Christine Anderson, europarlamentare del partito Alternativa per la Germania (AfD), ha dichiarato a latere del Cpac di aspettarsi un buon risultato per nelle elezioni federali tedesche del 23 febbraio, ma con un’importante riserva: «L’AfD si classificherà al secondo posto, con forza. Ma la Cdu non ci parlerà nemmeno» ha affermato, riferendosi al partito di centrodestra che dovrebbe ottenere il maggior numero di voti. «Questo li lascerà con un’unica scelta: formare un governo con La Sinistra e i Verdi» e «quindi non ci sarà alcun cambiamento» osserva la Anderson.
Un recente sondaggio YouGov prevede per l’AfD circa il 20% dei voti e 145 dei 733 seggi in Parlamento, il doppio rispetto alle precedenti elezioni, in cui il partito aveva ottenuto il 10,4%. Nel 2013, l’AfD aveva ricevuto meno del 5% dei voti, non superando lo sbarramento.
IL CROLLO DELLA SPD E LA CRESCITA DELL’AFD
L’attuale cancelliere tedesco, Olaf Scholz, del Partito socialdemocratico (Spd), è in carica dal 2021. Secondo YouGov, i socialdemocratici avranno il 16%. Il minimo storico dalla Seconda guerra mondiale.
Migrazione di massa, economia in difficoltà e malcontento per la politica estera, sono tra i fattori alla base della crescita dell’AfD, come dei diversi partiti conservatori in tutta Europa. E come molti di questi partiti, l’AfD ha difficoltà a formare coalizioni di governo. In Francia, il Rassemblement National non fa parte dell’attuale governo guidato dal primo ministro François Bayrou, nonostante sia ora il gruppo più numeroso in Parlamento. Anche il Partito della Libertà d’Austria ha incontrato difficoltà nell’entrare in una coalizione di governo.
«VIVIAMO ANCORA IN UNA DEMOCRAZIA?»
Christine Anderson mette in dubbio l’impatto del prossimo esito elettorale per l’AfD: «Se le elezioni non portano più a dei cambiamenti, viviamo ancora in una democrazia?». Ed è scettica sul fatto che la Cdu possa realmente presentarsi come una forza di cambiamento rispetto ai socialdemocratici, considerando il lungo periodo in cui è stata al potere. La cancelliera Angela Merkel, bandiera della Cdu, ha governato dal 2005 al 2021, un periodo segnato da un’immigrazione su larga scala dal Medio Oriente, da obiettivi ambiziosi in materia di emissioni e da altre politiche evidentemente sgradite a una fetta sempre più larga di tedeschi. Politiche che hanno contribuito all’ascesa dell’AfD.
Su alcuni temi, i politici della Cdu «non sembrano così diversi da noi», osserva la Anderson; tuttavia, vi sono divergenze significative in tema di immigrazione e di relazioni Germania-Russia, nel contesto della guerra in Ucraina.
NORD STREAM «ATTO DI GUERRA CONTRO LA GERMANIA»
Secondo Christine Anderson, sebbene l’invasione russa dell’Ucraina sia «inaccettabile», il conflitto ha origini che risalgono alla Rivoluzione di Maidan del 2014, che ha portato alla rimozione del presidente Viktor Yanukovych, e ai precedenti discorsi sull’adesione dell’Ucraina all’Unione europea. All’epoca, Yanukovych aveva ritirato l’Ucraina da un accordo di associazione all’Ue, e «l’Ue non accetta un no come risposta» osserva la Anderson. Che inoltre condanna il sabotaggio del gasdotto Nord Stream nel settembre 2022, avvenuto diversi mesi dopo l’inizio del conflitto Russia-Ucraina.
Mosca ha attribuito la responsabilità agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, ma nessuna delle due nazioni ha rivendicato l’azione. Funzionari ucraini hanno contestato un’inchiesta pubblicata nell’agosto 2024 dal Wall Street Journal, che attribuisce l’attacco appunto a un manipolo di ucraini. Nel settembre 2024, quasi due anni dopo, Scholz ha dichiarato alla stampa tedesca che l’indagine era ancora in corso.
Pur non esprimendosi sul responsabile, la Anderson definisce il sabotaggio del gasdotto Nord Stream come un «atto di guerra contro la Germania».