Gli Stati Uniti hanno espulso l’ambasciatore del Sudafrica Ebrahim Rasool. Lo ha annunciato venerdì il ministro degli Esteri Usa Marco Rubio, definendo il diplomatico un «razzista».
«L’ambasciatore del Sudafrica negli Stati Uniti non è più gradito nel nostro grande Paese» ha scritto Rubio su X. Rubio ha anche rilanciato un articolo della Testata Breitbart, che venerdì citava l’affermazione dell’ambasciatore Rasool che Trump sarebbe alla guida di un movimento «suprematista» bianco.
La presidenza sudafricana sabato ha «preso atto con rammarico dell’espulsione» di Rasool dichiarando, in una nota citata da Reuters, di voler costruire un rapporto reciprocamente vantaggioso con gli Usa. Chrispin Phiri, portavoce del ministero sudafricano delle Relazioni internazionali e della Cooperazione, ha scritto su X che il governo «agirà attraverso canali diplomatici».
Il presidente Trump ha dichiarato che «il Sudafrica sta confiscando terre» e che «certe classi di persone» sono trattate «molto male». Elon Musk, che è sudafricano, ha denunciato la discriminazione di cui adesso sarebbero vittime i bianchi sudafricani, nello specifico a causa delle «leggi razziste sulla proprietà».
Il Sud Africa, da qualche tempo è accusato di portare avanti una politica razzista e di discriminazione razziale non più contro la maggioranza nera, ma contro la minoranza bianca.
Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha firmato a gennaio una legge per facilitare l’esproprio di terre “nell’interesse pubblico”, in alcuni casi senza compensazione. Ramaphosa ha difeso la propria politica, negando che vi siano confische e spiegando che servirebbe a ridurre le disparità razziali di proprietà terriera in una nazione a maggioranza nera.