Signalgate, Washington: nessun pericolo per i militari in zona di operazione

di Redazione ETI/Ryan Morgan
27 Marzo 2025 11:43 Aggiornato: 27 Marzo 2025 11:43

Un disguido ha fatto finire Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic, in una chat riservata dell’amministrazione Trump, dove si parlava dei raid aerei statunitensi contro gli Houthi in Yemen. La Casa Bianca ha confermato l’accaduto, avvenuto poche ore dopo i primi bombardamenti.

In un articolo del 24 marzo su The Atlantic, Goldberg ha raccontato di essere stato aggiunto il 13 marzo a un gruppo sull’app criptata Signal, creata per il coordinamento delle operazioni, dove circolavano informazioni sensibili sulle azioni imminenti. Secondo Goldberg, a inserirlo nella conversazione sarebbe stato il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, anche se non è chiaro se si sia trattato di un errore umano o di una svista tecnica. Nel gruppo comparivano nomi di alti funzionari, tra cui JD Vance, TG (forse il direttore dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard), Scott B (forse il ministro del Tesoro Scott Bessent), Pete Hegseth, John Ratcliffe e MAR (forse Marco Rubio, ministro degli Esteri).

Il portavoce del consiglio per la Sicurezza Nazionale, Brian Hughes, ha riferito a The Epoch Times che la chat sembra autentica. «Stiamo verificando come sia finito lì un numero per sbaglio. La conversazione è una dimostrazione del profondo e ponderato coordinamento politico tra alti funzionari. L’operazione contro gli Houthi è un successo e non ci sono stati rischi per i nostri militari».

Interpellato sull’episodio, Trump ha dichiarato di non saperne niente. «Non conosco la questione. The Atlantic non mi piace, è una rivista prossima al fallimento» ha detto il 24 marzo ai giornalisti alla Casa Bianca. 

SI CHIEDE UN’INDAGINE

L’incidente ha scatenato forti reazioni nel Parlamento. Il deputato Pat Ryan ha chiesto un’indagine immediata, minacciando di avviarla personalmente se la Camera non agirà. Anche il capogruppo della minoranza al Senato, Chuck Schumer, ha espresso preoccupazione: «Se informazioni militari sensibili vengono condivise su app non sicure come Signal, serve un’indagine completa».

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha ribadito la fiducia di Trump nel suo team, incluso Waltz. Ma Michael Walsh, ricercatore della Georgetown School of Foreign Service, ha detto a The Epoch Times che l’episodio potrebbe influenzare la fiducia degli alleati statunitensi nella gestione dell’intelligence.

Il presidente della Camera, Mike Johnson, ha riconosciuto l’errore ma ha affermato che nessuno è stato messo in pericolo. Il Pentagono ha già avviato accertamenti sulle fughe di informazioni e non esclude l’uso della macchina della verità o azioni legali contro eventuali responsabili. Anche il Senato, ha dichiarato il leader della maggioranza John Thune, intende approfondire la questione.

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