Taiwan pronta a combattere per difendersi da Pechino

di Redazione ETI/Cindy Li
18 Marzo 2025 18:40 Aggiornato: 18 Marzo 2025 18:40

Taiwan è pronta a combattere Pechino, contando sul supporto degli Stati Uniti per le armi. «Abbiamo bisogno dell’appoggio Usa per le armi più avanzate e per addestrare i nostri soldati», ha dichiarato Szu-chien Hsu, vicesegretario generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale di Taiwan e consigliere della Fondazione Taiwanese per la Democrazia, a Bloomberg a margine della conferenza Raisina Dialogue a Nuova Delhi.

«Non ci aspettiamo che l’America o altri Peasi combattano la nostra guerra. La combatteremo noi».

Taiwan è ciò che resta del governo esiliato che controllava la Cina prima che il Partito Comunista Cinese ne prendesse il comando nel 1949, fondando la Repubblica Popolare Cinese.  Sebbene il Pcc non abbia mai governato Taiwan, ha più volte dichiarato di voler annettere l’isola autonoma, anche con la forza se necessario.

Un attacco anfibio cinese attraverso lo Stretto di Taiwan ha poche possibilità di successo, ha detto Hsu, grazie allo scudo missilistico che protegge le coste dell’isola. Secondo lui, Pechino vuole presentarsi come una potenza globale in grado di competere con gli Stati Uniti nella scena internazionale, come dimostrato dalle recenti esercitazioni militari al largo dell’Australia. Il vicesegretario ha sottolineato che la cooperazione sulla sicurezza tra Usa e Taiwan si è rafforzata negli ultimi anni, affermando che la pace nello Stretto di Taiwan è «cruciala per gli interessi nazionali degli Usa in questa regione».

Le parole di Hsu arrivano in contemporanea a quelle del Presidente taiwanese William Lai Ching-te, il quale ha dichiarato che il Pcc è una forza ostile straniera; è la prima volta che un Presidente taiwanese fa una affermazione simile. Lai ha anche annunciato 17 contromisure per contrastare i tentativi di infiltrazione del regime.

Non tarda ad arrivare la dura reazione di Pechino, che ha bollato Lai come «distruttore della pace tra le due sponde» e ha condotto esercitazioni militari vicino a Taiwan, definite una punizione per il presunto «separatismo».

Gli Stati Uniti, nel frattempo, stanno cercando di accelerare la consegna di armi a Taiwan, ha dichiarato Raymond Greene, direttore dell’American Institute in Taiwan e ambasciatore di Washington nell’isola democratica. «Stiamo lavorando per velocizzare le consegne, soprattutto di equipaggiamenti per la guerra asimmetrica, fondamentali per la difesa di Taiwan», ha dichiarato a Liberty Times, un giornale di Taipei.

«Da un punto di vista pratico, credo che l’America debba raddoppiare gli sforzi per rendere Taiwan più sicura, rafforzandone la capacità di autodifesa». Greene ha aggiunto che, se la guerra in Ucraina finisse, gli Usa probabilmente tornerebbero a concentrarsi sulle esigenze difensive di Taiwan.

«Per rendere Usa e Taiwan più forti insieme, crediamo che partire dallo sviluppo congiunto di tecnologie all’avanguardia, come Ia e quantum, sia un ottimo inizio. Questo include anche la costruzione di una filiera democratica che escluda la Cina, soprattutto in settori come droni e robotica, come ha detto il Presidente Lai Ching-te».

 

 

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