Come si rapportano scienza e letteratura con l’odierna cultura? Robert Harrison, professore di Letteratura francese e italiana all’Università di Stanford, spiega a EpochTV come le due cose siano correlate.
Nel 2014, la sua passione per la promozione della cultura letteraria e intellettuale francese gli è valsa il titolo di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere da parte del governo francese. I suoi numerosi libri sono stati pubblicati in francese e ha tenuto conferenze al College de France a Parigi. È anche membro dell’American Academy of Arts and Sciences ed è autore di Juvenescence, che esamina il paradosso di una società che venera la giovinezza ma spesso non la coltiva.
Harrison spiega la correlazione tra scienza e letteratura: «Galileo, per esempio, pur occupandosi soprattutto di Fisica, era uno scrittore straordinario». E aggiunge: «Molti scienziati tra quelli più moderni, come Alessandro Volta, importante studioso e inventore, erano anche poeti. E se guardiamo alle figure più strettamente letterarie, come Dante, autore della Divina Commedia, scopriamo che è stato molto più di un poeta, infatti era anche all’avanguardia nell’astronomia, nella fisica e nell’architettura».
Harrison incoraggia gli studenti a prestare molta attenzione alle letture e ad approfondire opere letterarie più complesse: «Penso che alla base dell’educazione e dell’apprendimento ci debba essere l’amore: se non ami la matematica, non diventerai un bravo matematico, se non si ama la letteratura, sarà difficile riuscire ad acquisire un buon livello di conoscenze».
Ha sottolineato che nel Rinascimento le persone che hanno dato vita all’opera lirica ammiravano le culture greca e romana. Nel tentativo di imitare gli artisti dell’antichità, iniziarono a scrivere tragedie secondo i canoni greci trasformandole in canzoni, il recitar cantando. Uno dei primi a creare l’opera italiana fu il padre di Galileo, Vincenzo, liutista, che nel XVI secolo faceva parte di un gruppo di nobili, la Camerata fiorentina, appassionati di arti, letteratura, scienza e musica. Insieme hanno posto le basi del futuro teatro in musica, creando le prime opere complete, Dafne ed Euridice.
Sebbene Socrate possa essere un esempio di persona piena di paradossi e contraddizioni, Harrison sottolinea che comunque mantenne un atteggiamento giovanile anche in età avanzata. Per questo si relazionava con i suoi discepoli, che lo amavano.
«Per questo era un buon insegnante. L’insegnante è in qualche modo a metà tra la giovinezza e l’età avanzata, quindi, è qualcuno che può aiutare a introdurre i giovani nelle fasi della vita successive alla loro giovinezza. Perché se si rinuncia allo spirito giovanile, è molto difficile ispirare quell’amore negli studenti».
Harrison trova le contraddizioni culturali di oggi sia affascinanti che preoccupanti.
«A San Francisco ci sono amministratori delegati di 25 anni e sessantenni che vanno in skateboard» dice, «Viviamo in una società in cui la gioventù è diventata il modello di emulazione per gli anziani. Questa è una rivoluzione culturale epocale. Voglio dire, mai prima d’ora, che io sappia, i giovani sono stati il modello per gli anziani, è sempre stato il contrario».
Sostiene che i giovani hanno bisogno di avere tempo libero e di essere nutriti dalla natura, ma che oggi la maggior parte è dipendente dai cellulari. Inoltre, ha descritto la “segregazione generazionale” che causa un’ulteriore disconnessione, in cui i bambini trascorrono la maggior parte del tempo a scuola, i genitori al lavoro e i nonni e gli anziani in strutture di assistenza.
Preoccupato che ogni nuova generazione sia privata di sempre più cose, Harrison teme che i giovani finiscano per dimenticare l’esistenza di una cultura storica, artistica e letteraria.
E conclude: «La più grande benedizione che una società può donare ai propri giovani è quella di trasformarli in eredi, anziché in orfani della Storia. Perché gli eredi ringiovaniscono l’eredità rinnovando creativamente i suoi lasciti. Gli orfani, al contrario, si rapportano al passato come a un continente estraneo e inavvicinabile, se mai vi si rapportano».