Trump a Giappone e Cina: smettete di svalutare

di Bill Pan
27 Marzo 2025 10:56 Aggiornato: 27 Marzo 2025 11:00

Il presidente Donald Trump ha avvertito i leader di Cina e Giappone di smettere di manipolare le loro valute per ottenere vantaggi sleali negli scambi commerciali: «Ho chiamato Xi Jinping e i leader giapponesi per dirgli che non possono continuare a svalutare la loro moneta. È ingiusto nei nostri confronti» ha dichiarato Trump lunedì alla Casa Bianca mentre firmava un ordine esecutivo per raddoppiare i dazi sulle importazioni cinesi, portandoli dal 10% al 20%, «è molto difficile per noi competere se Paesi come Giappone e Cina abbassano il valore della loro valuta. L’unico modo per contrastarlo è con i dazi: se loro lo fanno, noi rispondiamo così».

Dopo le dichiarazioni di Trump, il mercato valutario di Tokyo ha registrato un’impennata nell’acquisto di yen, facendo salire momentaneamente la valuta a 148 yen per dollaro. Successivamente, lo yen è sceso a 149 per dollaro, comunque più forte rispetto al giorno precedente.

Martedì, il ministro delle Finanze giapponese, Katsunobu Kato, ha negato che Tokyo stia manipolando il tasso di cambio. Durante una conferenza stampa, ha ricordato che il governo giapponese è intervenuto più volte tra il 2022 e il 2024, quando lo yen aveva toccato il minimo storico di quasi 162 per dollaro. Per contrastare il deprezzamento, Tokyo ha venduto dollari e acquistato yen per un totale di circa 100 miliardi di dollari, secondo il ministero del Tesoro statunitense. Kato ha assicurato che il Giappone continuerà a rispettare gli impegni presi nel G7 e negli incontri bilaterali con il ministro del Tesoro statunitense, Scott Bessent.

CINA SOTTO OSSERVAZIONE

Il Giappone resta sotto la lente per l’ultimo rapporto di novembre che ha evidenziato un surplus commerciale di 65 miliardi di dollari con gli Stati Uniti e un saldo positivo delle partite correnti salito al 4,2% del Pil.

Per quanto riguarda la Cina, il ministero del Tesoro ha segnalato un aumento significativo delle esportazioni, indice di un possibile ribasso artificiale dei prezzi. Il rapporto ha ribadito la richiesta di maggiore trasparenza sulle politiche valutarie di Pechino, che consente allo yuan di oscillare solo del 2% rispetto a un valore di riferimento giornaliero, senza fornire spiegazioni ufficiali.

Nel 2019, Trump aveva etichettato la Cina come «manipolatore di valuta», salvo poi ritirare l’accusa dopo un accordo commerciale in cui Pechino si impegnava ad acquistare 200 miliardi di dollari di beni Usa: obiettivo raggiunto al 60%, secondo il Peterson Institute for International Economics.

Scott Bessent, attuale ministro del Tesoro, ha definito l’economia cinese «la più squilibrata della storia» e non ha escluso di ripristinare la designazione di Pechino come manipolatore di valuta. Se ciò accadesse, la Cina rischierebbe pesanti sanzioni, come l’esclusione delle sue aziende dagli appalti pubblici statunitensi.

 

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