Sansone e Dalila, Un modello di bellezza

di Eric Bess per ET USA
27 Marzo 2025 16:21 Aggiornato: 27 Marzo 2025 16:21

La bellezza è una cosa inclusiva. Mi spiego meglio: Platone diceva che la bellezza porta all’amore perché troviamo la bellezza nelle cose che ci ricordano il cielo, e amiamo veramente la nostra idea del cielo. Tuttavia, la bellezza non sempre è legata alle cose buone, e a volte anche qualcosa di brutto può venirci presentato in modo bello.
La bellezza è come un ornamento che può rendere piacevole qualsiasi cosa. In molti casi però la bellezza e l’amore vengono manipolati per distruggere.

SANSONE: GLI ERRORI DEL SERVO DI DIO

Un esempio lo troviamo nell’episodio biblico di Sansone. Secondo i testi biblici, la madre di Sansone fu visitata da un angelo che le disse che suo figlio sarebbe stato nazirita e avrebbe liberato gli israeliti dai filistei. I naziriti si astenevano dai piaceri, in particolare dal vino e da qualunque cosa contenesse uva, non toccavano i cadaveri e non si tagliavano i capelli. Si diceva che fossero stati scelti da Dio e che avrebbero sperimentato l’estasi divina e altri doni celesti grazie alle loro astinenze.

La storia di Sansone, tuttavia, è un racconto ammonitore: il lettore impara a conoscere i rischi dell’andare contro i dettami divini. Sansone era stato istruito ad astenersi, eppure trasgredì più volte: non solo toccò, ma mangiò del miele prodotto da api nel corpo di un leone che aveva ucciso; banchettò con una famiglia filistea e ne sposò una figlia, cosa considerata peccato; uccise dei filistei con l’osso della mascella di un asino ed ebbe rapporti con diverse donne filistee.

Tra queste, il ruolo più importante lo ebbe Dalila. Sansone combatteva continuamente contro i Filistei, che tentavano in più modi di catturarlo e renderlo schiavo, ma fu Dalila a portare a termine il proposito della sua gente: le fu chiesto di usare la sua bellezza per attrarre Sansone e scoprire il segreto del suo potere divino.

Dalila riuscì a farlo innamorare di lei e, dopo diversi tentativi falliti di farsi rivelare il suo segreto, lo accusò di non amarla perché non le rivelava la verità più nascosta. Commosso, Sansone infine le confidò  che il potere gli proveniva dai capelli. Quella notte, nel sonno, Dalila gli tagliò i capelli, chiamò i Filistei che lo catturarono, lo accecarono e lo ridussero in schiavitù costringendolo a girare la macina della prigione.

I Filistei celebrarono la vittoria su Sansone portandolo nel tempio per divertirsi ai suoi giochi. I capelli erano intanto ricresciuti, quindi pregò Dio di dargli la forza di vendicarsi della cecità: chiese al servo che lo conduceva per mano di farlo riposare vicino alle colonne che sostenevano il tempio e poi le abbatté facendolo crollare, uccidendo se stesso, i governanti e il popolo della Filistea.

Gerrit van Honthorst, Sansone e Dalila, 1616. Museo d’arte di Cleveland. Pubblico dominio

GERRIT VAN HONTHORST E SANSONE E DALILA

Gerrit van Honthorst, pittore olandese del XVII secolo molto influenzato da Caravaggio, ha dipinto il momento in cui Dalila taglia i capelli a Sansone. Come Caravaggio, Honthorst utilizza la tecnica del tenebrismo, ovvero immagini ad alto contrasto.

Nella scena sono presenti tre figure, disposte secondo le linee e le spirali della sezione aurea – un rapporto numerico considerato un ideale di bellezza e armonia già dagli antichi babilonesi e dagli egizi. Sansone è raffigurato mentre dorme a torso nudo: il suo corpo e la superficie su cui poggia sono allineati con la linea orizzontale inferiore a tutta lunghezza del rapporto aureo. Appoggia la testa sul braccio verso l’oscurità in basso a destra.

Sovrapposizione del rapporto aureo in Sansone e Dalila, di Gerrit van Honthorst. Museo d’arte di Cleveland. Pubblico dominio

Dalila è in piedi dietro dietro di lui: si piega lungo l’arco del rapporto aureo mentre osserva attentamente i capelli di Sansone e li taglia con le forbici. Le fa luce la sua assistente più anziana, che si porta la mano alla bocca, mostrando il desiderio di silenzio e segretezza. Non guarda Sansone o Dalila, ma rivolge lo sguardo fuori dal piano dell’immagine, dove presumibilmente i Filistei stanno aspettando di attaccare.

NON ABBANDONARE I PRINCIPI DIVINI

Quali insegnamenti possiamo trarre da questo episodio e dalla rappresentazione pittorica? Io trovo che ci siano diversi punti significativi. In primo luogo, Dio aveva predestinato Sansone perché liberasse gli israeliti dal dominio filisteo. Doveva succedere, che Sansone lo volesse o meno, ecco quindi la sovrapposizione del rapporto aureo: la composizione del quadro è prestabilita e le figure sono semplicemente disposte all’interno dei registri prestabiliti come se fossero destinate a trovarsi lì.

Eppure la domanda rimane: la vita di Sansone doveva essere così difficile? Avrebbe potuto portare a termine la sua missione divina ed evitare tante difficoltà se fosse rimasto fedele ai precetti naziriti, rispettandoli? O gli errori erano parte del suo percorso? Mi piace pensare che avrebbe potuto fare di meglio, che avrebbe potuto soddisfare le richieste divine nel portare a termine la missione assegnatagli da Dio.

Il quadro di Honthorst ripropone gli ammonimenti e le conseguenze del mancato rispetto degli insegnamenti di Dio. Sansone è illuminato solo di spalle, la parte anteriore del corpo è in ombra. Questo potrebbe indicare che l’uomo ha abbandonato l’insegnamento divino e che i giorni di ricerca del piacere sono ormai alle spalle? E che, come conseguenza per aver ceduto alle tentazioni del mondo, sarà accecato da quegli stessi piaceri e passerà il resto della vita nell’oscurità?

Possiamo inoltre associare la luce della candela al dio Apollo, il dio del sole e della verità, ma anche delle apparenze e quindi il dio della bellezza. La luce della candela, come quella che illumina il bello e il vero, è qui tenuta dalla donna filistea più anziana.

La candela illumina la bellezza della giovane Dalila ma anche della donna che invecchia. Dalila, in quanto rappresentazione della bellezza, compie il suo atto manipolatorio e ingannevole alla luce del sole. Eppure Dalila è una donna bella illuminata dalla candela che rappresenta una verità ancora nascosta: i Filistei che attendono il loro momento fuori dalla cornice. La donna che invecchia, tuttavia, non è affatto bella e appare come l’imminente compimento di questa brutta verità che la bellezza di Dalila oscura parzialmente. Qui la bellezza è la maschera che addormenta la prudenza e permette la manipolazione del servo di Dio.

E c’è un’altra parte molto importante di questa storia: i capelli. Cosa possono rappresentare i capelli di Sansone per noi oggi? Non furono quelli a renderlo potente, ma il fatto che non erano mai stati tagliati. La lunghezza dei capelli, per tutta la sua vita, non era mai stata toccata, fino all’incontro con Dalila.

Penso che la storia voglia indicare le conseguenze della lussuria. Nonostante tutti gli altri peccati, è stata la lussuria a fare in modo che i capelli gli venissero tagliati per fargli perdere il potere divino. È stata la lussuria a spingerlo ad avere rapporti con una donna filistea fuori dal matrimonio, nonostante il voto nazirita. I capelli tagliati potrebbero essere correlati all’esaurimento che si verifica come risultato della lussuria, un esaurimento che spreca l’energia divina e lo addormenta per sperimentare un’oscurità da cui non si risveglierà mai? È la lussuria che lo separa da Dio?

UN CANONE DELLA BELLEZZA

Torniamo a Platone. Nel Fedro, Platone dice che la bellezza ci ricorda il cielo, ma si mostra anche preoccupato per i pericoli della bellezza, tanto che nella Repubblica propose persino di scomunicare i poeti per paura che potessero rendere bello ciò che dovrebbe essere brutto. Le cose brutte possono indossare maschere bellissime e attrarre anche chi ha una missione divina. Sansone fu vittima proprio di questo: le brutte intenzioni coincidono con la bruttezza della lussuria, e la sua missione fu resa più difficile per questo.

Il mondo non può esistere senza bellezza. Forse Platone ha ragione: evochiamo il paradiso quando troviamo e apprezziamo la vera Bellezza, nonostante le inadeguatezze del mondo. Ma la ricerca della bellezza è piena di tentazioni e di tendenze distruttive. Come possiamo seguire le indicazioni  che ci provengono da Dio mentre navighiamo tra le seduzioni del mondo, pur continuando ad apprezzare la bellezza che ci circonda?

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