Von der Leyen minaccia dazi contro gli Usa

di Redazione ETI/Jack Phillips
11 Febbraio 2025 22:41 Aggiornato: 11 Febbraio 2025 22:42

L’Ue “avverte” Trump:  dazi di ritorsione contro gli Stati Uniti seguiranno alla decisione di Donald Trump di imporre dazi del 25 percento sulle importazioni di alluminio e acciaio. Il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha affermato in una dichiarazione di martedì che l’Ue adotterà «contromisure ferme e proporzionate» contro gli Stati Uniti.

«L’Ue agirà in difesa dei propri interessi economici. Tuteleremo i nostri lavoratori, le nostre aziende e i nostri consumatori», ha dichiarato la von der Leyen. Il commissario per il commercio dell’Ue, Maros Sefcovic, ha detto al Parlamento europeo martedì che la decisione degli Stati Uniti di imporre dazi aumenterà l’inflazione, ma che cercherà di trovare un accordo che vada a vantaggio sia dell’Ue che degli Stati Uniti. «L’Ue non vede alcuna giustificazione per l’imposizione di dazi sulle nostre esportazioni, cosa economicamente controproducente», ha poi detto Sefcovic, aggiungendo che l’Ue esaminerà le «misure annunciate durante la notte e risponderà in modo fermo e proporzionato con contromisure» proprie.

I dazi statunitensi, che entreranno in vigore il 12 marzo, si applicheranno a milioni di tonnellate di importazioni di acciaio e alluminio da Canada, Brasile, Messico, Corea del Sud e altri paesi che sono entrati negli Stati Uniti in esenzione da dazi. Anche i leader di altri paesi hanno criticato i dazi. Il ministro dell’economia messicano Marcelo Ebrard ha affermato martedì che la decisione è ingiustificata e ingiusta. Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha affermato che i dazi sono inaccettabili.

La decisione di Trump di lunedì semplificherà i dazi sui metalli «in modo che tutti possano capire esattamente cosa significa», ha detto il presidente ai giornalisti, «È il 25 percento senza eccezioni o esenzioni. Per tutti i Paesi, senza differenze: tutti i Paesi». Trump ha poi preannunciato dazi in ritorsione dei Paesi che impongano dazi sui beni statunitensi, e che sta valutando dazi anche su automobili, semiconduttori e prodotti farmaceutici. Quando gli è stato chiesto di commentare minacce di ritorsione da parte di altri Paesi, Trump ha risposto «non mi interessa».

Da quando è entrato in carica il 20 gennaio, Trump ha spesso ripetuto che avrebbe imposto dazi ad altri Paesi per questioni come il traffico di fentanile negli Stati Uniti e l’immigrazione clandestina, e che i dazi servono anche a rimediare alle scorrettezze commerciali di cui sono vittima gli Stati Uniti. Questo in coerenza con la sua campagna elettorale, in cui aveva ripetutamente affermato che avrebbe introdotto dazi, e di volere che la produzione manifatturiera torni negli Stati Uniti: «Abbasseremo le tasse per le aziende che producono negli Stati Uniti. E le proteggeremo con dazi elevati».

I dazi del 25 percento sulle merci provenienti da Canada e Messico, imposti nell’ambito della lotta all’immigrazione e al traffico di droga, sono stati poi sospesi da Trump fino a marzo, dopo i colloqui con Trudeau e il presidente messicano Claudia Sheinbaum.

Il presidente degli Stati Uniti ha poi imposto dazi del 10 percento anche sulla Cina, in ritorsione al fatto che il regime comunista cinese non abbia fatto nulla di sostanziale per fermare la produzione e il traffico di precursori chimici del fentanile, un oppiaceo 50 volte più letale dell’eroina che fonti ufficiali calcolano causi negli Stati Uniti almeno 70 mila morti ogni anno.

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