La Quinta Parete, affreschi italiani sul soffitto

di Redazione ETI
22 Febbraio 2025 12:04 Aggiornato: 22 Febbraio 2025 12:04

I soffitti oggi sono spesso definiti “quinta parete”, ma i progetti decorativi per i soffitti non sono una novità: lo stile illusionistico degli affreschi a soffitto, noto come il “Sotto in su”, era in uso già nella Venezia del XVI secolo, ma le sue origini risalgono alla pittura murale dell’antica Roma. L’affresco è una tecnica di decorazione murale che consiste nel dipingere su intonaco umido. Gli affreschi antichi realizzati sui soffitti erano spesso caratterizzati da un cielo trompe-l’oeil (dal francese, inganna l’occhio) che sembrava estendersi oltre i confini materiali, e i soggetti ricorrenti erano figure mitologiche e bibliche. Se ne trovano esempi in chiese e palazzi in Italia e in tutta Europa.

Tre dei più importanti artisti italiani del passato sono celebrati non solo per le loro opere pittoriche, ma anche per i loro magnifici affreschi.

La stanza del Mantegna

Andrea Mantegna, 1431-1506 circa, nacque nei pressi di Padova, una città ricca di storia che suscitò in lui l’interesse per l’arte classica e ispirò la sua opera per tutta la vita. Sposò una donna della famiglia Bellini, un’importante casata di artisti veneziana. Le sue opere ritraggono spesso composizioni straordinarie, che si distinguono per lo stile pittorico scultoreo che presta grande attenzione alle proporzioni e alla prospettiva.

Camera degli Sposi, Mantova
Andrea Mantegna, Camera degli Sposi, particolare, Herbert Frank, flickr.com, CC BY 2.0

Molto apprezzato già mentre era in vita, influenzò altri artisti di spicco, tra cui il cognato Giovanni Bellini e il tedesco Albrecht Dürer. Nel 1460 fu nominato artista di corte dei Gonzaga, signori di Mantova, e lavorò per tre generazioni nella loro famiglia. L’affresco più importante lo realizzò in una sala del Palazzo Ducale di Mantova tra il 1465 e il 1474. Situata nella parte nord-orientale dell’edificio, la stanza è chiamata Camera Picta o Camera dipinta, in seguito conosciuta come Camera degli Sposi. Il marchese la adibì a sala di Stato per ricevere le alte personalità politiche e come luogo ufficiale per gli incontri di famiglia. I dipinti che esaltano i Gonzaga e la loro corte ricoprono intere pareti, raffigurando paesaggi lussureggianti che annullano i limiti architettonici della stanza.

Andrea Mantegna, Camera degli Sposi, Palazzo Ducale Mantova
Andrea Mantegna, Camera Picta, Palazzo Ducale Mantova, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0

Ma l’elemento che ha reso celebre la sala è l’innovativo soffitto, che Mantegna realizzò creando l’effetto di una finta volta. Al centro, il suggestivo oculo mostra un cielo idilliaco con alcune nuvole; intorno a una balaustra sono riuniti putti giocosi che l’artista ha dipinto utilizzando uno scorcio estremo, dando così l’illusione della profondità. Figure femminili, un pavone e una pianta in vaso sono inseriti nella scena creando un insieme incantevole. Festoni di frutta e fogliame incorniciano l’oculo. Gli esperimenti tecnici e stilistici di Mantegna, attraverso la costruzione spaziale illusionistica, infrangono i limiti della prospettiva e  hanno ispirato gli artisti successivi, in particolare Correggio.

L’Assunzione della Vergine di Correggio

Antonio Allegri, meglio conosciuto con il nome della sua città natale, Correggio, 1489 circa-1534, è stimato per la sua abilità nel ritrarre la luminosità e nel riuscire a pervadere di luce divina i suoi quadri. Correggio dipinse pale d’altare, affreschi  virtuosistici e illusionistici, scene mitologiche e opere religiose di dimensioni ridotte. Considerato il pittore più importante della regione Emilia-Romagna del tempo, creò le sue opere maggiori nella città di Parma.

Qui realizzò tre affreschi per soffitto. Il più straordinario, Assunzione della Vergine, decora la cupola ottagonale della Cattedrale romanica di Parma che completò nel 1530. Quattro santi patroni di Parma – San Bernardo degli Uberti, San Giovanni Battista, San Giuseppe e Sant’Ilario – sono rappresentati all’interno di finte conchiglie nei cosiddetti pennacchi,  gli archi di sostegno della cupola. Al di sopra si staglia un parapetto trompe-l’oeil, simile a quello del Mantegna, con gli Apostoli in primo piano.
Sopra questa fascia è raffigurata la Vergine Maria che sale al cielo. Correggio la colloca sul lato occidentale della cupola, non al centro, in modo che sia visibile agli spettatori ai piedi della scala che dalla navata centrale porta all’altare. Maria, che indossa una veste rosa e un manto blu, è immersa in una spirale gloriosa e apparentemente infinita di angeli, putti e nuvole.

Alla destra di Maria ci sono i patriarchi biblici guidati da Adamo. Vicino a lui ci sono Davide con la testa di Golia, Abramo, suo figlio Isacco con l’agnello sacrificale e Giacobbe. Le figure femminili circondano Eva alla sinistra di Maria. Eva tiene in mano una mela con un germoglio verde che, in questo contesto, è simbolo di salvezza.

Correggio, Assunzione della Vergine, Particolare, pubblico dominio

L’identità della figura centrale della cupola, illuminata da luce celeste, è ancora oggetto di dibattito: alcuni studiosi ritengono che sia Cristo che scende per incontrare Maria, secondo altri che sia un angelo che accompagna l’ascesa di Maria, perché la figura non presenta caratteristiche associate a Cristo, come la barba o le stimmate. Inoltre la figura, dalla posa insolita, veste di verde e di bianco, colori non legati alle rappresentazioni di Cristo.

Tiepolo e l’affresco più grande del mondo

Gli affreschi di Correggio furono di grande ispirazione per gli artisti in Italia e all’estero durante le epoche del Barocco e del Rococò. Giambattista Tiepolo (1696-1770) nacque da un’importante famiglia veneziana. È considerato il più grande autore di affreschi della sua epoca, riuscendo a spingere oltre i limiti l’arte pittorica attraverso le sue doti tecniche e le sue composizioni teatrali. Le sue complesse narrazioni sono caratterizzate da costumi fantastici e splendide fantasie. Tiepolo fu anche un disegnatore innovativo, e le sue stampe furono ampiamente diffuse. Molti dei suoi dipinti erano lavori preparatori per i affreschi o copie dell’opera finita.
La realizzazione più straordinaria e grandiosa del Tiepolo si può ammirare a Würzburg, in Germania. Un capolavoro architettonico di questa città della Baviera settentrionale è la Residenza di Würzburg, costruita per il principe vescovo del tempo. Alla sommità di un’imponente scalinata a tre rampe si trova l’Olimpo (o Apollo) e i quattro continenti, dipinto tra il 1750 e il 1753: è l’affresco più grande del mondo.

Tiepolo, L’Olimpo e i Quattro Continenti, Residenza di Würzburg, Myriam Thyes, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0

In quest’opera, mito e politica contemporanea si uniscono. Meticoloso come Correggio nella sua collocazione, Tiepolo ha previsto molteplici punti di vista che tengono conto della progressione del visitatore lungo la scalinata. L’elemento centrale è un cielo ampio e spettacolare con protagonisti gli dei dell’Olimpo. Apollo, dio del sole e delle arti, si sta preparando per la corsa quotidiana sul carro che porta la luce nel mondo. La composizione è un’allegoria che paragona Apollo al principe vescovo. Le Ore, figure femminili raffigurate con ali di farfalla, conducono i cavalli e le redini ad Apollo mentre i putti spingono il cocchio dorato attraverso le nuvole. Le altre divinità presenti sono Giove, Marte, Mercurio e Venere.

Tiepolo, L’Olimpo e i Continenti, Africa, Myriam Thyes, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0

Il nucleo centrale è incorniciato da scene che lungo il percorso dei quattro lati simboleggiano i quattro continenti del mondo conosciuto all’epoca di Tiepolo: Africa, Americhe, Asia ed Europa. Le rispettive figure dei primi tre continenti indossano abiti fantasiosi e sono accompagnate da animali esotici, mentre il quarto lato, dedicato all’Europa, rappresenta il culmine dell’esperienza visiva raffigurando la corte di Würzburg. C’è persino un ritratto del principe vescovo sorretto dalle personificazioni della Fama e della Gloria.

L'Olimpo e i Continenti, Tiepolo
Tiepolo, L’Olimpo e i Continenti, Asia, Particolare, Myriam Thyes, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0

In questi tre affreschi monumentali ciascun artista ha raggiunto l’apice della propria genialità. Mantegna, Correggio e Tiepolo hanno creato capolavori che incantano, stupiscono e ispirano sia semplici spettatori che artisti. Tali opere sono un invito a continuare a guardare verso l’alto.

 

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