L’Italia ha partecipato al Consiglio Ue straordinario di ieri a Bruxelles con una posizione articolata, segnata dalla volontà di bilanciare il sostegno all’Ucraina e alla difesa europea con una prudenza marcata su alcune proposte più audaci. Al centro del dibattito, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso una linea che riflette sia la sua visione strategica sia le sensibilità interne alla coalizione di maggioranza, composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
MELONI: SOLIDARIETÀ A KIEV MA CON DEI LIMITI
Secondo Rainews, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato il sostegno dell’Italia all’Ucraina, aderendo alla dichiarazione a 26 sull’Ucraina approvata al vertice – con il veto isolato dell’Ungheria – che riafferma i cinque principi per una “pace giusta”. Tuttavia, per il Il Sole 24 Ore, la Meloni ha espresso un no categorico all’idea di truppe italiane in Ucraina: «Sulle truppe europee sono molto, molto perplessa: non lo considero efficace. Escludo che possano essere inviati soldati italiani». Questa posizione riflette la sua cautela storica sull’escalation militare, in linea con quanto già espresso a Porta a Porta il 15 febbraio 2023.
Quanto al piano “ReArm Europe” del presidente della Commissione von der Leyen, un pacchetto da 800 miliardi di euro per la difesa approvato all’unanimità, secondo il Guardian, la Meloni ha sostenuto l’aumento della spesa militare e lo scorporo di tali investimenti dal deficit, una proposta italiana accolta nelle conclusioni del vertice, come riportato da Rainews, ma Reuters evidenzia il rifiuto del presidente del Consiglio all’uso dei fondi di coesione per il riarmo, a tutela delle regioni italiane meno sviluppate. Sempre da Il Sole 24 Ore, emerge la preferenza della Meloni per toni meno bellicosi: «Riarmo non è la parola adatta: il tema difesa riguarda materie prime e tantissimi altri domini». Inoltre, rimane sempre sullo sfondo la richiesta avanzata alcuni giorni fa dalla Meloni di un vertice Ue-Usa per coordinare le strategie transatlantiche, un’iniziativa su cui l’Italia sta già lavorando.
POSIZIONE UNITARIA MA SFUMATA DELLA COALIZIONE
La coalizione sta mostrando sul tema convergenze ma anche differenze. Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier, non ha rilasciato dichiarazioni dirette al vertice, ma Il Sole 24 Ore sottolinea la sua cautela storica, richiamando la sua critica alle sanzioni Ue del 10 marzo 2022 a La Stampa: «Rischiano di fare più male a noi che a loro». Questa posizione suggerisce una sensibilità della Lega verso gli impatti economici del riarmo, pur senza contraddire apertamente la Meloni.
Forza Italia, invece, si è allineata al sostegno Ue per l’Ucraina e alla difesa comune. Secondo Europa Today, il vicepremier Antonio Tajani ha dichiarato al pre-vertice del Ppe: «Non ci sono divisioni per quanto riguarda il Consiglio di oggi. Siamo tutti favorevoli complessivamente a una strategia che rafforzi la sicurezza». Tajani ha però ribadito, coerentemente con la Meloni, che i fondi di coesione non devono essere usati per la difesa e ha sottolineato l’importanza della Nato: «Mi pare assolutamente impossibile pensare di garantire la sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa senza un solido rapporto transatlantico».
Giorgia Meloni sta insomma mediando tra l’atlantismo di Fratelli d’Italia, le diverse cautele della Lega e i distinguo di Forza Italia.