dei mercati a livello mondiale.
In un messaggio su Truth del 5 aprile, Trump ha definito questo momento una «rivoluzione economica», prevedendo un esito epocale. «Vinceremo noi. Tenete duro, non sarà facile, ma il risultato sarà storico».
Le sue parole seguono il discorso del 2 aprile dalla Casa Bianca, in cui ha dichiarato un’emergenza economica e annunciato un dazio del 10% su pressoché tutte le importazioni. Altri dazi più pesanti sono stati introdotti per circa 60 nazioni considerate dall’amministrazione come i «peggiori trasgressori» negli squilibri commerciali con gli Stati Uniti, con la Cina in cima alla lista.
Wall Street ha subito cali che si sono protratti fino a venerdì scorso. Il 4 aprile l’indice S&P 500 è sceso del 6%, il Dow Jones ha perso il 5,5% e il Nasdaq è calato del 5,8%. Interpellato sul crollo dei mercati, Trump ha paragonato l’economia a un paziente sotto i ferri: «io penso che stia andando molto bene. È come un’operazione: quando un paziente viene operato, è una cosa importantissima e delicata. Io avevo già detto che sarebbe andata esattamente così».
I funzionari dell’amministrazione hanno ribadito la necessità di un approccio paziente. Il ministro del Tesoro Scott Bessent, intervenendo su Fox News, ha invitato i Paesi a non reagire, avvertendo che una rappresaglia porterebbe a un’escalation. «Restate calmi e vediamo come evolve la situazione. Perché se reagite, ci sarà un’escalation, se invece non fate nulla, la situazione non peggiorerà ulteriormente», ha detto Bessent mercoledì sera durante Special Report.
Bessent ha anche risposto agli americani preoccupati per i loro risparmi pensionistici, messi a dura prova dal crollo dei mercati: «Stiamo creando le basi per una crescita economica di lungo periodo» ha affermato, aggiungendo che l’enorme spesa pubblica aveva messo il Paese su una strada insostenibile: «Andavamo dritti verso una crisi finanziaria».
Mentre alcuni Paesi hanno promesso ritorsioni ai dazi di Trump, altri hanno adottato toni più tolleranti. «Dovremmo evitare di lanciare una politica di controdazi che potrebbe danneggiare tutti, specialmente noi», ha dichiarato il ministro dell’Economia Giorgetti a Cernobbio quasi a rispondere a Bessent, «il nostro messaggio è che bisogna evitare di premere il pulsante del panico. Stiamo seguendo un approccio pragmatico e razionale».
I membri dell’esecutivo guidato da Donald Trump sostengono che il deficit commerciale di 1.200 miliardi di dollari dell’anno scorso giustifichi questo drastico cambiamento di rotta. Il Presidente da tempo insiste sul fatto che altre nazioni abbiano approfittato degli Stati Uniti e che i nuovi dazi siano concepiti per ristabilire un equilibrio nel commercio internazionale.