«Ho voluto che la quinta edizione del forum internazionale per la pace, la sicurezza e la prosperità, che si svolgerà a Palermo tra il 16 e il 19 marzo, fosse presentata qui, in questo tempio della democrazia consacrato dopo gli orrori della seconda guerra mondiale grazie al sacrificio, all’eroismo disinteressato di chi pur conoscendo l’Italia soltanto dalle carte geografiche, giunse dall’altro capo del mondo e non esitò nel nome dei valori di pace, libertà e democrazia a sacrificare la propria vita per rendere libero questo Paese. È alla loro memoria, è al loro esempio unito a quello di chi (in divisa con il tricolore o con abiti civili) seppe dire di no al nazifascismo che oggi ci inchiniamo. Un inchino che arriva fino ad Agira, in provincia di Enna, dove nel Canadian war cemetery riposano 490 giovani canadesi, ufficiali che neanche a vent’anni, insieme ai 477 soldati e ai 13 membri della Royal canadian air force, ci donarono la loro vita per liberare la Sicilia e dunque l’Italia dal nazifascismo. Mai così tanti dovettero così tanto a così pochi».
Lo ha detto il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, in occasione della presentazione del quinto forum internazionale «Pace, sicurezza e prosperità – I diritti umani in un mondo volatile, incerto, complesso e ambiguo», presso la sala della Regina di Montecitorio.
Mulè ha aggiunto: «Con altre illustre personalità, condivido l’onore di essere un patrono onorario del forum internazionale, nominato, nel mio caso indegnamente, ambasciatore dei valori del forum. Il nostro incontro giunge in un momento delicato e complessissimo se guardiamo al conflitto tra Russia e Ucraina e a quelli in Medio Oriente tra Israele e Palestina. Il tema scelto per questa edizione è quantomai centrato e attualissimo: la sicurezza umana in un mondo volatile, incerto, complesso e ambiguo. In questo paradigma c’è tutta la complessità del momento. Siamo chiamati a coniugare, a saper provare la chiave per contribuire a creare un mondo solido, certo, accessibile, chiaro. E dunque, un mondo che è esattamente l’opposto di ciò di cui discutiamo e ci troviamo a vivere».
Mulè ha continuato: «Per risolvere questo enorme, gigantesco tema deve venirci in soccorso ciò che è stato, ciò che siamo stati. Non può esistere un mondo solido se non vi è capacità di garantire sicurezza, che è sinonimo di una difesa innanzitutto militare fondata su professionalità e rigore morale di chi la interpreta, connesso in modo indissolubile con il granitico ancoraggio a valori che sono precondizione di una società pacifica: rispetto, libertà, democrazia. E lasciatemi aggiungere, onore. Non può esserci un mondo certo se non vi è adesione alle regole, prima fra tutte quella del rispetto della sovranità nazionale e dell’indipendenza degli Stati contro ogni forma di sopruso così come enunciato dalla carta delle Nazioni unite. Non sarà un mondo accessibile e dunque semplice se verrà meno l’adesione a queste regole elementari portandosi dietro quell’ambiguità, nemica della chiarezza, che suppone l’esistenza di inesistenti diritti per violare le regole. Ho trovato assai centrata rispetto ai tempi che viviamo – ha concluso ancora Mulè – una citazione che faccio mia dal centro studi Italia-Canada che recita: oggi più che mai la sfida è affermare che la democrazia è un universo in cammino non un sistema immobile e la guerra va ripudiata a partire dal recupero dell’importanza della storia e dei suoi drammi».