Jorge Bergoglio ha dato il proprio assenso a un nuovo processo triennale di riforma nella Chiesa cattolica, ha annunciato il Vaticano sabato citato da Reuters, segno che l’88enne pontefice non ha nessuna intenzione di lasciare il suo posto per motivi di salute, come invece aveva fatto papa Ratzinger cedendogli il posto nel 2013.
Bergoglio ha prolungato il lavoro del Sinodo dei Vescovi, iniziativa simbolo dei suoi 12 anni di pontificato: la 16esima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, incentrata sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, iniziata nel 2021 e conclusasi con la seconda sessione nell’ottobre 2024, si è distinta per il suo approccio partecipativo e inclusivo e per il coinvolgimento non solo dei vescovi, ma anche di laici, religiosi e religiose, con l’obiettivo di rinnovare la Chiesa attraverso la sinodalità, e ha discusso riforme epocali come il ruolo delle donne come diaconesse e una maggiore inclusione delle persone di orientamenti sessuali “Lgbtiq+” nella Chiesa. Il Sinodo, dopo un incontro sul futuro della Chiesa tenutosi senza successo in Vaticano nell’ottobre scorso, avvierà ora consultazioni con i cattolici di tutto il mondo per tre anni, prima di un nuovo incontro nel 2028.
Bergoglio ha dato il via libera a questo nuovo processo martedì 11 marzo dal policlinico Gemelli di Roma, dove è in cura, secondo quanto comunicato dal Vaticano sabato. Gli ultimi bollettini medici dicono che Francesco sta migliorando e che non è più in pericolo di vita, ma non precisano quando sarà dimesso. Secondo diversi Amici e biografi di Francesco, Bergoglio non avrebbe intenzione di dimettersi nonostante le precarie condizioni di salute. E l’approvazione di questo nuovo piano triennale, d’altra parte, lascia supporre che non sia intenzionato a lasciare il soglio pontificio.
«Il Santo Padre sta spingendo il rinnovamento della Chiesa verso un nuovo slancio missionario» ha annunciato il cardinale Mario Grech, responsabile del processo di riforma, al portale mediatico del Vaticano, «È davvero un segno di speranza». Bergoglio, che ha sostituito Joseph Ratzinger nel 2013, è considerato un riformatore, un “papa rivoluzionario” mosso dalla volontà di aprire completamente la Chiesa al mondo moderno.
Ma non tutti i cattolici, inclusi diversi cardinali, sono d’accordo; non mancano infatti le accuse di non rispettare in pieno il messaggio cristiano rispetto a temi come ad esempio il matrimonio omosessuale.
Massimo Faggioli, docente di Teologia e Studi religiosi alla Villanova University della Pennsylvania e profondo conoscitore del Vaticano, citato da Reuters ha detto che questo nuovo processo di modernizzazione del cattolicesimo è un modo per Francesco di riaffermare la sua guida sul 1 miliardo e 400 milioni di cattolici: «Il pontificato di Francesco non è finito, e questa decisione su cosa accadrà fino al 2028 influirà sul resto».