Quali nazioni si rifiutano di riprendersi i propri clandestini in Usa?

di Redazione ETI/Savannah Hulsey Pointer
6 Febbraio 2025 12:09 Aggiornato: 6 Febbraio 2025 12:09

Donald Trump dice che metterà contro la Colombia dazi del 25% sulle importazioni, con un aumento del 50% in sette giorni, oltre a revocare i visti ai funzionari diplomatici, in risposta al rifiuto della Colombia di riprendersi gli immigrati clandestini espulsi dagli Stati Uniti. Il giorno stesso, il governo colombiano accetta di ricevere i colombiani clandestini degli Usa. Questo episodio è emblematico della resistenza al rimpatrio dei clandestini iniziato dalla nuova Amministrazione. Durante la prima amministrazione Trump, Paesi come Cambogia, Eritrea, Guinea e Sierra Leone sono stati sanzionati; Birmania e Laos hanno perso dei privilegi come i visti temporanei per lavoro o turismo per i loro funzionari governativi.

Ma anche il regime cinese si è opposto al rimpatrio. Nel 2022, Pechino ha interrotto la cooperazione con l’America dopo un forte aumento dell’immigrazione clandestina cinese attraverso il confine con il Messico. La polizia di frontiera ha arrestato oltre 37 mila cinesi lungo il confine meridionale nel 2023, pari a 10 volte il numero degli arresti dell’anno precedente. Il regime cinese ha infine ripreso a collaborare con le agenzie statunitensi, accettando di riprendersi i propri cittadini immigrati illegalmente in America.

L’espulsione degli immigrati da parte di Trump verso alcuni Paesi dell’America Centrale sta generando tensioni; Honduras, Guatemala ed El Salvador sono, dopo il Messico, i Paesi con il maggior numero di cittadini irregolari negli Stati Uniti. Durante il primo mandato di Trump, sono stati siglati accordi che permettevano il trasferimento dei richiedenti asilo in nazioni centroamericane. Il Venezuela è invece noto per rifiutare i rimpatri dagli Stati Uniti ma, nell’ottobre 2023, i rimpatri sono ripresi.

Il ministro degli Esteri Marco Rubio chiederà a El Salvador di accogliere gli immigrati dei Paesi che rifiutano i rimpatri. Il 31 gennaio scorso, Mauricio Claver-Carone, inviato speciale in America Latina, ha annunciato che la visita di Rubio a El Salvador discuterà misure per favorire la cooperazione del Paese con i rimpatri degli Stati Uniti. Carone ha inoltre dichiarato che l’America punta a ripristinare l’accordo di “Paese terzo sicuro” annullato da Biden, che permette il trasferimento degli immigrati anche senza la collaborazione delle nazioni d’origine; questo accordo consentirebbe agli immigrati di chiedere asilo in El Salvador, ma non negli Stati Uniti. «Durante la prima amministrazione Trump, El Salvador era uno dei tre Paesi che avevano stretto l’accordo “Paese terzo  sicuro” con gli Stati Uniti, e questo sarà uno dei temi discussi» ha affermato Carone.

 

 

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