Il grasso intramuscolare fa male alla salute e alla longevità

di Redazione ETI/Sheramy Tsai
26 Marzo 2025 8:19 Aggiornato: 26 Marzo 2025 8:19

Quando si pensa alle principali cause di morte, vengono subito in mente fumo, cancro e obesità. Eppure, un pericolo meno noto si annida nel corpo, spesso trascurato anche dai medici. Il grasso intramuscolare, che si deposita nei muscoli, rappresenta una seria minaccia per la salute. Studi sulla composizione corporea rivelano che chi ha muscoli ricchi di grasso corre un rischio maggiore di mortalità. Questo pericolo silenzioso colpisce anche persone non obese, accorciando la vita senza dare segnali evidenti.

«Non conta solo quanto muscolo c’è, ma la sua qualità e composizione determinano il funzionamento negli adulti» spiega la professoressa Odessa Addison, esperta in scienze riabilitative all’Università del Maryland. Il grasso intramuscolare, noto come miosteatosi, altera questa qualità. A differenza del grasso sottocutaneo o viscerale, si insinua tra le fibre muscolari o nelle cellule, compromettendone l’efficienza. Viene definito un grasso che sostituisce il muscolo o “marmorizzazione umana”. Anche con la stessa quantità di muscolo, più grasso al suo interno significa meno funzionalità, aprendo la porta a vari problemi di salute.

I RISCHI DEL GRASSO INTRAMUSCOLARE

Muscoli carichi di grasso perdono efficienza, riducendo forza e mobilità, soprattutto con l’età. Ma la miosteatosi ha conseguenze più gravi. Uno studio del 2023 pubblicato su Radiology ha dimostrato che il grasso nei muscoli scheletrici può aumentare il rischio di morte quanto il diabete di tipo 2 e il fumo. Analizzando quasi 9 mila adulti sani per nove anni, è emerso che livelli elevati di grasso intramuscolare accrescono significativamente i pericoli per la salute. Tra i 507 deceduti, il 55 % presentava miosteatosi, con un rischio di morte entro 10 anni del 16 %, superiore a obesità, steatosi epatica e atrofia muscolare.

«Con questo grasso nei muscoli, il rischio di mortalità raddoppia rispetto a una persona obesa», spiega il dottor Sean O’Mara rinomato esperto di inversione delle malattie croniche. Si comporta come il grasso addominale viscerale, generando forte infiammazione. Uno studio del 2022 pubblicato su Physiology Reports collega alti livelli di grasso intramuscolare a citochine infiammatorie, favorendo l’insorgenza di disturbi metabolici.

Uno studio pubblicato su Journal of the American Heart Association ha evidenziato la correlazione tra densità muscolare e cardiopatie: negli uomini, muscoli densi (e quindi di qualità) riducevano il rischio cardiaco del 74 %, mentre muscoli grandi ma ricchi di grasso lo moltiplicavano per sei. «L’ideale è un muscolo senza grasso» spiega il dottor O’Mara sottolineando che chi consuma molti carboidrati tende ad accumulare grasso intramuscolare, aumentando il rischio cardiaco, mentre chi ne assume meno sviluppa muscoli più densi e meno grassi.

Una cattiva salute muscolare peggiora anche gli esiti dei tumori. Uno studio del 2020 ha rilevato che pazienti oncologici con miosteatosi avevano un rischio di morte del 75 % più alto. Inoltre, muscoli grassi predicono una ridotta sopravvivenza in diversi tipi di tumore oltre a una minore capacità di muoversi e restare indipendenti nel tempo.

Il grasso intramuscolare è spesso associato a depositi di grasso viscerale e sottocutaneo profondo. Diversi fattori lo favoriscono. La dieta è determinante: un eccesso di carboidrati, specie quelli processati, è tra le principali cause. Alcol, sonno scarso e stress aggravano il problema. Ma l’inattività e l’aumento di peso sono fattori chiave.

Non esiste ancora uno standard per misurare il grasso intramuscolare. Strumenti come la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata forniscono immagini dettagliate, ma non sono ancora di uso comune. La risonanza magnetica è il metodo più accurato: «Il muscolo è scuro, il grasso bianco. Vedere del bianco nel muscolo significa che il grasso lo ha sostituito, riducendone le prestazioni», ha spiegato il dottor O’Mara. Anche le Dexa, esami meno costosi che utilizzano raggi X a bassa dose, offrono un’alternativa praticabile, mentre l’ecografia sta emergendo come metodo accessibile e promettente per le visite di routine.

Uno studio del 2021 ha mostrato che attività aerobica moderata e allenamenti misti riducono il grasso muscolare. Idratazione e gestione dello stress sono altrettanto fondamentali. Così come un’alimentazione ricca di proteine e grassi sani, con meno carboidrati processati e alcol. «Prevenire è meglio che curare. Ad oggi, dieta ed esercizio insieme sono la chiave» conclude la professoressa Addison.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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