Il presidente Trump ha ordinato la sospensione della protezione del Secret Service (il servizio scorta per presidenti, ex presidenti, politici di primo piano e relativi familiari) ai due figli di Joe Biden, Ashley e Hunter, citando l’elevato numero di agenti assegnati e i costi per i contribuenti. La decisione, annunciata il 17 marzo in un post sui social, è l’ultima di una serie di revisioni alla protezione, considerata superflua o eccessiva, dopo che Trump l’aveva revocata anche all’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton e a Anthony Fauci. Hunter Biden ha intorno a sé 18 agenti, «è ridicolo» ha commentato Trump.
Secondo la legge federale, gli ex presidenti e i familiari ricevono protezione a vita dal Secret Service, mentre i figli sopra i 16 anni la perdono quando il presidente lascia l’incarico. Tuttavia, sia Trump che Biden hanno scelto di estendere la protezione ai propri figli per sei mesi dopo la fine dei rispettivi mandati.
Poco prima di lasciare la Casa Bianca, Biden ha graziato suo figlio Hunter, definendo le accuse una persecuzione politica. Hunter è stato accusato di nove capi d’imputazione per un’evasione fiscale pari a 1 milione e 400 mila dollari tra il 2016 e il 2019. Si è dichiarato colpevole a settembre, dopo il fallimento di un precedente patteggiamento, rischiando fino a 17 anni di reclusione e una sanzione di 1 milione e 300 mila dollari. É stato inoltre condannato per aver acquistato illegalmente un’arma da fuoco nel 2018 mentre era sotto effetto di droghe, rischiando un massimo di 25 anni di prigione. La grazia del padre ha reso Hunter immune da entrambe le eventuali condanne e da ogni altro reato che «ha commesso o potrebbe aver commesso tra il 1° gennaio 2014 e il 1° dicembre 2024».
Joe Biden, che aveva promesso di non usare i suoi poteri politici per graziarlo, aveva poi giustificato la decisione dichiarando che le accuse contro il figlio provenivano da avversari politici, che volevano colpire lui in vista delle elezioni del 2024. «Chiunque guardi ai fatti che coinvolgono Hunter in maniera ragionevole può arrivare a capire che è stato preso di mira solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato».
Prima di lasciare l’incarico, Biden ha anche concesso delle grazie a diverse persone, tra cui Fauci, il generale in congedo Mark Milley e membri della commissione della Camera che ha indagato sui fatti del 6 gennaio 2021. Secondo Biden, queste persone rischiavano di essere ingiustamente perseguitate dai suoi avversari politici.
I repubblicani hanno accusato la commissione del 6 gennaio di non aver archiviato correttamente i documenti dell’indagine, sollevando seri dubbi di trasparenza. Nel frattempo, Trump definisce «nulle e prive di valore» diverse grazie firmate dal suo predecessore, comprese quelle per i membri della commissione, denunciandone l’irregolarità: secondo il Presidente sono state fatte con un autopen, un dispositivo che copia (o falsifica) la firma. Joe Biden, secondo Trump e numerosi altri funzionari e commentatori americani, non era nel pieno delle sue facoltà mentali, e non si rendeva del tutto conto di quello che gli accadeva attorno.