Trump promette di porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, in atto ormai da 4 anni. La sua amministrazione ha già compiuto progressi significativi in questa direzione, adottando un approccio relativamente amichevole nei confronti di Putin. Il 27 febbraio scorso, Putin ha dichiarato che i primi contatti con l’amministrazione Trump hanno «ispirato speranza». Lo stesso giorno, funzionari statunitensi e russi si sono incontrati a Istanbul, dove hanno concordato una serie di misure per normalizzare le relazioni dopo anni di ostilità.
Dopo una lunga telefonata con Putin, Trump ha chiesto la riammissione della Russia nel gruppo delle nazioni del G7, dal quale Mosca si era ritirata nel 2017: «Mi piacerebbe riavere la Russia nel gruppo» ha dichiarato Trump ai giornalisti. «Penso che sia stato un errore escluderla».
Sergey Shoigu, capo del Consiglio di Sicurezza russo, ha descritto l’approccio conciliatorio di Trump nei confronti di Mosca «rivoluzionario». Secondo Stanislav Aleksandrovich Pritchin, analista politico russo, l’ottimismo cauto di Shoigu riflette in gran parte l’opinione pubblica russa: «durante il primo mandato di Trump, c’erano grandi aspettative che le relazioni bilaterali si sarebbero sviluppate positivamente» ha dichiarato Pritchin, «ma questo non si è concretizzato» e quindi «l’opinione pubblica russa è ancora divisa su Trump».
Ferit Temur, analista politico turco specializzato in affari eurasiatici, ha affermato che in Russia la percezione pubblica di Trump è generalmente positiva: «C’è l’aspettativa che l’approccio di Trump si riveli efficace nel trovare una soluzione favorevole a Mosca sulla questione ucraina».
Il 18 febbraio scorso, funzionari statunitensi e russi hanno tenuto un primo incontro nella capitale saudita Riad per discutere le possibili soluzioni per porre fine al conflitto. Da allora, entrambe le parti hanno ripetutamente affermato che sono in corso preparativi per un incontro faccia a faccia tra Putin e Trump.
«La prima fase dei negoziati a Riad e le dichiarazioni positive di Trump nei confronti della Russia sono state ben accolte dall’opinione pubblica», ha affermato Pritchin, «hanno creato una base di ottimismo riguardo ai prossimi incontri e a una possibile risoluzione della crisi ucraina».
Nel febbraio 2022, la Russia ha invaso e annesso quattro regioni dell’Ucraina orientale, che ora considera territorio russo. Secondo Mosca, la sua «operazione militare speciale» in Ucraina aveva l’obiettivo di proteggere i russi etnici e fermare l’ulteriore espansione della Nato verso est.
Le condizioni della Russia per porre fine al conflitto attuale includono il ritiro di tutte le forze ucraine dalle quattro regioni rivendicate da Mosca (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia) e garanzie che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato.
Trump d’altra parte, ha dichiarato di volersi «impegnare molto» nei prossimi incontri con Mosca per garantire che l’Ucraina recuperi «il più possibile del suo territorio». Poco prima dell’insediamento di Trump, il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz, ha dichiarato ad ABC News: «non credo sia realistico affermare che cacceremo ogni russo dal suolo ucraino».
Da quando è tornato in carica, Trump ha fatto diverse dichiarazioni suggerendo che le preoccupazioni di Mosca sull’espansione della Nato fossero giustificate: «Molto prima di Putin, i russi dicevano che non avrebbero mai permesso una cosa del genere» e «per me va bene» ha anche detto Trump rispetto alla volontà di Mosca che l’Ucraina resti fuori dalla Nato. Poi, il 26 febbraio, Trump è andato oltre, affermando che l’Ucraina può «dimenticarsi» di entrare nell’alleanza occidentale.
Ma rimane il fatto che la maggior parte dei leader europei non la vede così: «Anche con una migliore comprensione tra Russia e Stati Uniti» dice Pritchin, «sarà difficile raggiungere un compromesso in questo triangolo Russia-Ue-Usa».
Sebbene l’opinione pubblica russa veda Trump come un leader forte, il Presidente è percepito da molti anche come impulsivo e imprevedibile.
«È visto come un leader capace di prendere decisioni difficili», ma secondo Pritchin a volte cambia idea improvvisamente, il che crea un’atmosfera di imprevedibilità «quindi le aspettative del popolo russo sono caute».
Il 27 febbraio, durante una conferenza stampa con il primo ministro britannico Keir Starmer, a Trump è stato chiesto se considerasse ancora Zelensky un «dittatore».
«L’ho detto davvero?» ha risposto Trump. «Non posso credere di averlo detto».