Ambasciata o avamposto di persecuzione?

di Redazione ETI/ Frank Fang and Eva Fu
27 Febbraio 2025 17:22 Aggiornato: 27 Febbraio 2025 17:22

Due deputati degli Stati Uniti hanno espresso preoccupazioni riguardo al piano della Cina di costruire una nuova, imponente ambasciata a Londra, in una lettera inviata il 26 febbraio all’ambasciatore britannico negli Stati Uniti Peter Mandelson.

I deputati repubblicani Chris Smith, membro  della Commissione per gli Affari Esteri della Camera, e John Moolenaar, presidente della Commissione speciale sulla Cina del Partito Comunista Cinese, hanno affermato che consentire alla Cina di costruire quella che hanno definito una «super-ambasciata» nel sito del Royal Mint Court a Londra sarebbe una «ricompensa controproducente e non meritata».

I due deputati hanno chiesto a Mandelson di trasmettere le loro preoccupazioni al primo ministro britannico Keir Starmer, che incontrerà il presidente Trump a Washington il 27 febbraio.

UNA SEDE DIPLOMATICA SENZA PRECEDENTI IN EUROPA

Il regime cinese ha annunciato per la prima volta nel 2018 i piani per una nuova ambasciata di quasi 65.000 metri quadrati presso il Royal Mint Court, un sito storico vicino alla Torre di Londra. Il progetto ha ricevuto un’accelerazione a gennaio, dopo che i ministri degli Esteri e degli Interni britannici hanno espresso il loro sostegno alla proposta di costruzione.

Se completata, la nuova ambasciata cinese sarebbe dieci volte più grande dell’attuale ambasciata della Cina a Portland Place, a Londra, e quasi il doppio dell’ambasciata cinese a Washington. Sarebbe inoltre la più grande missione diplomatica cinese in Europa.

L’OPPOSIZIONE DEI PARLAMENTARI BRITANNICI

I piani di Pechino hanno suscitato opposizione anche all’interno del Parlamento britannico. In un post pubblicato sul social X il 17 febbraio, il deputato conservatore Iain Duncan Smith ha affermato che permettere alla Cina di portare avanti i suoi piani sarebbe «il più grande atto di sottomissione della storia britannica» e rappresenterebbe un «incubo» per il Regno Unito.

Nella loro lettera, Smith e Moolenaar hanno scritto che concedere al regime cinese «una presenza diplomatica così prominente nel Regno Unito» rafforzerebbe soltanto le operazioni all’estero della dittatura comunista cinese, mirate a «intimidire e perseguitare cittadini britannici, dissidenti ed esperti in tutta Europa che si oppongono o criticano le sue politiche».

IL REGIME CINESE E LA REPRESSIONE TRANSNAZIONALE

«Le operazioni di repressione transnazionale della Cina sono ben documentate nel Regno Unito e in tutta Europa» hanno poi scritto i due deputati inglesi. A ottobre 2022, Bob Chan, un manifestante filodemocratico di Hong Kong, è stato trascinato da una protesta che si teneva all’esterno dal Consolato generale cinese di Manchester all’interno dell’edificio, dove è stato picchiato dal personale consolare. Parlando con The Epoch Times nel marzo 2023, Chan aveva dichiarato di sentirsi indignato per il comportamento dei diplomatici cinesi ma «impotente nel poterli chiamare a risponderne».

I deputati statunitensi hanno anche citato un altro caso di repressione transnazionale avvenuto a San Francisco nel novembre 2023, quando organizzazioni collegate ai consolati cinesi hanno mobilitato individui per aggredire manifestanti pacifici durante la visita del leader del Pcc Xi Jinping in occasione del vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec). In quell’occasione, molti manifestanti filodemocratici sono rimasti feriti a causa delle violenze da parte di sostenitori del regime cinese, spingendo due organizzazioni per i diritti umani a chiedere al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di indagare sui gruppi del Fronte Unito del Partito Comunista Cinese. Il “Fronte Unito” è una strategia su più livelli adottata dal Pcc per promuovere le proprie operazioni all’estero.

PREOCCUPAZIONI PER L’INFLUENZA DEL PCC NEL REGNO UNITO

I due deputati hanno ricordato a Mandelson che il governo britannico «è probabilmente ben consapevole dello sforzo sistematico del Partito Comunista Cinese di cooptare élite sociali e imprenditoriali per promuovere i propri obiettivi politici ed economici attraverso operazioni di influenza occulta».

Le autorità statunitensi e britanniche hanno anche smascherato diversi casi di spionaggio cinese negli ultimi anni. A settembre 2024, un ex agente della Cia è stato condannato a 10 anni di reclusione dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver fornito alla Cina informazioni riservate sulla difesa nazionale degli Stati Uniti. Nel Regno Unito, un ricercatore parlamentare e un altro individuo sono stati incriminati nell’aprile dello scorso anno con l’accusa di spionaggio per conto della Cina.

DIRITTI UMANI: IL CASO DI JIMMY LAI

Il curriculum del regime comunista cinese in materia di violazioni dei diritti umani in Cina e Hong Kong è un ulteriore motivo per cui il governo britannico dovrebbe riconsiderare la concessione della nuova ambasciata gigante, hanno scritto Smith e Moolenaar. I due deputati hanno citato il caso del cittadino britannico ed ex magnate dei media Jimmy Lai, incarcerato a Hong Kong dal dicembre 2020: «Sappiamo che il primo ministro Starmer ha espresso preoccupazione per la detenzione di Jimmy Lai e ha promesso di fare della sua liberazione una ‘priorità’ del governo britannico» hanno scritto i deputati, «lo esortiamo a usare il suo incontro con il presidente Trump per coordinare gli sforzi volti a ottenere il rilascio incondizionato di Lai».

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