Perché alcuni ricordano i sogni e altri no?

di Redazione ETI/Mari Otsu
28 Marzo 2025 8:39 Aggiornato: 28 Marzo 2025 8:39

Ogni persona trascorre in media circa un terzo della propria vita dormendo. Ma perché alcune persone ricordano i sogni con estrema precisione, mentre altre faticano a trattenere qualsiasi immagine onirica? La scienza sta lentamente svelando i meccanismi dietro il ricordo dei sogni e le strategie per migliorarlo.

Da millenni, i sogni affascinano l’umanità. Nell’antica Cina erano considerati messaggi spirituali, mentre in Egitto i sacerdoti raccoglievano interpretazioni nei loro libri. Alla fine del XIX secolo, Mary Calkins, filosofa e psicologa americana, condusse esperimenti svegliando le persone con la luce di una candela per registrare i loro sogni. «A volte, il semplice gesto di prendere carta e matita sembra dissolvere il ricordo del sogno, lasciando solo la frustrazione di un’esperienza svanita», si legge nei suoi appunti.

A metà del XX secolo, la scoperta del sonno Rem (movimento rapido degli occhi) ha rivelato che i sogni più vividi emergono in questa fase. Inizialmente si pensava che il sogno fosse esclusivo del sonno Rem, ma ricerche successive hanno dimostrato che si verificano in diverse fasi, con varia intensità a seconda della persona.

PERCHÉ SOGNIAMO?

Secondo la ricercatrice Jing Zhang della Harvard Medical School, i sogni svolgono una funzione di «terapia notturna». Uno studio pubblicato su Nature Scientific Reports ha dimostrato che chi ricorda i sogni tende a mantenere più vivi i ricordi di esperienze emotivamente intense, pur provando meno distress nel rivederle. Questo suggerisce che il sogno aiuti a elaborare le emozioni e a ridurre l’impatto di eventi difficili.

Tuttavia, non tutti concordano su questa visione. La dottoressa Katja Valli, neuroscienziata all’Università di Skövde, sostiene che i sogni non sempre offrono un meccanismo di guarigione: in alcuni casi, possono riproporre traumi in modo ricorrente, impedendo di superarli. Le sue ricerche supportano la teoria della simulazione della minaccia, secondo cui i sogni fungono da addestramento mentale per affrontare pericoli reali, come i simulatori di volo per i piloti.

PERCHÉ ALCUNI RICORDANO?

Tutti sognano, ma non tutti ricordano. Uno studio del 2025 condotto dalla Imt Scuola alti Studi di Lucca ha evidenziato che il ricordo dei sogni dipende da tratti cognitivi, atteggiamenti personali e dinamiche del sonno. Chi tende a fantasticare, ha una mentalità aperta e un atteggiamento positivo verso i sogni li ricorda più facilmente. Inoltre, il sonno leggero e prolungato sembra favorire la memoria onirica.

«La creatività e l’estroversione sono caratteristiche associate a un maggiore ricordo dei sogni, mentre il nevroticismo aumenta la frequenza degli incubi» spiega la dottoressa Valli. Anche l’età e le stagioni influiscono: i più giovani ricordano meglio, mentre gli anziani spesso sperimentano il fenomeno del “sogno bianco”, ossia la sensazione di aver sognato senza poterne recuperare i dettagli. In inverno, il ricordo onirico risulta generalmente più debole rispetto alla primavera e all’autunno, probabilmente a causa delle variazioni nei cicli del sonno e dell’esposizione alla luce.

I SOGNI COME PORTALI VERSO IL FUTURO

La credenza nei sogni precognitivi è diffusa in molte culture. Eric Wargo, scrittore scientifico con un dottorato in antropologia, ha osservato che una percentuale significativa della popolazione riferisce di aver avuto sogni premonitori. La spiegazione potrebbe risiedere nei processi quantistici del cervello. Alcuni ricercatori ipotizzano che i microtubuli nelle cellule cerebrali funzionino come computer quantistici, capaci di trasmettere informazioni indietro nel tempo. Se così fosse, i sogni potrebbero contenere tracce di eventi futuri ancora non vissuti.

COME MIGLIORARE IL RICORDO DEI SOGNI

Diversi studi suggeriscono strategie efficaci per migliorare la memoria onirica. Tenere un diario dei sogni aiuta a rafforzare il ricordo, così come rileggere le annotazioni prima di dormire. La meditazione e la mindfulness migliorano la concentrazione, riducendo le distrazioni che possono ostacolare la memoria onirica. Anche evitare bruschi risvegli con una sveglia rumorosa può fare la differenza, poiché il picco di cortisolo associato tende a cancellare rapidamente i sogni.

 

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