Sentenza in Alaska: illegittimo stop di Biden alle licenze per petrolio e gas

di Redazione ETI/Aldgra Fredly
27 Marzo 2025 10:51 Aggiornato: 27 Marzo 2025 10:51

Un giudice federale in Alaska ha stabilito che il ministero dell’Interno nel 2023 ha agito illegalmente annullando sette licenze per l’estrazione di petrolio e gas nel Rifugio Nazionale della Fauna Selvatica Artica, senza un ordine giudiziario.

In un’ordinanza di 22 pagine, il giudice Sharon Gleason ha sottolineato che il ministero avrebbe dovuto ottenere l’approvazione di un tribunale per annullare le licenze assegnate all’Alaska Industrial Development and Export Authority (Aidea) prima dell’insediamento di Biden alla Casa Bianca nel 2021. «Non c’era motivo per non avviare un’azione legale. L’annullamento è stato quindi illegale» dichiara Gleason.

L’agenzia aveva fatto causa all’amministrazione Biden nel 2023, dopo che il ministero aveva annullato le concessioni che l’ente aveva ottenuto a gennaio 2021, durante gli ultimi giorni del mandato di Donald Trump.

Gleason ha dato ragione all’ente, richiamando il Tax Cuts and Jobs Act del 2017, che regola le concessioni del Rifugio Nazionale. La norma stabilisce che licenze su giacimenti preziosi possono essere revocate solo da un giudice, un passo che il ministero ha saltato. «Questa sentenza prova che le agenzie federali non possono piegare le leggi per seguire l’agenda della Casa Bianca» ha esultato Randy Ruaro, direttore di Aidea. Soddisfatto anche il governatore Mike Dunleavy: «Ora possiamo produrre energia sicura qui in Alaska».

Intanto, il 20 marzo, il ministro per il Territorio Doug Burgum ha ordinato al Bureau of Land Management di aprire a esplorazioni petrolifere e minerarie quasi 20 milioni di acri nel Rifugio Nazionale della Fauna Selvatica Artica e nella Riserva Nazionale del Petrolio, seguendo l’ordine di Trump del 20 gennaio. L’obiettivo? Accelerare i permessi energetici, puntare sul gas liquefatto e cancellare ogni restrizione imposta da Biden tra il 2021 e il 2025. 

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