Prima vittoria di Trump in Parlamento

di Redazione ETI/Joseph Lord, Arjun Singh
26 Febbraio 2025 7:16 Aggiornato: 26 Febbraio 2025 13:03

La Camera dei deputati degli Stati Uniti ha dato il via libera al piano del presidente della Camera Mike Johnson per un vasto pacchetto di bilancio che ha la funzione di permettere la realizzazione concreta del programma del presidente Trump.

La Camera ha approvato 217 a 215. È il primo passo di quella che si prevede sarà una lunga battaglia per portare la risicata maggioranza repubblicana alla Camera a realizzare un unico pacchetto di misure.

Questa manovra di bilancio autorizza le commissioni competenti della Camera a trovare almeno 1.500 miliardi di dollari in tagli alla spesa, 4.500 miliardi  in tagli fiscali e un aumento di 4 mila miliardi del tetto del debito.

Il voto è avvenuto pochi minuti dopo che la maggioranza aveva annunciato all’ultimo momento la votazione della misura dall’aula. Molti parlamentari che stavano lasciando il palazzo hanno dovuto tornare in aula. I democratici hanno cercato di rallentare il voto utilizzando schede cartacee, anziché il più rapido e comune metodo elettronico, per garantire che tutti i loro deputati disponibili potessero arrivare in tempo e votare contro.

I repubblicani sono esplosi in un applauso dopo che l’ultimo voto repubblicano è stato espresso, manifestando il sollievo dopo giorni di incertezza e speculazioni sulla proposta. Molti si sono avvicinati per stringere personalmente la mano a Johnson, segnando la vittoria politica ottenuta dopo settimane di scetticismo da parte dei repubblicani al Senato e dei commentatori politici.

Ora la palla passa alle commissioni della Camera, che dovranno individuare i tagli alla spesa pubblica e elaborare proposte legislative sui temi cruciali per il futuro degli Stati Uniti: sicurezza delle frontiere, difesa, energia e tasse.

Quest’ultimo aspetto, più di ogni altro, ha spinto il presidente della Camera Johnson e i deputati a scegliere l’approccio unitario chiesto da Trump, in cui tutte le principali priorità repubblicane sono approvate in un unico super-disegno di legge, invece che in una miriade di provvedimenti tutti soggetti a discussione, e ognuno dei quali sarebbe a rischio di finire poi respinto, considerata la risicatissima maggioranza repubblicana in Parlamento (e i maneggi dietro le quinte, che sono il pane quotidiano della politica).

Ma il compito che attende Johnson è tutt’altro che semplice: nella compagine repubblicana ci sono sia deputati eletti in distretti a maggioranza democratica, sia eletti in aree rurali e residenziali profondamente conservatrici. Il che renderà difficile trovare un accordo sui tagli, soprattutto in una manovra di bilancio che ne sarà inevitabilmente piena.

SCETTICISMO AL SENATO

I senatori repubblicani hanno espresso apertamente scetticismo sulla capacità di Johnson di portare a termine l’operazione. La scorsa settimana, il Senato ha approvato la prima bozza del suo piano di bilancio in due parti, che rinvia la discussione sulla questione fiscale mentre introduce cambiamenti immediati nei budget e nelle politiche su confini, difesa ed energia.

Trump ha apertamente sostenuto l’approccio di Johnson rispetto al quello del Senato, ma ha anche lasciato intendere che accetterebbe un pacchetto in due parti, se necessario. Il capogruppo della maggioranza repubblicana al Senato, John Thune, ha affermato che la controproposta del Senato serve esclusivamente a fornire una «maggiore scelta» alla Casa Bianca.

Il presidente della Commissione bilancio del Senato, il repubblicano Lindsey Graham, principale promotore dell’approccio a doppio binario scelto in Senato, ha dichiarato senza mezzi termini di ritenere che Johnson non ce la potrà mai fare a far passare un pacchetto unico alla Camera. Ma «non esiste un “piano B”», ha ribattuto il presidente della Camera Johnson a The Epoch Times prima della votazione di martedì: «questo è l’unico piano a cui stiamo lavorando».

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