La Cannabis e alterazione del Dna

di Redazione ETI/George Citroner
25 Febbraio 2025 9:32 Aggiornato: 25 Febbraio 2025 12:49

L’uso di cannabis è un argomento sempre più dibattuto, con implicazioni che vanno ben oltre il semplice “sballo”. Recenti scoperte scientifiche stanno sollevando interrogativi inquietanti: l’uso di cannabis ad alta potenza potrebbe modificare direttamente il nostro stesso Dna. Gli studi sono ancora in corso, ma potrebbero cambiare radicalmente il modo viene considerata questa sostanza e i suoi effetti sulla salute mentale e fisica.

Le ricerche più recenti si stanno concentrando in particolare sugli effetti della cannabis ad alta potenza, ovvero quella con una concentrazione di Thc pari o superiore al 10%. Il Thc o tetraidrocannabinolo, è il principale composto psicoattivo della cannabis, responsabile dei noti effetti che alterano la percezione e l’umore.

Uno studio pubblicato su The Lancet Psychiatry ha evidenziato una forte correlazione tra l’uso quotidiano di cannabis, in particolare quella ad alta potenza, e l’insorgenza di psicosi. I risultati suggeriscono un aumento significativo di nuovi casi di psicosi nelle città in cui la cannabis ad alta potenza è facilmente accessibile. La dottoressa Marta Di Forti dell’Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience ha sottolineato che l’uso di cannabis ad alta concentrazione di Thc ha effetti più dannosi sulla salute mentale rispetto all’uso di forme più deboli. Un secondo studio mostra per la prima volta come l’uso di cannabis influisca sull’incidenza del disturbo psicotico a livello di popolazione. Inoltre, la ricerca indica che fumare marijuana rilascia almeno quattro volte più catrame nei polmoni rispetto alle sigarette di tabacco.

Un terzo studio, pubblicato su Molecular Psychiatry dai ricercatori della dottoressa Di Forti, ha esaminato gli effetti della cannabis ad alta potenza sul Dna umano. Dopo aver analizzato campioni di sangue di 682 partecipanti e confrontando consumatori abituali di cannabis con non consumatori, i primi mostravano alterazioni nel gene CAVIN1, che è legato alla funzione mitocondriale e immunitaria; ovvero, la capacità del corpo di produrre energia e difendersi dalle malattie.

I risultati suggeriscono inoltre che gli effetti della cannabis sul Dna possono variare tra persone che presentano o meno precedenti esperienze psicotiche, aprendo la strada allo sviluppo di test del Dna per identificare i soggetti a rischio di psicosi a causa dell’uso di cannabis.

Spesso, le persone con problemi di salute mentale tendono a utilizzare la cannabis come una forma di “auto-medicazione”. Questo crea un circolo vizioso che aggrava la situazione. «Credo che qualsiasi sostanza psicoattiva come la cannabis influenzi notevolmente gli esiti del trattamento in modo negativo», spiega lo psichiatra Matthew Sherman primario della Stony Brook Medicine, riferendosi alle interazioni con i farmaci psicotropi e gli effetti dell’intossicazione o dell’astinenza da cannabis sulla salute mentale dei pazienti.

Le nuove scoperte scientifiche invitano a considerare l’utilizzo della cannabis sotto una luce diversa. Non si tratta più solo di valutare gli effetti immediati, ma di comprendere l’impatto sul Dna e sulla salute mentale a lungo termine. La ricerca è in continua evoluzione e una maggiore consapevolezza è fondamentale per fare scelte informate.

 

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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