La fine di Diversità-Inclusione-Equità

di Jeffrey A. Tucker per ET USA
12 Marzo 2025 17:42 Aggiornato: 12 Marzo 2025 17:43

In tutto il Paese, nei college e nelle aziende, i programmi politici di supporto per le minoranze, sono stati eliminati. Perché gli uffici che promuovono i diritti delle donne stanno chiudendo? Perché i vari segmenti dedicati agli afroamericani o ai latinos insieme ai programmi speciali per attrarre i sostenitori Lgbt stanno scomparendo?

A chiunque veda tutto questo come un insulto, consiglierei di vedere la cosa da una prospettiva  diversa. Questi programmi sono nati grazie a politiche che promuovono la diversità, l’equità e l’inclusione. Questo motto è una ridenominazione del vecchio slogan “azione affermativa”, caduto dopo decenni di controversie.

I programmi politici di questo tipo sono le cose più crudeli e che siano mai capitate a queste comunità e agli individui che ne fanno parte.

Queste politiche infatti, anche se nascono con l’intento di correggere le ingiustizie, finiscono per perpetuare altre forme di discriminazione, favorendo la percezione che queste persone abbiano ottenuto la loro posizione lavorativa, lo stipendio, un premio o qualsiasi altra cosa grazie a qualche casella da spuntare, piuttosto che grazie alle proprie competenze.

Questo è proprio ciò che fa la Dei. Chiunque rientri nella categoria di minoranza lo sente costantemente. La gente ha iniziato a presumere che chiunque salga di grado possa essere stato agevolato dai programmi politici del Dei, anche quando magari non è davvero così.

Quindi, questo è un modo sbagliato di gestire le cose. Il merito dovrebbe essere l’unico standard di giudizio, indipendentemente da razza, sesso o religione. Qualsiasi altro sistema rischia di falsare i veri risultati delle persone, è razzismo e sessismo legalizzato e mascherato da soluzione.

La Dei fa male alle persone che afferma di aiutare. Ma non tutti nei gruppi protetti ne soffrono, almeno non a livello economico. Quando le università o le aziende vanno alla ricerca di persone in base al colore della pelle o al sesso per soddisfare qualche requisito, di solito si rivolgono a individui privilegiati. Basta guardare i curriculum di chi hanno scelto: genitori altolocati, scuole private, college prestigiosi, borse di studio complete e così via. Queste persone hanno usato la Dei per fare fortuna, e lo sanno tutti.

Non è davvero un bene per le istituzioni o per gli individui, che più di chiunque altro sono consapevoli che tutto questo è artificiale e contraddittorio.

Ho avuto molti amici che si sono trovati in queste situazioni e soffrono molto. Gli altri non li trattano con rispetto, e persino loro stessi non hanno più autostima.

In altre parole, anche per chi gode di questi aiuti, alla fine non è un bene. Certo, hanno una certa sicurezza lavorativa, ma quella sensazione interiore di avercela fatta grazie a degli aiuti rimane dentro di loro.

Magari queste cose vanno bene finché non c’è in gioco nulla di particolare, ma con lavori seri che richiedono alte competenze come medici, giudici, architetti e piloti il discorso cambia, perché ci sono le vite degli altri in gioco.

In realtà, tutti dovrebbero essere contenti per la fine della Dei: Il conflitto umano, il sospetto e il dubbio possono gradualmente essere sostituiti da fiducia, sicurezza e vera comunità. Le persone possono imparare a convivere senza la percezione che qualcuno abbia ottenuto qualcosa ingiustamente, e che le persone in varie posizioni siano lì effettivamente per i loro meriti e non per uno schema imposto da qualcuno.

In particolare, le donne e le minoranze dovrebbero esserne contente, specialmente quelle che stanno iniziando la loro carriera, perché si faranno strada con le proprie forza senza l’aiuto di nessuno.

Ci si chiede come siano nate queste politiche. In questi casi si potrebbe parlare di una cosa fatta con buone intenzioni ma finita male. Forse è vero, ma bisogna anche ammettere che non si capisce come una persona ragionevole possa davvero credere che assegnare a delle minoranze credenziali false sia una buona idea.  A un certo punto, l’idea stessa di guadagnarsi il proprio successo è diventata l’eccezione e non la regola.

C’è un altro aspetto di cui raramente si parla. Il sistema era davvero contro i maschi bianchi, dandogli anche quasi una scusa per il fatto di non avere successo. Diciamolo chiaramente: tutto questo aumenta solo l’antagonismo tra le persone.

È straordinario che tutto questo stia finendo. Ci vorranno molti anni, persino una o due generazioni, prima che possiamo riprenderci da tutti i danni che queste politiche hanno portato, ma ci riprenderemo.

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