Negli ultimi 70 anni il colesterolo è stato pesantemente accusato di provocare malattie cardiache, ictus e non solo. Uova e grassi animali sono quindi stati messi all’indice. Tuttavia, il vero problema non riguarda ciò che mangiamo, ma il modo in cui il nostro corpo elabora e gestisce il colesterolo, una molecola fondamentale nel mantenimento della salute generale e per la nostra stessa sopravvivenza.
Il colesterolo stabilizza le membrane cellulari, supporta la produzione di ormoni fondamentali come cortisolo, testosterone ed estrogeni, e aiuta i processi naturali di guarigione del corpo. Inoltre, contribuisce alla produzione di vitamina D, combatte le infiammazioni e protegge i nervi.
CONOSCERE IL COLESTEROLO
«Il colesterolo in sé non è dannoso; il problema nasce quando il colesterolo Ldl si ossida», spiega la dottoressa Jodi Duval, medico naturopata.
Il colesterolo Ldl, noto anche come “colesterolo cattivo”, viene prodotto dal fegato e inviato nelle aree del corpo che necessitano di riparazione. Agisce come agente di guarigione e come componente per la rigenerazione cellulare. Tuttavia, quando interagisce con l’ossigeno si ossida e diventa dannoso. Questo processo coinvolge le specie reattive dell’ossigeno, ovvero i radicali liberi, che danneggiano le particelle di Ldl rendendole nocive. L’Ldl ossidato innesca infiammazioni e accumulo di placche nelle arterie, contribuendo all’aterosclerosi, un fattore chiave delle malattie cardiache.
I livelli di colesterolo dovrebbero essere valutati principalmente nel contesto della sindrome metabolica, della resistenza all’insulina o di altri fattori di rischio cardiovascolare. Inoltre, un’altra forma di colesterolo è l’Hdl, noto come “colesterolo buono” perché aiuta a rimuovere il colesterolo in eccesso dal flusso sanguigno, trasportandolo al fegato per l’elaborazione.
DIETA E LIVELLI DI COLESTEROLO
Il colesterolo alimentare è stato oggetto di dibattito fin dagli anni ’60, quando le linee guida alimentari di diversi Paesi hanno iniziato a raccomandare di limitarne l’assunzione. Tuttavia, diverse ricerche condotte alla fine degli anni ’90 hanno iniziato a mettere in discussione questo consiglio, dimostrando una correlazione minima o nulla tra il colesterolo alimentare e i livelli di colesterolo nel sangue. Quando l’assunzione di colesterolo aumenta, il corpo compensa riducendone l’assorbimento e abbassando la produzione interna di colesterolo da parte del fegato, che svolge un ruolo centrale in questo equilibrio.
«Per la maggior parte delle persone, la quantità di colesterolo ingerito ha un impatto minimo sulla quantità di colesterolo che circola nel sangue», spiega il dottor Garrett Garner, ginecologo ostetrico e direttore di SimpleFix, una piattaforma medica online. Emblematico lo studio su un uomo di 88 anni che ha consumato 25 uova al giorno (circa 4.500 milligrammi di colesterolo) mantenendo livelli normali di colesterolo nel sangue e senza presentare aterosclerosi significativa. Il suo corpo si è adattato riducendo sia la produzione interna che l’assorbimento di colesterolo, e aumentando la produzione di acidi biliari, necessari per scomporre i grassi e facilitarne la digestione.
Nell’aprile 2024 è stato condotto uno studio su 140 partecipanti con malattie cardiovascolari o ad alto rischio per confrontare gli effetti del consumo di 12 o più uova sode a settimana rispetto a meno di 2 uova a settimana. Dopo 4 mesi, tra i due gruppi non sono state rilevate differenze nei livelli di Ldl o Hdl o in altri indicatori chiave della salute cardiovascolare.
IL RUOLO CHIAVE DEL FEGATO
La dieta, quindi, influisce meno di quanto comunemente si creda sulla gestione del colesterolo. «Se si ha un problema di colesterolo, tipicamente riguarda il tasso di produzione del colesterolo da parte del fegato o il tasso con cui il fegato rimuove il colesterolo dal sangue», spiega la dottoressa Gabrielle Lyon, medico di famiglia certificato.
Il ruolo del fegato è infatti cruciale per mantenere stabili i livelli di colesterolo. Tuttavia, questi processi sono influenzati da genetica, dieta, stile di vita e condizioni di salute sottostanti, rendendo la gestione del colesterolo una questione complessa. Invece di concentrarsi esclusivamente sulla riduzione dei livelli di colesterolo, è più importante affrontarne le cause profonde.
Consumare alimenti ricchi di colesterolo non aumenta significativamente i livelli di colesterolo nel sangue, poiché il fegato regola la sua produzione di conseguenza. Tuttavia, un’infiammazione cronica può compromettere la capacità del fegato di regolare correttamente il colesterolo, motivo per cui seguire una dieta antinfiammatoria rimane sempre un fattore importante.
AFFRONTARE LE CAUSE ALLA RADICE
Per gestire gli squilibri del colesterolo alla radice, il dottor Duval, suggerisce tre strategie.
Ridurre l’Infiammazione: livelli elevati di infiammazione spingono il fegato a rilasciare più Ldl nei tessuti danneggiati. Per ridurre l’infiammazione sistemica, è consigliabile seguire una dieta antinfiammatoria ricca di grassi omega-3 (ad esempio pesce grasso e semi di lino) e antiossidanti (come frutti di bosco e curcuma), eliminando al contempo alimenti che promuovono l’infiammazione, come zuccheri raffinati, oli vegetali e cibi ultra-processati.
Migliorare la funzione epatica: Garantire il corretto funzionamento del fegato significa supportare la sua capacità di regolare efficacemente i livelli di colesterolo. Diversi integratori favoriscono la funzionalità epatica, tra cui il cardo mariano, che supporta la disintossicazione epatica e aiuta a combattere lo stress ossidativo. La curcumina, che riduce l’infiammazione epatica e favorisce il flusso biliare. E la N-acetilcisteina (Nac) che aumenta il glutatione, il principale antiossidante del fegato.
Mantenere sane abitudini: Tenere sotto controllo il colesterolo richiede anche di essere fisicamente attivi e monitorare altri aspetti dello stile di vita, come ad esempio:
- Allenarsi regolarmente per migliorare il metabolismo dei grassi nel fegato e aumentare l’Hdl (colesterolo buono).
- Mantenere una buona idratazione per supportare la produzione di bile e l’escrezione del colesterolo.
- Gestire lo stress per ridurre i livelli di cortisolo, che altrimenti potrebbero favorire le infiammazioni, alterare il metabolismo dei grassi e disturbare l’equilibrio del colesterolo.
- Evitare il fumo per ridurre lo stress ossidativo e le infiammazioni, entrambi fattori che contribuiscono agli squilibri del colesterolo.
- Mantenere un’attività fisica regolare per sostenere la salute cardiovascolare complessiva e la regolazione del colesterolo.
- Prendere consapevolezza dei fattori genetici, poiché possono influenzare il metabolismo del colesterolo e richiedere un approccio personalizzato.
Adottare un approccio equilibrato all’alimentazione consente all’organismo di regolare naturalmente il colesterolo. Ciò significa che non è necessario eliminare dalla propria dieta uova e grassi animali, ma esattamente il contrario. Privilegiare cioè alimenti ricchi di nutrienti evitando il consumo eccessivo di qualsiasi singolo gruppo alimentare. Allo stesso tempo, affrontare i fattori sottostanti, come le infiammazioni e la funzionalità epatica, aiuta il corpo a gestire il colesterolo in modo più efficace.
Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.