Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, ha dichiarato ieri che l’amministrazione del presidente Donald Trump non ha in programma di ridurre a breve la presenza militare statunitense in Europa, anche se la situazione potrebbe cambiare in futuro. Hegseth, in visita al quartier generale del Comando africano degli Stati Uniti (Africom) a Stoccarda, in Germania, ha detto ai giornalisti che, fatto salvo l’impegno a mantenere una presenza in Europa, «sarebbe un errore non riesaminare la postura delle forze a livello globale». Hegseth ha inoltre ribadito che la responsabilità di difendere la regione da aggressioni non dovrebbe ricadere esclusivamente su Washington, e che i Paesi europei devono aumentare le loro spese per la difesa.
«Il continente europeo merita di essere libero da qualsiasi aggressione, ma dovrebbero essere i Paesi della regione a investire maggiormente nella propria difesa», ha dichiarato Hegseth ai giornalisti. «È una questione di buon senso. Difendete il vostro territorio e gli americani saranno al vostro fianco per aiutarvi». Per il momento, ha precisato il segretario, le forze armate statunitensi non prevedono di ridurre la loro presenza in Europa: «Sarebbe sbagliato basare la propria pianificazione sull’assunto che l’America stia abbandonando o lasciando qualcosa. No, l’America è intelligente», ha detto il segretario.
Attualmente, circa 100 mila militari statunitensi sono dispiegati in Europa, più di un terzo è di stanza in Germania, secondo il Pentagono. Verso la fine del suo primo mandato alla Casa Bianca, il presidente Trump aveva cercato di ridurre significativamente la presenza militare americana nel Paese a causa di divergenze con le autorità tedesche, una decisione che i vertici del Pentagono avevano ostacolato e infine scongiurato.