La decarbonizzazione entro il 2040 è l’obbiettivo fissato per l’Italia, tra fonti rinnovabili e il ritorno al nucleare. La scelta del governo Meloni sembrerebbe ricadere sui nuovi Small Modular Reactor, gli Smr.
L’Smr è un tipo di reattore nucleare a fissione caratterizzato da una potenza elettrica ridotta, progettato per essere costruito con componenti standardizzati in fabbrica, trasportabili e assemblabili sul sito, consentendo una maggiore flessibilità e scalabilità rispetto ai reattori tradizionali. Sono tuttavia tecnologie nate per applicazioni diverse, come alimentare reti locali o industrie pesanti, e per integrarsi con fonti rinnovabili, offrendo una soluzione compatta e teoricamente più rapida da implementare rispetto ai grandi reattori nucleari tradizionali.
Per l’Italia, gli Smr sembrano infatti più adatti rispetto ai grandi reattori nucleari di terza generazione, che richiederebbero investimenti e tempi eccessivi: oltre 15 anni di realizzazione e costi che variano dai 10 ai 20 miliardi di euro, contro 5 anni e un investimento che va dai 2 a i 10 miliardi. Questa nuova tecnologia quindi offre un ingresso graduale, più indicato per un Paese che sta ripartendo da zero con il nucleare. Tuttavia l’immaturità tecnologica degli Smr e il problema delle scorie suggeriscono cautela, dato il rischio di costi imprevisti e l’attuale assenza di un programma gestione rifiuti adeguato. I reattori di terza generazione, più “maturi” e affidabili, sono tuttavia meno pratici per un Paese senza infrastrutture nucleari.
Gli Smr erogano una potenza per modulo tra i 10 e i 300 MWe (contro gli oltre 1000 MWe dei reattori di terza generazione) e hanno una progettazione molto più compatta, con circa 20 metri di altezza e 5 di diametro.
Per quanto riguarda la sicurezza, entrambe le tecnologie offrono una sicurezza avanzata rispetto ai reattori di seconda generazione degli anni 70. Gli Smr usano sistemi di raffreddamento per convezione naturale, spegnimento automatico senza intervento umano (evitando quindi gravi incidenti) o energia esterna. Inoltre, offrono un vantaggio per la semplicità e la possibilità di isolamento; possono infatti essere interrati, riducendo rischi di disastri naturali o attacchi terroristici.