Il falso mito delle calorie

di Redazione ETI/Jason Fung
8 Marzo 2025 12:02 Aggiornato: 8 Marzo 2025 12:02

Se si vuole capire come perdere peso, bisogna prima chiedersi perché lo si è preso. Nonostante questa sia una domanda fondamentale, raramente ci si sofferma sulla risposta. Il motivo è semplice: si pensa di conoscerla già. Per decenni è stato insegnato che il peso corporeo dipende semplicemente dal bilancio tra calorie ingerite e calorie bruciate. Ma in realtà il vero protagonista di questo processo è il sistema ormonale.

Il meccanismo di perdita e aumento di peso è regolato dagli ormoni. Pensare che tutto dipenda solo dalle calorie è un errore. Alimenti con lo stesso valore calorico possono generare risposte ormonali molto diverse e, di conseguenza, avere effetti differenti sull’organismo. Questa è la ragione per cui il conteggio delle calorie non funziona come strategia efficace per dimagrire.

Si è portati a credere che mangiare troppo e muoversi poco sia la causa principale dell’obesità. Questa convinzione è così radicata da non essere mai messa in discussione. Tuttavia, il corpo umano non è progettato per rispondere al conteggio calorico. Non esistono percorsi metabolici che reagiscono alle calorie in sé. L’aumento o la perdita di grasso corporeo dipende dai segnali inviati dagli ormoni, che regolano ogni funzione del nostro organismo, compresa la gestione delle riserve di grasso.

Uno dei principi fondamentali della medicina è che la comprensione delle cause di una malattia porta a un trattamento efficace. Se si sa che le infezioni sono causate dai batteri, si usano antibiotici. Se una malattia è causata da un virus, si ricorre ai vaccini. Lo stesso vale per l’obesità: per contrastarla, bisogna prima capire da cosa è determinata. Non si tratta semplicemente di un problema di eccesso calorico.

IL MITO DELLE CALORIE

Le calorie sono unità di calore che misurano l’energia rilasciata da un alimento quando viene bruciato in un calorimetro. Se si brucia una rosetta di pane, vengono sprigionate 250 calorie di calore, lo stesso accadrebbe con un pezzo di legno. Tuttavia, le calorie sono un concetto fisico, non fisiologico. Il corpo umano non funziona come un calorimetro e segue le leggi della fisiologia, non della fisica.

Da un punto di vista fisico, mangiare una rosetta o un pezzo di legno è la stessa cosa, ma dal punto di vista fisiologico è completamente diverso, poiché il legno non è un alimento. Il corpo non si preoccupa del numero di calorie ingerite, ma della risposta ormonale che il cibo genera. Alimenti diversi attivano ormoni differenti, come l’insulina, il peptide YY e la colecistochinina, che influenzano la gestione del grasso corporeo. Per esempio, consumare una rosetta, un avocado o un pezzo di legno porta a risposte metaboliche completamente diverse, con effetti altrettanto distinti sul peso corporeo.

Questa è la principale debolezza del modello “calorie ingerite, calorie bruciate”. Secondo questa teoria, il fattore determinante nell’obesità sarebbe il numero di calorie consumate e ridurle dovrebbe essere la soluzione. Il concetto di bilancio energetico si basa sull’equazione:

Accumulo di grasso = Calorie ingerite – Calorie bruciate.

Spesso viene citata la Prima Legge della Termodinamica per supportare questa teoria, secondo cui l’energia non può essere creata né distrutta. Se si ingeriscono 250 calorie in più sotto forma di pane, dovrebbero essere immagazzinate come grasso. Ma questo ragionamento è errato. Se si ingerissero 250 calorie di legno, si ingrasserebbe? Ovviamente no, perché il legno non è un alimento metabolizzabile. Allo stesso modo, se si assumessero 250 calorie di pane ma il metabolismo aumentasse il suo ritmo della stessa quantità, il peso non cambierebbe. Il corpo può scegliere di eliminare l’energia in eccesso, bruciarla, usarla per costruire muscoli o immagazzinarla, con effetti molto diversi sulla composizione corporea.

OLTRE IL 70% DEGLI AMERICANI È IN SOVRAPPESO

Secondo il modello del bilancio energetico, si ingrassa quando le calorie ingerite superano quelle bruciate. Ma cosa determina il numero di calorie introdotte e consumate? Poiché si decide cosa mangiare, il numero di calorie ingerite dipende dalle scelte personali. Ad esempio, si potrebbe scegliere di mangiare broccoli invece di patatine. Se si assume che il metabolismo sia stabile, allora il numero di calorie bruciate dipende dall’attività fisica, anch’essa una scelta personale.

Questo porta alla conclusione che l’obesità sia un fallimento individuale. Mangiare troppo e muoversi poco viene visto come un problema di autodisciplina. Se si chiedesse agli esperti, confermerebbero che la chiave per dimagrire è ridurre l’apporto calorico e aumentare l’esercizio fisico. Questo modello lascia intendere che l’obesità sia colpa di chi ne soffre.

Ma se fosse solo una questione di scelte individuali, perché a partire dal 1977 milioni di persone avrebbero improvvisamente “deciso” di diventare obese? Secondo i dati del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie degli Stati Uniti [l’equivalente del nostro Istituto Superiore di Sanità, Ndr], nel 2020 il 71,6% degli adulti americani era in sovrappeso o obeso. Il fenomeno non può essere spiegato solo come una serie di scelte sbagliate compiute contemporaneamente da così tante persone.

PERCHÈ CONTARE LE CALORIE NON FUNZIONA

Se la soluzione all’obesità fosse davvero così semplice e ben compresa, perché il problema continua ad aggravarsi nonostante le campagne di educazione alimentare e i programmi per la perdita di peso? Se il metodo “mangia meno e muoviti di più” funzionasse, la situazione sarebbe migliorata, non peggiorata. La realtà è che il conteggio delle calorie è stato provato in molte forme diverse, ma quasi mai porta a risultati duraturi.

Il modello basato sulle calorie non spiega perché l’obesità sia aumentata così drasticamente né offre una strategia efficace per combatterla. Se invece si pone l’attenzione sugli ormoni, diventa più chiaro il motivo per cui si accumula grasso e come intervenire. Esistono ormoni che stimolano la fame e altri che favoriscono il senso di sazietà. Alcuni aumentano i livelli di energia, altri li riducono. Il numero di calorie ingerite e bruciate non dipende solo dalle scelte personali, ma anche da questi segnali biologici.

Gli alimenti, pur avendo lo stesso numero di calorie, possono influenzare gli ormoni in modo diverso, portando a reazioni metaboliche differenti. Anche la frequenza dei pasti gioca un ruolo importante, perché il momento in cui si mangia influisce sulla risposta ormonale dell’organismo. Non si tratta solo di cosa si mangia, ma anche di quando lo si mangia. L’aumento dell’obesità è legato a un cambiamento nelle abitudini alimentari avvenuto intorno al 1977, che ha modificato sia la qualità dei cibi consumati sia la frequenza dei pasti.

Il dottor Jason Fung è un medico nefrologo, ricercatore e autore best-seller, noto per i suoi studi sul digiuno intermittente e sulla gestione di obesità, diabete e malattie metaboliche. Attualmente esercita a Toronto, Canada. Attraverso i suoi libri, come “The Obesity Code” e “The Diabetes Code”, ha sfidato le teorie tradizionali sulle malattie metaboliche, promuovendo approcci alimentari innovativi. È co-fondatore di The Fasting Method, un programma che aiuta le persone ad adottare il digiuno intermittente per migliorare la salute.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

Ripubblicato da TheFastingMethod.com

Consigliati